Strage di Corinaldo, il 17enne torna libero
I ragazzi arrestati con lui nel residence:
«Uscì poco prima di mezzanotte»

TRAGEDIA IN DISCOTECA - Convalidato l'arresto per spaccio del minore che è anche indagato per aver spruzzato lo spray all'interno della Lanterna Azzurra. Il giudice non ha applicato alcuna misura cautelare. Il giovane ha negato che la droga trovata fosse sua. Udienza davanti al gip anche per il 22enne e il 27enne finiti in manette con lui la mattina di domenica scorsa. Presentate oltre 200 denunce dai ragazzi presenti quella notte nel locale

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Gli avvocati Mone e Zambelli

 

di Federica Serfilippi 

Arresto convalidato e nessuna misura cautelare. E’ finita così l’udienza di convalida davanti al giudice Paola Mureddu, del Tribunale dei minori di Ancona, per il 17enne arrestato sabato mattina per concorso in detenzione ai fini di spaccio di 2 etti di droga. Il minorenne di Corinaldo è anche indagato per aver spruzzato all’interno della discoteca Lanterna Azzurra lo spray urticante che ha poi scatenato il fuggi fuggi dal locale nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi. In un residence di Senigallia, il minore era stato trovato dai carabinieri in compagnia di Federico Pellicani, 22enne senigalliese e di Nicolò Mattioli, 27enne di Barbara. Sotto sequestro erano finiti due etti di droga, tra cocaina e hashish. Tutti e tre erano stati arrestati. I maggiorenni erano finiti nel carcere di Montacuto di Ancona, il minore, che risulta incensurato, era stato messo al centro di prima accoglienza collegato al tribunale dei minori. Ieri, in un interrogatorio fiume davanti al procuratore Giovanna Lebboroni, ha dato la sua versione su quanto accaduto alla Lanterna Azzurra. Per quei fatti gli vengono contestati l’omicidio preterintenzionale, le lesioni colpose e dolose.

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I soccorsi alla Lanterna Azzurra

Oggi, invece, ha affrontato l’udienza di convalida per il filone degli stupefacenti. Il 17enne ha detto al giudice che «la droga trovata non era mia». In aula, c’era anche la mamma. E con lei, in piena libertà e non gravato da alcuna misura restrittiva, il 17enne è tornato a casa una volta finita l’udienza. «E’ una piccola vittoria – ha detto l’avvocato Martina Zambelli (che assiste il minore insieme al legale Andrea Mone) – in una situazione grande. Siamo tutti sconvolti per quello che è accaduto». Convalidati anche gli arresti dei due maggiorenni. Sarebbe stato il 27enne Mattioli, difeso dall’avvocato Bruno Brunetti, a consegnare la droga ai carabinieri nascosta nel residence che proprio lui aveva preso in affitto circa un mese fa. Il gip Carlo Cimini ha disposto per lui gli arresti domiciliari. Per il 22enne, assistito dall’avvocato Francesca Petruzzo, il giudice non ha ancora sciolto la riserva per la misura cautelare. Entrambi hanno sostenuto in udienza di aver passato la notte tra il 7 e l’8 dicembre al residence. Non sarebbero mai usciti. Con loro, almeno fino a pochi minuti prima della mezzanotte, c’era il 17enne. Lo hanno visto uscire, ma hanno detto di non sapere quale fosse la sua destinazione. Lo hanno ritrovato in casa la mattina seguente, quando ormai il residence era invaso dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Cercavano il ragazzino che qualche ora prima aveva spruzzato una sostanza urticante alla Lanterna. Hanno invece trovato circa due etti di stupefacenti.

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Il video fatto girare dai ragazzi presenti

Intanto sono arrivate quasi a quota duecento le denunce sporte ai carabinieri dai ragazzini che venerdì sera si trovavano alla Lanterna Azzurra. La stima è ancora parziale. Non accenna, infatti, a fermarsi il via vai che da domenica si sta configurando nella caserme della provincia anconetana. È il comando di Senigallia, diretto dal maggiore Cleto Bucci, quello maggiormente preso d’assalto dai giovani presenti alla serata che doveva essere animata dal trapper Sfera Ebbasta. Solo a Senigallia sono state ascoltate dai militari oltre cento persone. Non mancano però denunce da Jesi, Ancona e dai comuni del Pesarese. Alcuni ragazzi sono arrivati nelle caserme con le stampelle, altri doloranti. Alcuni accompagnati dai genitori, altri da soli. È sopratutto, il pomeriggio, dopo l’uscita dalle scuole, che si riscontra l’afflusso maggiore. Quasi tutti hanno fornito ai carabinieri biglietti, tagliandini, ticket dei pullman diretti alla Lanterna, ma anche foto e video della serata. Oltre alle denunce individuali è pronta una sorta di class action che sfiora le 2mila persone che si sono ritrovate all’interno del gruppo Facebook “Giustizia per le vittime della Lanterna”. È l’avvocato Corrado Canafoglia che sta accumulando documentazione e testimonianze da allegare a un esposto che verrà presentato in procura.



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