Villa a ridosso di una fonte storica, i consiglieri di opposizione Riccardo Sacchi, Andrea Marchiori (Forza Italia) e Paolo Renna (Fdi) tornano a interrogare l’amministrazione comunale dopo aver ottenuto l’accesso agli atti: «Sulla situazione in cui versa fonte “Pozzo del Mercato” di Macerata e sulle prospicienti opere in corso di realizzazione è stato già scritto: dopo l’articolo dell’architetto Silvano Iommi, infatti, si è svolto a metà agosto un sit-in della Lega e, successivamente, vi sono state reazioni risentite di esponenti del Pd di Camerino e dell’onorevole Morgoni, oltre a quella del diretto interessato, il professor Flavio Corradini, personaggio pubblico e autorevole esponente del Pd, che ha rivendicato la bontà dell’operazione, indicando aspetti e dettagli della pratica edilizia, facendo poi riferimento anche a denunce contro eventuali attacchi denigratori.
A questo punto, in ossequio al primario ed irrinunciabile principio di trasparenza, dando per scontate, ad oggi, la correttezza e la legittimità dell’iter procedurale seguito nella realizzazione di cui sopra, appare indifferibile un approfondimento circa aspetti politico-amministrativi che potrebbero generare dubbi e interrogativi che potranno essere definitivamente e auspicabilmente fugati da esaustive risposte.
PLANIMETRIA – In rosso la vecchia casa colonico, in giallo l’ipotesi di ampliamento, in blu la fonte storica, in celeste l’area di tutela ambientale
1- L’antica fonte, stando alle promesse pubbliche fatte dal sindaco ai “casettari” nel 2015 e successivamente ribadite in Consiglio dall’assessore Ricotta, doveva essere restaurata dal Comune. La stessa è censita dal vigente Prg come bene pubblico di interesse storico-documentale e, come tale, è sottoposta a tutela ai sensi dell’art. 52 delle Norme Tecniche di Attuazione che prevede, tra l’altro, una fascia di “rispetto ambientale” per metri 20 intorno al perimetro della fonte;
2- la fonte storica, si trova oggi “infossata e ruderizzata” al margine di un cantiere per la realizzazione della villa di cui sopra. La Giunta comunale, per bocca dell’assessore Casoni, ha assicurato che la relativa pratica edilizia è perfettamente regolare. Intanto, sia Italia Nostra, sia il gruppo consiliare M5S hanno presentato esposti alle competenti Soprintendenze per il patrimonio monumentale e artistico, mentre gli scriventi consiglieri comunali di opposizione di FI di FdI hanno operato l’accesso agli atti, nonché chiesto la convocazione della Commissione consiliare Urbanistica per l’esame dell’intero iter relativo all’approvazione della pratica edilizia di cui trattasi;
3- il sindaco, tramite l’assessore all’urbanistica, giustifica il mancato restauro della fonte sulla base del fatto che vi sono altre priorità legate al sisma del 2016, dimenticando però che gli interventi per il recupero dei beni immobili terremotati si finanziano con fondi ad hoc, mentre il recupero della fonte doveva essere iscritto a bilancio con fondi propri, cosa che non risulta sia stata fatta;
4- sappiamo che la costruzione dell’abitazione, ricadendo all’interno della sopra citata “fascia di rispetto” di 20 metri, è soggetta all’art. 52, comma 6, delle NTA, che recita: “Nelle zone edificabili del Piano, diverse da quelle agricole, esentate dalla tutela integrale di cui ai commi 4 e 5, qualsiasi intervento di edificazione, modifica dell’aspetto esterno degli edifici e del territorio è subordinato al parere della Commissione edilizia speciale comunale, di cui all’art. 20 del Rec”. Eppure tale parere non risulta essere mai stato richiesto e la predetta Commissione non risulta esser mai stata convocata per l’esame del progetto de quo;
5- al momento resta anche il dubbio se l’accessorio annesso alla vecchia casa colonica (di cui è stata autorizzata e già eseguita la demolizione), sia mai stato autorizzato o condonato, poiché la relativa documentazione non è reperibile;
6- altra perplessità riguarda il permesso a costruire, atto di competenza “naturale” dell’Ufficio Tecnico, che sembrerebbe firmato dal facente funzione vice segretario comunale e non dall’ingegnere capo-dirigente. Si prospettavano forse possibili conflitti di interessi o questioni di opportunità riguardanti il progettista delle opere in questione? Possiamo esser certi che tale circostanza non rischi di integrare un’irregolarità connessa all’eventuale incompetenza del vice segretario, qualora a quest’ultimo non fosse stata conferita una specifica delega speciale?
7- Siamo consapevoli che oggi vi è la possibilità di eseguire la demolizione con ricostruzione ed ampliamento volumetrico. Essa è frutto di una serie di varianti urbanistiche al Prg approvate nel corso degli ultimi anni: prima per cambiare la destinazione dell’area da “agricola di salvaguardia paesaggistico-ambientale” a “edificabile di completamento”, poi, con la variante “minitematica” del 2010 e, infine, con la più recente variante n. 40 del 2018. In virtù di questi interventi normativi sussisterebbero le condizioni necessarie all’edificazione in questione. Riteniamo, comunque, doveroso al riguardo sottolineare come i nostri gruppi consiliari non abbiano approvato le citate delibere.
In fiduciosa attesa che la politica faccia il proprio corso e pervengano risposte in sede consiliare anche a tutela del territorio, dei manufatti in questione e degli eco-sistemi paesaggistici di cui il Pd e i suoi esponenti si ergono spesso a paladini, teniamo a ribadire che i dubbi e gli interrogativi sopra espressi non nascono da intenti denigratori, ma rappresentano un atto di civile sorveglianza e sensibilizzazione di fronte a un’operazione che deve essere caratterizzata dalla massima trasparenza. In mancanza di un altrettanto sereno e approfondito riscontro, si rischierebbe sì che possa nascere il sospetto di un deprecabile doppiopesismo e che la pratica in questione non sia stata trattata come sarebbe stata trattata quella di qualsiasi altro cittadino maceratese. Lungi da sterili attacchi personali, l’impegno degli scriventi gruppi consiliari sarà unicamente quello di far piena luce su questa vicenda con la massima serenità e determinazione». A dimostrazione di quanto sopra, si annuncia il deposito di un’interpellanza ad hoc.
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Sul cartello del cantiere c’è scritto che il progettista è certo Rossano Luchetti. É per caso il fratello del dirigente dell’ ufficio tecnico, Tristano Luchetti? Se fosse cosi,’ ecco il motivo per cui ha firmato Puliti che è vice segretario e non è un tecnico.
Soldi e politica amica rendono dolce anche l’acqua del mare. Delle soluzioni ci sarebbero. Prendiamone due. Una, fare come in Egitto per costruire la diga di Assuan dove hanno smontato gli antichi millenari templi che sarebbero stati sommersi e collocati in altri siti di cui anche all’estero come gentili omaggi. Questa soluzione riguarderebbe il fontanile che per non rischiare di essere coperto alla vista di eventuali visitatori, una volta smontato potrebbe essere trasportato e rimontato a Macerata, magari in piazza davanti al comune dove in vecchie foto troneggiava già una fontana. L’altra soluzione, sarebbe più facile e devo dire che da un punto di vista architettonico anche più interessante. Basterebbe trovare un qualsiasi vecchio pozzo in campagna e inglobarlo nella costruzione della villa che naturalmente passerebbe in secondo piano, ma vuoi mettere.. Avere al centro della cucina, un vecchio pozzo dove attingere acqua fresca da servire agli ospiti, con una fetta di limone, menta e un niente di gin. Sarebbe davvero una figata.
A Macerata, forse costruire una villa in piazza della libertà, potrebbe essere possibile.
Una casa costruita vicino ad una fonte non è affatto una novità: le capanne che poi formarono un villaggio che poi divenne Roma furono costruite – per le necessità della navigazione, dell’irrigazione e del bere – sulle sponde del biondo Tevere.
Difatti Roma la dovevano fondare dalle parti delle Fosse…. ma poi ci fù il contrordine: “al Tevere, al Tevere, l’acqua di fonte maggiore non ci basterà neanche per bevere!!!”
Tutto il resto è storia….