Luca Carboni in concerto sul Poggio della Pagnotta
di Luca Capponi
(foto di Andrea Vagnoni)
“Ci vuole un fisico bestiale… per vivere nelle Marche”. Ironia sì, ma tanta verità. E rispetto per una terra ferita. Quello mostrato da Luca Carboni in una data indimenticabile di RisorgiMarche, quella del Poggio della Pagnotta nel comune di Caldarola, che in un martedì feriale di luglio ha portato a oltre 1000 metri un pubblico pulito rispettoso, composto nel godersi lo spettacolo del mitico cantautore bolognese.
Neri Marcorè
Migliaia di persone accolte da Neri Marcorè: «Oggi vi siete guadagnati un posto in paradiso» aveva detto nell’introdurre il cantautore bolognese, agevolato nel compito da una natura mozzafiato, con visuale a (quasi) 360 su monti e vallate. Salvo poi aggiungere quello che un po’ tutti i presenti pensavano: «Per me si tratta di emozione doppia, amo Carboni sin da quando studiavo a Bologna». Non che sia difficile amare pezzi come “Ci stiamo sbagliando“, “Silvia lo sai“, “Farfallina“, “Inno nazionale” o “Luca lo stesso“, brani sempiterni che hanno caratterizzato l’ora e dieci di concerto del buon Carboni. «Ognuno vive portando dentro di sé il posto in cui è nato e cresciuto, anche se si va via o lo si odia questo rimane sempre nel dna. Il mio pensiero è per il vostro cuore» ha detto emozionando prima di attaccare, applauditissimo, “Bologna è una regola”, coadiuvato dalla rodata band formata da Vince Pastano (chitarre), Ignazio Orlando (basso) e Antonello Giorgi (batteria).
Poi è arrivata la sorpresa, con Marcorè a duettare sulle note di “Vieni a vivere con me” («Finalmente possiamo rivelare alla moglie di Luca il nostro progetto, finora non avevamo avuto il coraggio», hanno detto strappando risate) e “Mare mare“, impatto suggestivo e straniante in un contesto così diverso dalla Riccione evocata, ma coinvolgente come pochi.
La band di Carboni
«E’ stato bellissimo, non so come ringraziarvi. Questa canzone è per tutti voi, perché fuori dalla ironia “fisica” c’è un messaggio forte che voglio trasmettere alle Marche». E poi via con “Ci vuole un fisico bestiale”, uno degli inni carboniani per eccellenza, a chiudere un pomeriggio che si è ben impresso nella storia di RisorgiMarche, il festival che vuole tenere viva l’attenzione sui luoghi colpiti dal sisma della regione. Il pubblico, dal canto suo, sembrava quasi saperlo, un po’ come Marcorè all’inizio; 5 chilometri per salire e altrettanti per riscendere non sono niente, quando indietro tornano arte, cuore, carezze. Come in una rara combinazione che troverà sempre la sua ragione d’essere.
Fatto al campo sportivo o vicino al paese sarebbero stati molti di più e avrebbe contribuito all'economia di Caldarola.....tutto fumo...
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La peculiarità di Risorgimarche è quella di portare la gente in posti unici, spesso sconosciuti a tanti, dove si crea un’atmosfera magica che non ha precedenti e resterà per sempre nella memoria e nel cuore di tutti quelli che vi hanno partecipato. Le iniziative negli stadi o posti simili per aiutare i paesi del cratere vanno bene, ma Risorgimarche è un’altra cosa, lascia un segno indelebile, non sarà mai paragonabile a un concerto allo stadio di Caldarola.
@Compagnucci. Secondo il resto del carlino sono stati circa 10.000 i presenti….. https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/spettacoli/risorgimarche-luca-carboni-1.4043404