di Nunzia Eleuteri
E’ Forca di Presta di Arquata del Tronto ad ospitare il primo appuntamento estivo per eccellenza nelle Marche. Nel cuore del Parco dei Sibillini, di fronte al Pian Grande di Castelluccio di Norcia, il Comune di Arquata, tra i più colpiti dal sisma, è stato scelto dagli organizzatori per dare il via al festival ideato e promosso da Neri Marcorè, con lo scopo di far conoscere, attraverso concerti gratuiti, i suggestivi parchi montani delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli profondamente segnate dagli eventi tellurici. Con il sostegno della Regione Marche e la direzione esecutiva di Giambattista Tofoni e la sua “Tam-Tutta un’Altra Musica” parte così la seconda edizione di un evento molto atteso sulla scia del grande successo ottenuto lo scorso anno. Le prenotazioni delle aree parcheggio, auto e moto, sono al completo da giorni tanto che dal sito ufficiale è stata diramata la raccomandazione di non mettersi in viaggio senza i pass di accesso per evitare disagi. Sono però davvero molti i servizi di trasporto organizzato attraverso bus e navette che hanno accompagnato i turisti al varco. Da lì il “Sentiero per tutti”, percorso facile e adatto anche a chi ha difficoltà motorie. A migliaia sono giunti per ascoltare Piero Pelù che, arrivato alla guida di una Golf, è stato accolto da un caloroso applauso.
Ma ad aprire il festival non poteva che essere Neri Marcorè, ideatore e promotore: «Ripartiamo da qua – ha esordito l’attore – con la pelle d’oca per il vostro saluto e il vostro amore che è tutt’altro che scontato. Non dimentichiamo l’intento per cui siamo qua: solidarietà a chi ha perso tutto con il sisma. Questo secondo festival è sicuramente una festa che parte da una camminata per ascoltare un artista dalla comprovata generosità, come generoso è tutto il suo gruppo che non ha esitato un attimo a concordare la presenza a Risorgi Marche 2018». Ha proseguito con i ringraziamenti a Giambattista Tofoni e a tutto lo staff, Neri Marcorè, per poi annunciare Piero Pelù e i Bandidos. Tra applausi e musica, una frase ben scandita al microfono ha dato il via al concerto: «Risorgi Marche! Su con la testa!». Così Piero Pelù ha salutato i fan per poi esibirsi in un vero e proprio show che lo ha visto interpretare i suoi brani più famosi con Giacomo Castellano alla chitarra, Luca Martelli alla batteria e ai cori, Ciccio Licausi al basso. Contro ogni regola dello staff, Pelù ha invitato il pubblico a superare la linea di delimitazione del palco trovandosi in un attimo attorniato da non potersi più muovere. In un clima mite, assolato ma accarezzato da una leggera brezza, è terminato il primo appuntamento nell’ascolano; per il secondo ci si sposterà nel maceratese martedì prossimo, 3 luglio, con Angelo Branduardi ai Piani di Crispiero, tra i comuni di Castelraimondo, Camerino e Serrapetrona.
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Inserita in scenari incantevoli fino alle luce del tramonto, Il pubblico riceve sicuramente emozioni straordinarie. Garantito.
Lo spettacolo tuttavia dovrebbe essere finalizzato al “risorgimento” di una popolazione sofferente. Atterrita e frustrata. E abbandonata purtroppo. Ma, oltre al disagio della gestione dei flussi e a qualche ora di svago per coloro che parteciperanno, il territorio non ha ricevuto nessun beneficio da questa grandiosa iniziativa.
Perché ripeterla allora, mentre i terremotati, quelli che su questo slendido territorio, offeso distrutto e lacerato combattono ogni minuto del giorno, attendono ancora che si avvii una ragionata azione concreta per la ricostruzione?
Il motivo non li riguarda.
Chi parteciperà a questi meravigliosi spettacoli, si divertirà , qualcuno proverà un attimo di compassione, per dimenticare subito dopo l’ultima curva.
Chi resta ha ricordi incancellabili di un territorio e di una storia che sembra cancellata dalla terra e dalla memoria di chi dovrebbe avere la responsabilità e la cura del popolo.
Se almeno il numeroso pubblico che parteciperà a queste grandiose scampagnate sollevasse la voce per chiedere interventi diretti e concreti per ricostruire un territorio prezioso di storia e cultura che appartiene all’umanità, lo spettacolo avrebbe un senso.
La politica segue il consenso, lo crea e ne dipende. Non interviene se e dove non può creare opinioni di massa.
Ma loro, i terremotati, sono pochi, stanchi e disgregati.
Se almeno questi spettacoli avessero alzato la voce per la ricostruzione, il Risorgimarche avrebbe avuto davvero successo.
Quello che dice lei sig.Gnocchini non è del tutto sbagliato comunque a mio parere mantenere alta l’attenzione sull’argomento seppur in questo modo è sempre meglio che essere dimenticati del tutto!!!
La capisco Roberto Rita Speranza,è vero, ma le strumentalizzazioni della politica sono tremende e se ne fregano della Vs. realtà….Auguri.