Il popolo di Risorgimarche nonostante la pioggia
di Marco Ribechi
È il posto dove tantissimi maceratesi sono andati per almeno un 10 agosto a sognare guardando le stelle cadenti. Oggi però a San Lorenzo di Treia non è necessario aspettare la notte per incontrare una stella. Anzi cinque. Sono Simone Cristicchi insieme agli Gnu Quartet che con il popolo di Risorgimarche hanno sfidato il maltempo per un altro indimenticabile concerto nei luoghi colpiti dal terremoto. Tre chilometri e mezzo di salita per raggiungere l’altopiano della Roccaccia, baluardo del XIII secolo che a 740 metri di altezza domina su Monte Acuto. Nonostante la certezza quasi matematica della pioggia in tanti non hanno voluto mancare l’appuntamento. Tutti armati di ombrello e impermeabile, con le dita incrociate, supplicando le nuvole minacciose di restare buone ancora per un pò. Minaccia pioggia a parte il clima e l’atmosfera di burrasca hanno reso ancora più speciale l’evento, con gli artisti determinati ad andare avanti e Simone Cristicchi che, oltre ad assomigliare a Biagio Antonacci, dice anche che vuole cantare come Gigi D’Alessio, modificando il testo di una sua celebre canzone. Cadono le prime gocce, la strumentazione degli Gnu Quartet é in pericolo e resta il solo Cristicchi a proseguire il concerto. «Facciamo così, adesso cantate voi» dice alla folla mentre parte con un medley di Lucio Battisti.
Neri Marcorè annuncia la fine del concerto
Ma la pioggia batte sempre più forte e Neri Marcorè decide di interrompere lo spettacolo. «Ora che si sono estinti gli Gnu – scherza l’attore e direttore artistico del festival – possiamo provare a fare una pausa ma l’amplificazione ci servirà anche per i prossimi concerti Quindi dobbiamo preservarla». Niente da fare, non si può più riprendere perché la pioggia batte sempre più forte. La gente inizia ad andarsene con il sorriso sulle labbra e approfitta della sosta obbligatoria sotto i tendoni degli stand alimentari per consolarsi mangiando pane e ciauscolo e bere vino cotto. Domani ci sarà Mario Biondi a Pizzo Meta: «Sarà una giornata di sole» annuncia Marcorè al megafono. E mentre la gente se ne va la pioggia smette di cadere lasciando un arcobaleno nel cielo.
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