Incendio alla Orim, la parlamentare Mirella Emiliozzi: «chiederò alla commissione ecomafie di indagare sul rogo». Il deputato, portavoce alla Camera del Movimento 5 stelle, ha spiegato che «Siamo impegnati a chiarire in tutte le sedi le circostanze che hanno portato al disastroso incendio alla Orim di Macerata. Non ci accontentiamo certo delle rassicurazioni della proprietà».
L’incendio era scoppiato lo scorso venerdì nel reparto solventi. Il rogo era stato spento nel giro di tre ore grazie all’intervento dei vigili del fuoco che con numerosi mezzi e uomini erano riusciti a domare le fiamme. Emiliozzi spiega che «oggi è stata approvata alla Camera la legge che istituisce la commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e appena la legge passerà anche al Senato chiederemo che il sito sia tra i primi ad essere verificato dai commissari. Accanto a quell’impianto ci sono abitazioni, coltivazioni e attività commerciali che vanno tutelate, come vanno tutelate, prima di ogni cosa, la salute e la sicurezza delle persone – prosegue Emiliozzi, portavoce del M5S alla Camera –. Sono in atto le verifiche sulle autorizzazioni, nel frattempo chiederemo alla cosiddetta commissione Ecomafie di aiutarci a far luce sull’origine di questi incendi e sul loro impatto: le cause d’incendio sono ancora da chiarire, ma occorre verificare eventuali coinvolgimenti di associazioni a delinquere ai danni delle aziende che operano in questo settore per poter tutelare le persone, ma anche l’economia e l’ambiente del territorio maceratese e marchigiano».
Intanto sul caso la Camera, nella seduta plenaria di martedì scorso, ha approvato un Ordine del giorno proposto dalla parlamentare marchigiana Patrizia Terzoni (M5S), vicepresidente della commissione Ambiente, che prende spunto dall’incendio alla Orim. Vengono citati altri casi di roghi di aziende che gestivano rifiuti – solo negli ultimi tre anni ne sono stati registrati circa 250 in Italia – e l’atto impegna il governo ad attivarsi per effettuare controlli a sorpresa nelle aziende, rafforzare in generale il sistema di sorveglianza e studiare modifiche normative per prevenire il ripetersi di tali fatti. «Questi incendi assumono gravità inaudita – dice Patrizia Terzoni – sia perché fanno emergere modalità operative nel settore dei rifiuti evidentemente non idonee sia perché determinano emissioni incontrollate in atmosfera di grandi quantità di sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente, quali, a mero titolo di esempio, idrocarburi policiclici aromatici, metalli, diossine, furani che poi ricadono anche al suolo, con potenziale inquinamento anche delle acque sotterranee. Preoccupa, inoltre, il fatto che in alcune aziende, proprio come la Orim e la Eredi Bertè a Mortara, questi incendi si ripetano nel tempo. Addirittura alla Orim dal duemila ad oggi vi sono stati ben 4 incendi; tutto ciò è inaccettabile».
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