Il Consiglio discute la pignatta antifascista,
entra Casapound: «Non vogliamo violenza»
Carancini: «La città ha bisogno di respirare»

MACERATA - Il movimento di ultradestra si affaccia in assise dopo il blitz di sabato al parco Fontescodella contro l'amministrazione. Ad accoglierlo anche il consigliere Pantana: «Non è possibile che il 25 aprile nessuno si sia accorto di niente». Il vice sindaco Monteverde ha risposto all'interrogazione di Sacchi (FI) sul fantoccio del duce: «E' compito delle forze dell'ordine stabilire se c'è o meno un reato». Interpellato a margine il sindaco ribadisce: «Alzare il livello di una polemica fa solo il loro gioco»
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Casapound all’ingresso del Consiglio: Andrea Lamona (secondo da sinistra) e il consigliere comunale Deborah Pantana

 

di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

Casapound si affaccia in Consiglio comunale. «Siamo venuti a farci un giro», dice il coordinatore Andrea Lamona. Una decina di persone, accolte all’ingresso di corso della Repubblica dal consigliere di Forza Italia Deborah Pantana. Un arrivo non casuale: in Consiglio si è appena discusso della pignatta allestita dagli Antifa il 25 aprile con l’interrogazione a firma di Sacchi. La mozione dell’opposizione e l’ordine del giorno della maggioranza sul tema invece sono slittati a domani. La presenza del gruppo non è passata inosservata, soprattutto dopo il blitz di sabato al parco di Fontescodella che è stato “blindato” dall’ultradestra con cartelli contro l’amministrazione. Il sindaco Romano Carancini a margine del Consiglio si limiterà al «no comment. Continuo a pensare che ci sia la volontà di provocare la città. Alzare il livello di una polemica fa solo il loro gioco mentre Macerata ha bisogno di tranquillità». 

«NON VOGLIAMO LA VIOLENZA» – Casapound tornerà domani pomeriggio ad assistere ai lavori del Consiglio. Ma Lamona nel frattempo commenta quella che secondo lui è una disparità di trattamento. «Noi siamo venuti su per una manifestazione autorizzata e siamo stati circondati come le pecore. Con un uso delle forze dell’ordine fuori dal normale. Questi (gli Antifa, ndr), vengono su e nessuno si accorge di niente. Non è possibile. Come non è possibile che nessuno si sia informato su un evento di Csa sisma e della Palestra popolare (che, dagli atti, avevano solo richiesto l’uso della piazza e gli Antifa hanno negato un loro coinvolgimento, ndr)». Sugli Antifa Lamona commenta: «Se tu pratichi la politica dell’odio, con gli estremismi opposti, non cambierà mai nulla. Noi non vogliamo la violenza, gli antifascisti ragionano con i paraocchi».

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Stefania Monteverde

L’INTERROGAZIONE – Sacchi ha chiesto conto all’amministrazione di quanto si farà contro chi ha allestito la pignatta antifascista il 25 aprile. «Fatti che hanno generato ancora una volta un ritorno di immagine negativo per la città – dice Sacchi -. Un incitamento all’odio ancora più grave perché cerano bambini piccoli». A rispondere l’assessore e vice sindaco Stefania Monteverde. «La giunta non ha mai patrocinato quella rappresentazione ignobile, una forma raccapricciante di istigazione alla violenza – ha detto Monteverde -. La richiesta per piazza Cesare Battisti era arrivata non alla giunta, ma all’ufficio per la Attività produttive, e riguardava solo un tavolo, un gazebo e un tatami. Né era menzionato il gruppo Antifa. La polizia municipale, che era in servizio, non ha ravvisato nessuna situazione discutibile quando è passata, né erano arrivate segnalazioni». Alla domanda sui contributi alle associazioni coinvolte nel 25 aprile, Monteverde risponde con i dati: «L’Anpi ha ricevuto 3.500 euro per il concerto in piazza, mentre Spiazzati, per il pranzo in piazza Vittorio Veneto, non ha ricevuto nulla. Queste solo le uniche due associazioni con cui abbiamo predisposto il programma comunale del 25 aprile. E sono completamente estranee ai fatti. Le altre associazioni non hanno mai ricevuto contributi per manifestazioni, né abbiamo mai patrocinato attività del collettivo Antifa. Il Sisma è assegnatario di spazi comunali per cui pagano regolarmente l’affitto».

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Riccardo Sacchi

Per adesso Monteverde esclude l’intervento del garante regionale per l’infanzia e non si sbilancia sulle conseguenze del gesto: «E’ compito delle forze dell’ordine stabilire se c’è o meno un reato».  Sacchi si è detto «profondamente insoddisfatto» della risposta. «Nel manifesto, peraltro abusivo, delle manifestazioni del 25 aprile non patrocinate dal Comune – ha detto il consigliere -, c’erano associazioni di chiarissima ispirazione politica. Come hanno avuto il tempo di istallare una forca di 3 metri e mezzo di altezza senza che nessuno notasse niente? Voi non avete il polso di quello che accade in città nemmeno in due piazze il 25 aprile. Perché Antifa può stare in piazza senza nessuna autorizzazione?».

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Romano Carancini

«MACERATA NON NE PUO’ PIU’» – Carancini a margine del Consiglio ribadisce il concetto su cui batte da tre mesi: «L’assise di stasera è una bella testimonianza di come si possa discutere su fronti diversi ma con civiltà. La città ha bisogno di questo. Di un equilibrio, pur non essendo d’accordo. E credo che anche dai banchi dell’opposizione si comprenda che la città non ne può più». Anche in vista del possibile arrivo di Forza Nuova, che aveva fatto slittare la manifestazione perché sabato in città c’è stato il lutto cittadino per i funerali di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa il 30 gennaio. «Accanto al diritto di manifestare ci deve essere diritto alla mobilità delle persone- dice Carancini -, quindi il centro storico non credo che sia opportuno. Tutto si può sintetizzare nel fatto che la città ha bisogno di respirare. C’è stato il funerale di Pamela, abbiamo speso fiumi di inchiostro e di parole. Credo che ora debba esserci, dopo questa serie di eventi, la necessità di tornare a essere quello che siamo. Come in questi giorni con il centro storico pieno di persone. Nonostante le cicatrici causate dagli eventi».

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