Lorenzo Marconi
di Federica Nardi
«Che ne penso della Mussolini a Macerata? Ho saputo che è arrivata, e che ha parlato. Spero che abbia ringraziato i partigiani. Perché loro hanno conquistato la libertà che permette anche a lei di parlare». Lorenzo Marconi, presidente provinciale dell’Anpi, non ha altro da aggiungere alla visita dell’europarlamentare Alessandra Mussolini in città. Arrivata stamattina verso le 12 con una scatola piena di vermi destinati all’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, la rabbia della nipote del duce è dovuta al fantoccio di Benito Mussolini, appeso dal movimento Antifa della città il 25 aprile in piazza Cesare Battisti come gioco da far colpire ai bambini.
Alessandra Mussolini a Macerata con la scatola dei vermi che avrebbe voluto lanciare all’assessore Monteverde
Il presidente Anpi Lucrezia Boari
Un’iniziativa che ha trovato condanne bipartisan, in primis quella dell’amministrazione in cui Monteverde, oltre che assessore, è vice sindaco. Anche quella degli stessi movimenti antifascisti (decine i commenti sotto alla replica degli Antifa pubblicata sulla loro pagina Facebook, poi rimossi dagli amministratori). Critiche anche al centro sociale Sisma e alla palestra Popolare, messi in mezzo dal Comune perché la richiesta di occupazione di suolo pubblico era arrivata da loro. Si unisce ora alle critiche la sezione Anpi di Macerata, tra le sigle coinvolte nelle manifestazioni per il 25 aprile, per voce della presidente Lucrezia Boari. «L’iniziativa “Piñata antifascista” organizzata da Antifa Macerata si è svolta con modalità che la nostra associazione ritiene inaccettabili – dice Boari -. Non è con una iniziativa di questo genere che si educano i bambini all’antifascismo o che si ricorda agli adulti (attraverso lo “spettacolo” offerto involontariamente da bambini inconsapevoli) che la Resistenza e la Liberazione “non sono state una partita a bocce”. In occasione del 25 Aprile si è ricordato in tutto il nostro territorio, con numerose iniziative di tutt’altro genere, che per resistere e liberarsi da una dittatura bisogna affrontare persecuzione, carcere, sofferenze, morte e utilizzare una violenza che non è mai fine a se stessa ma necessaria a combattere un’altra violenza ancora più terribile. Della Resistenza e della Liberazione vogliamo valorizzare la lotta vittoriosa contro il nemico nazifascista, non il vilipendio del nemico ormai sconfitto e morto. Vilipendio che peraltro fu interrotto, quel 28 aprile 1945 a Milano, proprio da un partigiano chiamato Sandro Pertini».
Ha avuto il coraggio di chiedere le scuse per la sua famiglia! Bravo Sindaco che non le ha date!
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Insegnare a dei bambini a picchiare con un bastone. Solo nei paesi africani più sperduti ed a Macerata può succedere. Vergogna!!!
Si rievocano fantasmi. Si riesumano cadaveri.
Il 25 aprile, dovrebbe essere la liberazione per tutti, invece lo è solo per per alcuni.
Altri hanno bisogno di nemici per sopravvivere. Anche se questi nemici sono morti e sepolti da 70 anni.
Dietro la parola “partigiano” si nascondono personaggi che usano la storia per puro calcolo politico. Tra questi anche diversi “personaggi” ripresi nelle foto mentre “educano” i propri figli a menare bastonate contro un uomo appeso!!! Quelli dell’ISIS a confronto vostro sono delle crocerossine!
Per Rossetti. E’ vero, d’altronde che valore hanno le scuse quando sono ottenute con la forza, quando vengono estorte? Zero!
Condivido parola per parola il comunicato dell’ANPI.
troppi italiani non sanno che farsene della libertà,preferiscono avere un padrone che gli porta da mangiare nella ciotolina.
Nessuno è responsabile di quello che accade a Macerata, nessuno chiede scusa alla cittadinanza e nessuno viene sanzionato sia politicamente che amministrativamente. La falsità regna sovrana. Chi è che pesca politicamente in queste associazioni? Liste che sono nella maggioranza dell’Amministrazione di Macerata? L’omertà è sempre responsabilità, perché nasconde le responsabilità. Certe associazioni dovrebbero essere cancellate dall’albo comunale delle associazioni ed escluse dai benefit comunali. Tutto rimane alla superficialità di parole di circostanza di condanna. Una maggioranza politica che guida questa città che non sa guardare dentro di sé, è contro la città.
Bravo Riccardo Nardi, condivido in pieno.
Mentre a Macerata succede quello che succede (in sostanza, scontri tra la destra e la sinistra), in Asia (notizia ANSA) c’è stato ieri un incontro tra Kim (Nord Corea) e Moon (Sud Corea) per la denuclearizzazione e per una futura riunificazione tra le due Coree.
“I corpi di Benito Mussolini, che era stato ucciso a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945, di Claretta Petacci e di altri 18 gerarchi della Repubblica Sociale Italiana, arrivati a Milano la sera stessa, vennero esposti in piazzale Loreto verso le 3 della notte[2], dove vennero scaricati nello stesso luogo in cui il 10 agosto 1944 erano stati fucilati e lasciati esposti al pubblico i quindici partigiani[3].
Sappisti della 110ª Brigata Garibaldi montarono la guardia fino alle 7 del mattino.[2] Col passare delle ore sempre più gente si radunò in piazzale Loreto per assistere al truce spettacolo, tanto che il servizio d’ordine, composto di pochi partigiani e vigili del fuoco, decise di appendere i corpi a testa in giù alla pensilina del distributore di benzina all’angolo con corso Buenos Aires per poter essere visti da tutti.
I corpi, ai quali si aggiunse quello di Achille Starace (già segretario del PNF ma caduto in disgrazia e privo di cariche nella RSI) fermato per le strade di Milano mentre faceva jogging e fucilato alla schiena dopo un processo sommario[4][5], rimasero esposti per diverse ore, in una rassegna di insulti, sputi e oltraggi, finché su pressione delle autorità militari alleate, preoccupate per la tutela dell’ordine pubblico, i corpi vennero trasportati all’obitorio.[6]” da wikipedia.
Sembra che il decisivo intervento dell’eminentissimo e reverendissimo signor Sandro Pertini sia una balla della quale qualcuno dovrebbe chiedere scusa.
Fa molto piacere sentire che anche l’ANPI si sia dissociata dall’orripilante iniziativa allestita il 25 Aprile in Piazza Cesare Battisti. Ma mi si lasci notare la stridenza concettuale nelle espressioni utilizzate da Lorenzo Marconi verso la Mussolini, secondo cui, se anche la nipote del Duce oggi ha diritto di parola , è per merito dei partigiani. Scusa Marconi, ma questo è un vero controsenso. Parole giuste e sacrosante le tue, ma se rivolte a chiunque altro italiano eccetto ,proprio, alla nipote di Mussolini, che in quanto tale e per il nome che porta, se anche non ci fosse stata la Resistenza e la lotta partigiana, lei,infatti, di sicuro , avrebbe comunque potuto parlare.
ma un’osservazione semplice e istintiva : se qualcuno non avesse trascinato l italia in una guerra incomprensibile le cui sorti erano prevedibilissime tanta violenza non avrebbe avuto ragione di esistere …sembra che si interpreti la resistenza come come l azione di gruppi di scalmanati che hanno seminato il terrore in nome di un ideologia, ma stiamo scherzando?Parliamo di attentati , gente fucilata alla schiena, e la gente , intere famiglie annientate solo per dare l esempio a chi dissentiva, quello non significa niente? invece di imbracciare le armi cosa avrebbero dovuto fare i partigiani? mettersi attorno ad un tavolo e discutere?
Tamara, traduco per capire. Vuoi dire che la Mussolini avrebbe parlato in ogni caso, cioè anche nel regime totalitario e quindi non solo in quello attuale?
Iacobini: ” elementare Watson”. Perchè ,secondo te no, invece non avrebbe potuto parlare nel regime del nonno che portava il suo nome? Che ho detto di tanto così incomprensibile e strano? Mi pare talmente un’ovvietà…
Stiamo sul punto. Marconi non si è rivolto con quelle parole ad un pinco pallino chiunque, come me , come te, come tutto il resto degli italiani, ma alla diretta nipote del Duce, la quale certamente avrebbe goduto ugualmente del diritto di parola, ripeto, solo per esserne la nipote.
Concordo,lei non avrebbe avuto bisogno dei partigiani per parlare magari di un’educazione meno” autoritaria” che l’ha un pò condizionata.
Per Pavoni. Fake news o no, la vicenda l’avrebbe raccontata Pertini medesimo in un’intervista che rilasciò nel 1973 a Oriana Fallaci:
http://www.oriana-fallaci.com/pertini/intervista.html
Voleva ‘Pavoneggiarsi’?
Caro Iacobini, di Pertini lei è molto più nipotino di me.