A sinistra il fantoccio del duce appeso ieri in piazza. A destra dall’alto: scontri tra forze dell’ordine e Forza Nuova, manifestazione antifascista, contromanifestanti durante il sit-in di Casapound
di Federica Nardi
Si scrive 2018, si legge 1945. Mentre il Paese per 73 anni ha cercato di lasciarsi alle spalle il conflitto tra fascisti e antifascisti ricomponendolo nella Repubblica democratica, a Macerata basta un fantoccio di Mussolini appeso in piazza Cesare Battisti per riaccendere un clima da guerra civile dove a farne le spese, ancora una volta, sono l’immagine e la reputazione della città.
Il 25 aprile, in provincia, è stato un vero caos. Prima ieri mattina il sindaco di Visso e senatore della Lega Giuliano Pazzaglini e il primo cittadino Macerata, Romano Carancini, se ne sono dette di cotte e di crude a mezzo stampa perché il primo ha organizzato una contromanifestazione nello stesso posto e alla stessa ora di quella provinciale dell’Anpi, tenendosi come location il piazzale del comune e lasciando al resto dei sindaci e associazioni della provincia i giardini. Tutto regolare sulla carta, a livello istituzionale la mossa di Pazzaglini ha diviso il pubblico in tifoserie tra i pro e i contro e scatenato le reazioni della politica. Poche ore dopo, nel tardo pomeriggio e in pieno centro storico a Macerata, il collettivo Antifa ha proposto come gioco ai bambini e alle bambine quello di prendere a mazzate un fantoccio del duce appeso a testa in giù per far uscire le caramelle. Una pignatta di dubbio gusto. Netta condanna da parte di amministrazione, opposizione e gruppi consiliari e denunce nell’aria. Una rincorsa a sdoganarsi o, dal lato delle minoranze, ad accusare sindaco e assessori chiedendo nuovamente le dimissioni della giunta.
“Macerata è libera”, recitava lo slogan che da febbraio in poi ha accompagnato le manifestazioni antirazziste e antifasciste nella città dove il fascista Luca Traini ha colpito in un raid 6 persone solo perché avevano la pelle nera. Erano le parole pronunciate dal partigiano Augusto Pantanetti che il 30 giugno 1944 liberava Macerata dal nazifascismo con il gruppo delle Bande Nicolò, quasi un anno prima rispetto alla data simbolo per l’Italia. Ma a guardarla bene, Macerata non è libera da nulla. Non è libera dallo sfinente teatrino politico e parapolitico che ha “sciacallato” l’efferato omicidio della 18enne Pamela Mastropietro per farne merce da campagna elettorale. Non è libera dalla triste fama dovuta ai fatti di cronaca che la rende un boccone irrinunciabile per l’ultradestra in cerca di visibilità e di consensi anche a costo di organizzare le ronde (come vorrebbe fare Forza Nuova i prossimi 5 e 6 maggio). E ora non è libera nemmeno dalla leggerezza di un collettivo, quello Antifa Macerata, che insieme alle altre anime antifasciste della città è riuscito a far sfilare senza intoppi 20mila persone a febbraio ma ieri è scivolato sulla carta delle caramelle uscite dalla finta testa del fantoccio del duce.
A Macerata sono esplosi, nel giro di tre mesi, tutti i fantasmi presenti e passati: il fascismo, il razzismo, l’odio contro gli immigrati, la violenza efferata sulle donne, le lacune del sistema d’accoglienza, la piaga sociale dello spaccio. La Liberazione poteva essere un passo avanti, una festa per respirare aria di tregua. Invece, credendo forse di scherzare, il collettivo Antifa ha soffiato di nuovo sul vento della discordia. Un vento che non giova a nessuno se non agli estremisti. E infatti l’effetto della trovata “antifascista”, ancora prima della polemica politica, è stato il preoccupante rigurgito di pancia con busti del duce a non finire pubblicati su Facebook e relativi commenti nostalgici del ventennio.
Dopo le critiche dell’amministrazione arrivate per voce del sindaco Romano Carancini, che annuncia anche il coinvolgimento della Digos, il collettivo Antifa ha pubblicato una lunga nota su Facebook dove la “Pignatta” della discordia viene rivendicata e fatta passare per una provocazione ben riuscita. «La liberazione – dicono gli Antifa di Macerata – è stata innanzitutto una lotta di liberazione, fatta di pistole, spari, brutalità e violenza. La sconfitta del nazifascismo ci dà il diritto di celebrare la vittoria, di seppellire l’odio con una risata, anche se amara. Perché dal nazifascismo non ci si libera né con le vane speranze, né con le parole o il dialogo. Il fascismo non è un’opinione. Non ci sorprendiamo – proseguono – nell’apprendere che la pignatta, una rappresentazione di cartapesta ripiena di caramelle, una provocazione muta che ci ricorda questa storia, provochi scandalo e indignazione. Conosciamo bene il perbenismo e l’ipocrisia di chi ha la pancia piena e tempo da spendere nei social. E i leoni da tastiera si scagliano ora contro di noi e ci augurano la morte, il terremoto, la tortura. Sono questi i pacifisti? Adesso chi è che sta istigando all’odio indiscriminato e alla violenza?. Nel frattempo, però, il pubblico rimane indifferente, muto, indaffarato a fare altro di fronte alla violenza reale, perpetrata a popolazioni reali, con morti e feriti reali, in Siria e in Rojava, come nel mare Mediterraneo, tomba di migliaia e migliaia di giovani, vecchi e bambini. Come a Firenze il 5 marzo e a Macerata il 3 febbraio, dove un neofascista stragista viene osannato o nel migliore dei casi giustificato, mentre un fantoccio di cartapesta suscita lo scandalo di tutti. Questa è l’ipocrisia colpevole che volevamo svelare. Non puntiamo a convincervi, ci basta mostrarvi cosa siete diventati».
Il post del gruppo Antifa di Macerata che attraverso un blog scimmiotta Cronache Maceratesi per pubblicare nei social finti articoli
Insomma, gli Antifa tornano seri dopo che stamattina, quando la polemica non si era ancora scatenata a piena potenza, dell’episodio avevano riso su un blog che da qualche tempo utilizzano per sbeffeggiare e additare personaggi e fatti non graditi dal movimento: un po’ tutta Macerata fuori dal Centro sociale. Un pupazzo certamente resta un pupazzo, ed esiste una differenza abissale tra un fantoccio e un essere umano. Ma è il richiamo alla violenza che preoccupa, ad esempio, il segretario provinciale della Cgil Daniel Taddei. «L’antifascismo – commenta Taddei – non deve cedere alla sua funzione politica, storica e formativa. L’antifascismo deve porsi come baluardo alla violenza, togliendo il nutrimento di cui si alimentano l’odio e l’intolleranza, diversamente li cresce, diventando il principale animatore del fascismo. In democrazia non esiste una violenza giusta ed una sbagliata, se non si parte da ciò si disconosce il fine per il quale i partigiani hanno combattuto ed anche perso la vita. Fare il vuoto intorno alla violenza è uno dei doveri più critici dell’antifascismo. Fare il vuoto intorno al fascismo è il significato più intenso della cultura antifascista».
E poi reazioni a non finire. Anche oltre provincia: l’europarlamentare Alessandra Mussolini domani arriverà a Macerata per una conferenza stampa. Dalla Provincia arriva la condanna del presidente Antonio Pettinari: «C’è chi irresponsabilmente continua a fare del male a Macerata e all’intera comunità provinciale. Ma in questo caso, quanto è successo, è ancora più assurdo ed inaccettabile. Si è riusciti persino a svilire e ad infangare il 25 aprile ed il suo profondo e reale significato. Bene hanno fatto tutti coloro che a vario titolo hanno condannato tale ignobile gesto. Le istituzioni ed i cittadini, in maniera ferma ed inequivocabile, debbono tutti riappropriarsi delle tradizioni, dei valori e dei principi che hanno caratterizzato la storia democratica della nostra comunità e difenderli senza farsi condizionare da schieramenti o appartenenze politiche».
Il Pd locale si unisce alla condanna per voce del segretario Stefano Di Pietro e del gruppo consiliare: «Celebrare il 25 aprile – come qualche irresponsabile e sprovveduto ha voluto fare nella nostra città – appendendo un fantoccio a testa in giù e invitando come gioco a percuoterlo con dei bastoni è stato un fatto subdolo e macabro che oltre a mandare un messaggio assolutamente sbagliato e lontano dal senso stesso della giornata ha rievocato una delle pagine più cupe e contraddittorie della storia della liberazione dal nazifascismo. Se poi si pensa che chiamati a partecipare a quel macabro gioco erano dei bambini in un momento in cui tutti siamo impegnati a combattere il bullismo, non si può che condannare l’episodio di piazza Battisti , per tanto chiediamo che chi lo ha ideato, ammetta tempestivamente il proprio errore e si scusi con la città di Macerata e i suoi cittadini».
«Un’idea malsana – dicono i consiglieri comunali dell’Udc Ivano Tacconi e Marco Foglia – per la quale lo sciacallaggio e lo scempio del ‘nemico’ sono moralmente accettabili: atteggiamento che condivide la stessa logica autoassolutoria e autoreferenziale di quella di quel mentecatto che, per punire quelli che ritiene essere i malvagi, decidesse di farsi giustizia da solo. Iniziativa, quindi, ancor più inaccettabile perché ulteriore contributo nefasto al clima di tensione e violenza che alberga nella nostra amata città ormai da qualche mese. Si rileva dunque con preoccupazione un montante rigurgito di idiozia contro la civiltà, l’educazione e il buon senso, che produce, purtroppo, liquami che infangano anche l’amministrazione comunale che evidentemente, con certe iniziative, non ha nulla a che fare. La strategia di destabilizzazione appare ormai chiara e va fronteggiata con coraggio. No alla violenza, no all’educazione all’odio, no ai fascismi di ogni colore, sì al dialogo, sì alla solidarietà, sì alla buona educazione, sì al rispetto dell’altro e degli altri».
Da Fratelli d’Italia il coordinatore regionale Carlo Ciccioli si augura addirittura che «gli autori della vergognosa rievocazione della scena di Piazzale Loreto con il pupazzo di Mussolini appeso a testa in giù a piazza Battisti vengano prima di tutto identificati e segnalati al Centro di Salute Mentale. Infatti sono pericolosi per sé e per gli altri. Va fatta diagnosi e idoneo programma terapeutico farmacologico e riabilitativo. Successivamente va chiarito che l’attività in essere cioè far rompere la testa con un bastone al pupazzo e far vincere dolciumi e caramelle che erano all’interno ai bambini, oltre ad essere gravemente diseducativo è reato sui minori e per questo vanno denunciati all’Autorità Giudiziaria. Terza cosa, prendere a calci la testa rotolata per terra è comunque vilipendio». Ciccioli se la prende con il sindaco Carancini: «Sarebbe più saggia una sua riflessione su Macerata e su come è stata degradata questa città grazie al lui ed al Gus. Le indagini sugli imputati nigeriani relative alla morte della povera Pamela e la dissezione del suo cadavere, sulle vicende dello spaccio generalizzato di droga, sulle idee ed sullo stile di vita di quei “rifugiati pagati”, danno la dimensione di ciò che sta succedendo in città e di quello che è stato combinato in questi ultimi anni».
“Antifa” rievoca piazzale Loreto, fa giocare i bambini alla pignatta con il fantoccio del duce
Bastonate al fantoccio del duce, Carancini: «Messa in scena ignobile»
Pignatta col fantoccio del duce, arriva Alessandra Mussolini
Per i grandi può essere satira, i bimbi piccoli, invece, potrebbero non capire la differenza e colpire la testa dì un fratellino....tanto dalla testa escono caramelle! Mah....la Disney cosa ne pensa?
Io da madre non avrei mai portato mia figlia a fare un "gioco" del genere.....dopo ci lamentiamo dei giovani e della loro educazione......ma noi genitori come li educhiamo?????
Inutile nascondere la verità . Macerata è schiava di associazioni , movimenti, gruppi . Che si chiamano voti. È una città che va ripulita dal marcio . Sindaco dimettiti
Questi è tutti fori de testa.non ci sono parole
tutto questo è quello che è stato non fa bene alla nostra città... Ci sarà pure un colpevole che ha permesso tutto questo, politico e non !!! Quindi ora oltre le scuole coraniche ci sono pure scuole dei centri sociali.... Che vergogna....
'Antifascisti'' è soltanto uno slogan dietro cui si celano. Io in questa 'manifestazione' vedo soltanto violenza e basta. Violenza e ricerca di potere, all'arancia meccanica.
Che annataccia x Macerata
Forse a Carlo Ciccioli sfugge che il centro di salute mentale non è (o per lo meno non dovrebbe essere) un centro per la repressione del dissenso. In questo modo ridicolizza il sistema sanitario e manca di rispetto a tutte quelle persone che vivono realmente un disagio. Indipendentemente dalle prese di posizione sull’evento in questione credo ci sia modo e modo di esprimere il proprio pensiero; certo a meno che l’intento non sia quello di far rivoltare nella tomba il povero Basaglia perché in quel caso devo ammettere che ha davvero centrato il punto.
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A Macerata sta succedendo di tutto. E allora occorre ritrovare equilibrio, buon senso e pace: per questo il sindaco dovrebbe chiamare in città il Dalai Lama.
Oltre ai fatti orribili che si sono svolti in questi mesi, ci mancava solo scempio, cosi’ abbiamo fatto veramente tombola, peggio di cosi’ non si puo’ andare.
Di subdoli e macabri ci sono solo sindaco, giunta e #pdioti tutti che, tra l’altro, finanziano con i soldi dei contribuenti i decerebrati comunisti dei centri sociali.
(Wikipedia) Antifa: Dalla tradizione dei movimenti di sinistra radicale, unita all’anarchismo, al movimento no global e quello dei centri sociali autogestiti, nacque negli anni ’90 Antifa Italia, che supporta iniziative dell’antifascismo istituzionalizzato, come quelle dei gruppi di ex partigiani dell’ANPI. Si oppone ai cortei di estrema destra e svolge corsi di autodifesa per militanti.
Che tristezza nel vedere la ricorrenza di quella che fu, indistintamente per tutte le parti in conflitto, una delle pagine più tragiche della nostra storia ridotta a ignobile parodia che (s)qualifica in primis gli stessi autori, che pure rivendicano l’ appartenenza alla schiera di coloro che ripudiano violenza, tirannide, odio.
Sono ancora troppo vivi in me i racconti dei miei genitori, mai a senso unico e sempre puntuali nel ricordare le colpe e le nefandezze dell’ una e dell’ altra parte, ma sempre implacabili nell’ attribuire la responsabilità principale e l’ inizio di tutto a chi con scellerata leggerezza abbracciò proditoriamente teorie liberticide e assunse posizioni da despota di quart’ ordine precipitando una nazione di per sè scevra ed aliena da tali atteggiamenti in un baratro dal quale in parte deve ancora riemergere perchè possa pensare di aderire con un compiaciuto sorrisetto di divertita approvazione a tale farsa da baraccone.
I valori della Resistenza e dell’ Antifascismo si onorano con ben altra dignità, ricordando con riconoscenza e gratitudine chi dette la vita o subì prevaricazioni, violenze, soprusi per affermare, soprattutto per chi sarebbe venuto dopo (cioè noi), gli ideali di pace, di libertà, di giustizia e di democrazia quali princìpi ispiratori del consesso civile quale noi oggi conosciamo.
Il PD locale e forze politiche che sostengono questa Amministrazione comunale si fermano ad una generica condanna. Non è sufficiente, ci sono delle responsabilità politiche dell’Amministrazione e della maggioranza che la sostiene. Basta con le chiacchiere è ora di dissociarsi dal sindaco e dalla giunta, mandatela a casa per essere credibili. Il bicchiere è pieno e trabocca delle violenze subite dalla città in questi ultimi anni.
E chi ci viene più a Macerata! Armare i bambini di bastone ed insegnargli a rompere la testa delle persone!!! Ma le forze dell’ordine dove sono? L’amministrazione cittadina cosa fa? I partiti politici sono contenti dello spettacolo? Il questore ed il prefetto sono in vacanza?
Ma basta, se ancora non avete capito niente del passato più o meno verosimilmente descritto potete capire il presente dove il movimento 5 stelle dopo cinque anni di invettive ed anche giuste contro il Pd, sta cercando di allearcisi. Avranno una visione politica al di sopra del comune intendere. Mi auguro che almeno i suoi sostenitori prendano netta distanza dal vertice Di Maio se vertice poi lo sia veramente. Non credo mai che un qualsiasi partito sia veramente attendibile, ma qui si assiste a qualcosa, secondo me di inedito. Per carità, sappiamo che in politica succede di tutto, però qui si esagera. Comunque non me ne frega niente, si distruggeranno a vicenda. Quello che volevo dire è che, no, niente, cioè, casomai, se, però, insomma e basta. Facciamo un piccolo raffronto tra bande fasciste e bande partigiane. L’introduzione sui fascisti è mia ed è arcinoto il contenuto ma mi serviva per arrivare ad una descrizione fatta da un partigiano.
“Le bande fasciste tra cui la Muti, la decima Mas, la Kock non erano da meno dei criminali nazisti con cui concorrevano nel seviziare, rastrellare, fucilare, torturare quasi in una gara per dimostrare chi era il più bravo, il più agguerrito, il più feroce. Le bande partigiane le lascio alla descrizione di Emanuele Artom ucciso dalle torture nel febbraio 1944 e il cui corpo non fu mai ritrovato, forse seppellito, forse gettato in un fiumiciattolo: i: «La vita di un bandito è molto complicata e succedono infiniti incidenti (…) un partigiano ubriaco litiga con un carabiniere e vien portato in carcere per qualche ora, poi rilasciato: un altro ingravida una ragazza: bisogna scrivere questi fatti, perché fra qualche decennio una nuova rettorica patriottarda o pseudoliberale non venga a esaltare le formazioni dei purissimi eroi: siamo quello che siamo: un complesso di individui in parte disinteressati e in buona fede, in parte arrivisti politici, in parte soldati sbandati che temono la deportazione in Germania, in parte spinti dal desiderio di avventura, in parte da quello di rapina. Gli uomini sono uomini.» Emanuele Artom, Diari di un partigiano ebreo (gennaio 1940-febbraio 1944)”.
Macerata umbilicus mundi.
tutti inorriditi dal fatto che bambini prendessero a bastonate un pupazzo,bene,adesso iniziate a farlo anche quando i vostri figli giocano tutto il giorno alla play station con giochi violenti in cui bisogna uccidere,uccidere,uccidere.
Si dicono antifascisti ma sotto alla bandiere rosse ,sono più fascisti dei loro avversari politici…. Gramsci e Berlinguer si stanno rigirando nella tomba per questo gravissimo oltraggio al nemico! I tanti come Me , oltre che non sentirsi rappresentati dagli pseudo-politicanti attuali,debbono subire pure l’onta di poter esser accomunati a questi decerebrati. Certo è che per organizzare quella pagliacciata di deconnessi purtroppo in giro ce ne sono davvero tanti
se ci fosse stato quello vero se putia anche capi’ ma un pupazzu…boh