Pd, l’assemblea dopo la tempesta
«Discontinuità senza lotte fratricide»

L'ANALISI DELLA SCONFITTA - Il Pd provinciale al completo ha fatto il punto della situazione. Vitali resta in carica. Assente solo Comi. Il parlamentare Mario Morgoni: «Dobbiamo avere il coraggio di una novità vera in Regione». La vice segretaria Castricini: «Ripartiamo da argomenti molto sentiti dalla gente e che abbiamo curato meno, a cominciare dalla sicurezza»
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di Federica Nardi

Oltre 20 interventi, sala piena e voglia di ricominciare dopo la batosta elettorale. Stamattina il Pd provinciale, con i candidati al completo (tranne il segretario regionale Francesco Comi), ha fatto il punto in un’assemblea pubblica all’hotel Grassetti di Corridonia. «La grande partecipazione – dice Paola Castricini, vice segretaria provinciale del Pd – è un ben segnale per noi, visto che veniamo da una sconfitta sonora. Significa che nonostante il dato del voto, c’è voglia di ritrovarsi, parlarne e ripartire».

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L’intervento di Francesco Verducci, eletto al Senato

I nodi della ripartenza sono tanti e per sviscerarli tutti serviranno più occasioni. Una prossima assemblea pubblica è già in programma. «Il comun denominatore – dice Castricini – è quello di ripartire dai territori e da quegli argomenti che abbiamo curato meno. Uno su tutti, quello della sicurezza che un po’ per i recenti fatti, un po’ per come va il mondo oggi, è un problema molto sentito a cui cercheremo di dare delle risposte». Poi la sanità, con la riapertura inaspettata del dibattito (dato che i sindaco avevano votato a ottobre) sulla localizzazione dell’ospedale unico che ha tutti i caratteri di una lotta fratricida in casa Pd tra Civitanova e Macerata. «Venerdì prossimo la segreteria provinciale promuove una riunione tra sindaci e amministratori del Pd per trovare una voce unica in questa vicenda».

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L’intervento di Mario Morgoni

Mario Morgoni, seduto al tavolo con i candidati, è al momento l’unico eletto maceratese di questa tornata (la proclamazione dovrebbe arrivare tra domani e martedì, con i dati ufficiali trasmessi alle Corti d’appello regionali che scioglieranno i dubbi su chi andrà a Roma e chi no). «Abbiamo analizzato il voto – racconta Morgoni -. Una grande riflessione che non si esaurisce in poco tempo perché si tratta di un passaggio storico. Sull’analisi convergono un po’ tutti: da un lato le idee delle politica e della rappresentanza sono state fortemente compromesse o quasi cancellate da questo voto. Dall’altro, il fatto che abbiano prevalso le forze più estremiste e populiste, che non si propongono di rimediare agli errori o lacune di una classe dirigente, ma di sovvertire il sistema, sostituendolo. Penso a quello che dicono di vaccini, Europa, istituzioni. Per la prima volta in Italia c’è una maggioranza di forze anti-sistema. Quindi urge una riflessione sui limiti del Pd e della sinistra. Perché la sinistra più estrema sta ancora peggio».

assemblea-pd-grassetti-5-325x244Dall’assemblea arriva anche la conferma che Francesco Vitali, reggente attuale della segreteria provinciale, non ha intenzione di dimettersi né del resto l’assemblea sente la necessità di ripensare i vertici locali. «Non c’è bisogno di ulteriori lacerazioni – dice Morgoni -. Certo, abbiamo visto un congresso con delle divisioni, ma ora l’unità va ritrovata facendo passi avanti. È evidente che serve discontinuità, ma dobbiamo produrla insieme, con la consapevolezza dei forti limiti del partito. Che – sottolinea il deputato -, non sono limiti di comunicazione. Ma il fatto che c’è stata più dedizione alle questioni interne che ai problemi esterni. Chiusura, autoreferenzialità. Ma la discontinuità non la realizzeremo certo con una guerra fratricida». Il punto è che rispetto al 2013, secondo Morgoni, il Pd «non viene più percepito come una forza di cambiamento. Per cui certamente il futuro del partito non è Renzi ma nemmeno tornare a prima di Renzi. La discontinuità, anche a livello regionale – conclude Morgoni – va data a partire dalla figura del leader. È questo il primo passo per colmare l’abisso di distanza dall’opinione pubblica. Per cui dobbiamo avere il coraggio di una novità vera. Percepita tale non da noi, ma dai cittadini. Il Pd torni a essere partito degli elettori».

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