Una giornata per riflettere sulle Marche del futuro, sul dopo terremoto, trovando nuove strade tra istituzioni ed università, per il rilancio dei territori dell’Appennino ferito dal sisma, già vittime di una crisi ultradecennale, che ha tolto abitanti ed attività economiche. A San Severino sono intervenuti oltre cento persone, tra sindaci, assessori, consiglieri comunali, cittadini, studenti, imprenditori, che si sono confrontati su “Le Marche della Rinascita, Marche Resilienti” con studiosi, accademici, rappresentanti delle forze sociali ed economiche. Una lunga giornata di dibattiti e approfondimenti, al termine della quale è intervenuto il Ministro della coesione territoriale Claudio De Vincenti che dopo aver elogiato il progetto formativo organizzato dal Consiglio regionale, ha ricordato i provvedimenti fatti dal governo, anche in un’ottica di sviluppo futuro.
“Per la prima volta sono stati stanziati fondi per finanziare la ripresa delle attività produttive, una parte rilevante dei 13 miliardi e mezzo di euro già stanziati è dedicata alla ricostruzione economica”. E ha concluso con un invito: “Avete il compito di rispondere al dolore dell’autunno scorso pensando alle Marche del futuro, che sono radicate nella vostra storia. Le radici delle Marche sono il legno per costruire la nave del futuro e i protagonisti siete voi, noi saremo solo gli strumenti”.
Ospite attesa, arrivata dopo la consegna delle Sae a Pieve Torina il commissario alla ricostruzione Paola De Micheli. “Dobbiamo puntare allo sviluppo economico delle zone del cratere, in particolare nelle Marche, la cui area interna è la più colpita, ci sono tante comunità che definisco in una situazione post-bellica, dove tutto è raso al suolo. Dobbiamo selezionare le misure fiscali che hanno funzionato, abbandonare quelle misure riconducibili ad un modello assistenziale, per evitare di vedere tra la gente l’atteggiamento ‘mi accontento perchè me la cavo così’”. “Dobbiamo rendere operative tutte le norme e le ordinanze costruite nella prima fase dall’ex commissario Errani – ha proseguito De Micheli – con il sostegno del governo. Per la ricostruzione privata abbiamo l’esigenza di chiudere quanto prima la partita dei danni lievi, questa è una fase di formazione delle donne e degli uomini che entreranno nella sfida della ricostruzione. Dovremo poi preparare quelle norme necessarie ed utili, per accelerare la parte pubblica della ricostruzione”.
Nei centri più colpiti secondo il commissario “si devono ricostruire i luoghi culturali e sociali, pensiamo alle scuole, ai comuni, ai teatri, perchè le abitazioni private non sono sufficienti a riconnettere le comunità. Nella legge di bilancio i colleghi parlamentari potranno portare all’attenzione le istanze dei territori. Le norme sulla zona franca e il fisco Sud saranno rafforzate, poi c’è il tema della seconda lista del cratere, quella legata alla scossa del 30 ottobre, qui riapriremo i termini per rendere più accessibili alle imprese, le norme della zona franca”.
Per il presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli “è maturo il tempo per l’elaborazione dello sviluppo futuro, ci sono tutti gli strumenti e le risorse per guardare avanti con sguardo fiducioso e sereno. E guardare avanti, non significa smettere di guardare quello che accade intorno a noi”. Ricorda le scelte già fatte in chiave di investimento per il domani, come “il finanziamento delle seconde case, nell’ottica di cogliere quanto la ricostruzione dovesse essere anche ricostruzione economica”. Nelle Marche della rinascita, per Ceriscioli, ci sono investimenti per le strutture tecnologiche, come la banda larga, ma anche per i trasporti e i collegamenti, strumenti a favore delle imprese, attenzione all’ambiente e al lavoro”. “La sfida – conclude – sarà costruire la sommatoria di tutti questi percorsi, perché nessuno da solo potrà raggiungere l’obiettivo”.
La scelta di dedicare al tema della Rinascita la seconda edizione di #marcheuropa è stata spiegata dal presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo. “Il secondo ciclo – ha detto – non poteva non tener conto della drammatica novità del sisma che ha investito la comunità regionale. I cinque appuntamenti nelle aree interne offriranno un contributo di riflessione sul futuro di più di un terzo del territorio regionale, 87 comuni, circa 370mila abitanti. Oggi, nel dramma, si è aperta la possibilità di fare del centro Italia il laboratorio della messa in sicurezza dell’intero Paese. Non dobbiamo farci sfuggire questa occasione, occorre accantonare i campanilismi, lavorare in squadra, lasciare da parte le polemiche e costruire relazioni per realizzare progetti, per creare nuove opportunità di vita e di lavoro”. E ha terminato proponendo due cose da fare subito: “in tempi celeri una banca dati sugli effetti del sisma in tutta l’area del cratere e l’insediamento di un tavolo nazionale in cui le università e i centri studi territoriali e nazionali possano offrire proposte per nuovi sentieri di sviluppo”. L’assessore all’ambiente e alla protezione civile Angelo Sciapichetti disegna gli scenari presenti e futuri. “Siamo nel passaggio cruciale tra emergenza e ricostruzione, finché abbiamo 31mila persone fuori dalle abitazioni, non possiamo ancora parlare di ritorno alla normalità”. Ribadisce la promessa di “portare a termine entro fine anno il 90% delle Sae”, ma riconosce che questo non basta, perché il rischio è quello di creare “borghi scatole vuote”. “Nel futuro c’è la fase più complessa, quella della rigenerazione del territorio” – sottolinea Sciapichetti. Occorre stabilire una serie di priorità. Viabilità e servizi socio-sanitari sono al primo posto, a suo parere, ma serve anche “un riordino dal punto di vista istituzionale: la legge sui piccoli comuni è il primo passo concreto, ma dobbiamo avere il coraggio di andare oltre, i comuni possono iniziare un percorso di collaborazione nei servizi”.
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Il discorso della De Micheli è stato eccezionale.Passi quel che ha detto su Errani, siamo abituati anche a cose peggiori, ma lei, dico lei che cosa ha detto? Niente, ha ripetuto quello che dalla prima scossa hanno detto tutti. Non una sola parola fuori posto.Si è dimostrata una vera signora. Avesse detto ” Marte “,almeno uno avrebbe potuto pensare: ” Aho, questa sa il fatto suo, sa ciò che vuole e dove vuole arrivare,speriamo sappia anche dove vogliono arrivare tutti gli altri, soprattutto i terremotati. Lasciamo perdere Sciabichetti che continua a disegnare, non li ho mai visti, ma vedi mai che come pittore sia meglio che come assessore alla protezione civile e non ci vorrebbe tanto. La cosa più preoccupante è che si pensa al futuro con seduto al tavolo di quelli che capiscono, il Prof. Ceriscioli. Mi spiace ma con lui lì, io comincerei ad aver paura subito subito per il presente e con la speranza che per il futuro si dedichi a qualcos’altro. Si dia alla culinaria, allo studio dei calamari giganti nelle profondità degli oceani o magari si faccia venire la passione per l’alpinismo. In Nepal qualche cima inviolata ci dovrebbe ancora essere e poi con l’arrivo prossimo dell’Inverno diventa tutto più eroico, ardito, romantico, appeso ad ottomila metri ad un chiodo piantato nel ghiaccio. Brrr, mi viene freddo solo a pensarci.
IL RUOLO DELLE PROVINCE NELLA RICOSTRUZIONE
I poteri delle Province sono stati fortemente ridimensionati dal recente riassetto istituziaonale, tuttavia se lo si vuole questi Enti di carattere intermedio possono svolgere un ruolo determinante nel processo di ricostruzione post-sisma. Il Commissario del Governo per la ricostruzione ha disposto per le Province dell’Italia centrale colpite dai recenti eventi sismici l’assunzione a tempo determinato di un congruo numero di tecnci e tecnici-progettisti. Energie fresche pagate dallo Stato da occupare in prima istanza nei settori rimasti di specifica competenza delle amministrazioni provinciali: le strade e le scuole. Tuttavia per le strade continua ad esservi il decisivo contributo dell’Anas rispetto al quale è necessario opporsi al criterio della riduzione in pristino.Gli interventi di ricostruzione dopo i terremoti sono stati sempre occasioni di ammodernamento ed hanno seguito piuttosto il principio del miglior rapporto costi-benefici.Al contempo resta in capo all’Ufficio del Commissario di Governo la progettazione, l’appalto e la realizzazione di un considerevole numero di edifici scolastici prefabbricati ed antisismici.Il soggetto istituzionale che ha avviato quest’opera è bene che la porti a compimento non senza la partecipazione delle istituzioni locali ed i comitati dei cittadini;in tal modo senza trasferimenti ad altri Enti si potrà dare esempio di efficenza amministrativa.Resta certamente in capo alle Province la necessità di assicurare l’adeguata manutenzione alla rete carrabile secondaria nei diversi Comuni ed il collegamento con le innumerevole contrade sparse nei territori.L’assolvere a tali essenziali mansioni non impedisce tuttavia agli Enti provinciali di rivendicare un maggior ruolo decisionale nell’ambito complessivo della ricostruzione post-sisma. Nel passaggio epocale che le Province meridionali delle Marche stanno affrontando è auspicabile che venga loro riassegnata la funzione di coordinamento dei Comuni; ruolo di “cerniera” loro proprio e quando necessario, di diretta interlocuzione con le istituzioni dello Stato.Le Marche sono fisicamente e storicamente prima che una Regione un territorio fatto di Province.La ricostruzione post-terremoto durerà inevitabilmente diversi lustri: è possibile impedire per tutto questo tempo alle Province e con loro ai Comuni di essere protagonisti ed artefici delle scelte che interessano i loro territori?
La possibilità che le Province hanno di avvalersi di nuove risorse umane e competenze richede di essere valorizzata al meglio e non solo interpretata quale aggiuntivo apporto tecnico ai fini della gestione delle competenze residuali loro rimaste.Senza aggravi di spesa nell’ambito delle nuove assunzioni a tempo determinato previste è possibile prevedere oltre alle figure di tecnici strettamente intesi anche la figura di un tecnico-progettista con competenze multidisciplinari che oltre l’ambito tecnico includano quello storico-artistico e del restauro finanche al paesaggio. In tal modo la Provincia potrà dotarsi di uno specifico servizio sottoposto all’indirizzo e al controllo della Giunta e del Presidente.Un contributo caratterizzato dalla integrazione di saperi e competenze che rifugge dall’uso autonomo e talora mitizzato della tecnica per se stessa;un approccio quest’ultimo dimostratisi foriero di gravi inefficienze.Un servizio di carattere provinciale per i Comuni del territorio costituito da un complesso organico di mansioni indirizzate al perseguimento di programmi e progetti condivisi rispetto alla ricostruzione edilizia,urbana e paesaggistica nonchè in grado di intervenire con efficacia e tempestività quando necessario, colmando vuoti e lacune che sempre possono ancora presentarsi.Una competenza capace di contribuire alla cultura della ricostruzione anche promuovendo progetti innovativi non calati dall’alto ma a contatto diretto con i territori nel confronto con i differenti soggetti pubblici e privati che a diverso titolo richiedono e/o possono fornire un prezioso contributo alla ricostruzione.
Da più parti a partire dai Sindaci si stà chiedendo una rimodulazione dei procedimenti amministrativi che vada nella direzione della semplificazione e di una maggiore adeguatezza alle esigenze specifiche dei diversi territori. Le Province possono divenire lo strumento attuativo di queste istanze, in grado di fornire un apporto strategico alla qualità della ricostruzione. La Provincia si costituisce quale interlocutore diretto e privilegiato per i Sindaci e finanche dei singoli cittadini perchè Ente più vicino ai territori, meglio adatto a provvedere dei necessari servizi di programmazione,pianificazione ed innovazione edilizia piu adeguati allo specifico di ogni
contesto,e non ultimo favorendo direttamente la partecipazione popolare.Vi è la reale possibilità di raddrizzare la macchina della ricostruzione attraverso il potenziamento del ruolo delle Province che passa necessariamente nella riassestamento delle competenze con la Regione facendo così del principio di sussidarietà una realtà.L’Ufficio Speciale della Ricostruzione alleggerito di alcune resposabilità potrà concentrarsi sulle funzioni essenziali di verifica e controllo lasciando la gestione dei progetti agli Enti più vicini ai cittadini. Con l’opportuno aggiornamento dell’Ordinanza n°19 (danni pesanti) l’Ufficio Speciale della Ricostruzione potrà più adeguatamente dedicarsi su i due aspetti più importanti: l’accertameno dei danni dal quale scaturiscono le opere da realizzarsi. Il percorso danni – opere – costo richiede di essere il più diretto possibile nell’interesse della popolazione e della stessa Pubblica Amministrazione. La individuazione certa dei danni è conseguibile per la grandissima parte dei casi attraverso un adeguata documentazione di rilievo grafico e fotografico, opportunamente descritta e digitalizzata (banca dati). In questo modo si è quasi sempre nelle condizioni di definire con sufficiente certezza ed in tempi brevi quali sono le opere necessarie in tipologia e quantità; da cui il controllo dei costi, attraverso l’unico prezzario accreditato comprensivo di tutte le voci necessarie.
arch.Claudio Mecozzi