Quella delle cosidette macerie è questione male impostata sin dall'inizio da parte di una politica di ricostruzione di carattere centralista che si presta a speculazioni economiche e financo ideologiche.Quando mai un terremoto ha prodotto macerie? Cosa si intende per macerie? Come ben vediamo è questione che riguarda prevalentemente l'edificato storico (centri storici) fatto di muratura tradizionale,ovvero trattasi di manufatti disassemblabili e riassemblabili di per sè. Dunque fin quanto intendiamo per macerie le suppellettili di ogni ordine e grado rovinate e non più riutilizzabili si conviene nel definirle macerie da smaltire correttamente. Ma nel momento in cui abbiamo a che fare con materiali di carattere edilizio ovvero nello specifico conci lapidei,laterizi,travi ed orditure lignee quì c'è ben poco da smaltire, ma per almeno 2/ 3 si tratta di materiali perfettamente adatti ad esser riutilizzati. Financo ce ne sono di preziosi come pietre conce e lavorate. Non è questione solo di risparmio economico (vedasi recente aumento delle materie prime destinato a non arrestarsi ) ma primariamente trattasi di corretta ricostruzione post-sisma dell'edificato storico.La muratura storica richiede di esser trattata in modo consono alla sua logica costruttiva e strutturale e questo lò si fà impiegando fondamentalmente materiali e tecniche tradizionali, ancorchè aggiornate.Nè si tratta principalmente di una questione paesaggistica ed estetica ma essenzialmente tecnica. Il restauro strutturale di un edificio storico richiede di esser conforme ai caratteri costruttivi propri di questi manufatti i quali prevedono in sè stessi le specifiche necessarie a rendere l'edificio resistente al sisma. Questo non significa che non possono esser fatte innovazioni, al contrario queste sono auspicabili, ma dentro la logica costruttiva propria della muratura storica.
Claudio Mecozzi (autore di: Muratura storica. Il restauro strutturale dell'edilizia storica minore. Libro pubblicato su Amazon)
La ricostruzione del Friuli è stata un esempio sì, ma per quei tempi.Dopo 40 anni a fronte del progresso tecnico e dell'evoluzione culturale - che nonostante tutto c'è stata - si deve e si può fare meglio.L'inpostazione della ricostruzione post sisma 2016 si è dimostrata ampiamente inadeguata destinata a far pesare i suoi errori sino alla fine.E' del tutto inconcepibile che dall'inizio non vi sia stata la chiara distinzione tra edificato moderno e edificato storico (centri storici).Ciò avrebbe prodotto un modus operandi specifico per la muratura storica che ha le sue proprie caratteristiche costruttive le quali nulla hanno a che vedere con i telai in cemento armato, per capirci. Questo avrebbe significato una ricostruzione del patrimonio edilizio storico più celere più efficace sotto ogni punto di vista e più corretta culturalmente.Si sarebbe dovuto far tesoro delle esperienze precedenti anche se l'errore stà a monte perchè le stesse Norme Tecniche delle Costruzioni non prevedono criteri distinti e specifici per gli interventi sulla muratura storica. Si interviene sull'edificato storico attraverso approssimazioni dedotte dalle moderne strutture intelaiate in cemento armato (telaio equivalente) e questo è fuorviante semplicemente perchè si mettono grossolanamente insieme "le mele con le pere". La Scienza delle Costruzioni della muratura storica si chiama Regola dell'Arte che è il risultato di pratiche ed affinamento tecnico ultrammillemnario. Snobbare questo patrimonio incommensurabile di conoscenze che si è declinato nei diversi periodi storici dimostra soltanto presunzione.....e le conseguenze deleterie di tale supponenza modernista si son purtroppo viste molto bene.
CONFUSIONE
Ho visto il video e vorrei stare sul punto che più ha creato scandalo; ovvero questa sorta di confronto tra il peccato di aborto e quello di pedofilia. Ed in effetti è un confronto che non si capisce perchè sia stato repentinamente tirato in ballo con un espressione sbrigativa che certo non aiuta a capire. La posizione della Chiesa sull'aborto è risaputa, basta leggere il Catechismo della Chiesa Cattolica; l'aborto in quanto soppressione di una vita è un omicidio. Ciò rappresenta la posizione della Chiesa da sempre e fin quì non cè alcuna novità.
" E' più grave l'aborto o un atto di pedofilia? " Che senso avrebbe tale domanda? Un atto singolo in sè (e comunque dipende da che atto) potrebbe esser meno grave dell'aborto, ma considando per intero il fenomeno della pedofilia anch'esssa diventa un omicidio quando perpetrata su creature innocenti come i bambini. Un omicidio morale dalle conseguenze devastanti per tutta la vita. Non rari sono i suicidi delle vittime di pedofilia. Dunque perchè tirare in ballo improvvisamente la pedofilia con una espressione furtiva? Quale è il senso di questa specie di confronto? Si voleva alludere a quelche cosa di preciso? Fatto recente? Basta spiegare allora. Nell'Omelia in questione come si vede dal video si stava parlando dell'aborto,della recente legge in Polonia, e si stava esprimendo conseguentemente la posizione della Chiesa che peraltro conosciamo da sempre. Viene espresso implicitamente un plauso al Governo Polacco per questa legge al quale come cattolico mi associo; e fin quì tutto chiaro. Che c'entrava tirare in ballo improvvisamente in quel frangente la pedofilia? Da dove è nata l'esigenza di evocarla in quel contesto visto che si stava parlando d'altro? Si tratta in tutta evidenza di un argomento anch'esso molto serio, tuttavia diverso e distinto. Sarebbe certamente bene trattarlo ma secondo un minimo di criterio. Un tale argomento non può certamente esser liquidato con una espressione furtiva inserita dentro un altro discorso, si configurerebbe facilmente come un modo equivoco per affrontare tale problema. Lo si tratti allora compiutamente. Anche nei riguardi della pedofilia la posizione di Santa Madre Chiesa è risaputa, sinteticamente espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica di Giovanni Paolo II.
SEMPLIFICAZIONE RESPONSABILIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE
Speriamo di andare verso una semplificazione delle procedure ( in questo senso l'iniziativa del Sindaco di Visso può essere interessante se supportata da idonee professionalità) così come nella direzione di una maggiore responsabilizzazione dei tecnici liberi professionisti i quali già per alcuni atti svolgono il ruolo di Pubblici Ufficiali.Tale ruolo dovrebbe essere esteso all'intera procedura della ricostruzione valorizzando le specificità professionali. Alla Pubblica Amministrazione il compito del controllo e della verifica. Arch.Claudio Mecozzi
SEMPLIFICARE RESPONSABILIZZARE E RAZIONALIZZARE
Speriamo di andare verso una semplificazione delle procedure; in questo senso l’iniziativa del Sindaco di Visso può essere interessante se supportata da idonee professionalità. Nello stesso tempo è necessario procedere nella direzione di una maggiore responsabilizzazione dei tecnici liberi professionisti i quali già per alcuni atti svolgono il ruolo di Pubblici Ufficiali.Tale ruolo dovrebbe essere esteso all’intera procedura della ricostruzione valorizzando le specificità professionali e le specializzazioni. Alla Pubblica Amministrazione il compito del controllo e della verifica. Arch.Claudio Mecozzi
IL RUOLO DELLE PROVINCE NELLA RICOSTRUZIONE
I poteri delle Province sono stati fortemente ridimensionati dal recente riassetto istituziaonale, tuttavia se lo si vuole questi Enti di carattere intermedio possono svolgere un ruolo determinante nel processo di ricostruzione post-sisma. Il Commissario del Governo per la ricostruzione ha disposto per le Province dell'Italia centrale colpite dai recenti eventi sismici l'assunzione a tempo determinato di un congruo numero di tecnci e tecnici-progettisti. Energie fresche pagate dallo Stato da occupare in prima istanza nei settori rimasti di specifica competenza delle amministrazioni provinciali: le strade e le scuole. Tuttavia per le strade continua ad esservi il decisivo contributo dell'Anas rispetto al quale è necessario opporsi al criterio della riduzione in pristino.Gli interventi di ricostruzione dopo i terremoti sono stati sempre occasioni di ammodernamento ed hanno seguito piuttosto il principio del miglior rapporto costi-benefici.Al contempo resta in capo all'Ufficio del Commissario di Governo la progettazione, l'appalto e la realizzazione di un considerevole numero di edifici scolastici prefabbricati ed antisismici.Il soggetto istituzionale che ha avviato quest'opera è bene che la porti a compimento non senza la partecipazione delle istituzioni locali ed i comitati dei cittadini;in tal modo senza trasferimenti ad altri Enti si potrà dare esempio di efficenza amministrativa.Resta certamente in capo alle Province la necessità di assicurare l'adeguata manutenzione alla rete carrabile secondaria nei diversi Comuni ed il collegamento con le innumerevole contrade sparse nei territori.L'assolvere a tali essenziali mansioni non impedisce tuttavia agli Enti provinciali di rivendicare un maggior ruolo decisionale nell'ambito complessivo della ricostruzione post-sisma. Nel passaggio epocale che le Province meridionali delle Marche stanno affrontando è auspicabile che venga loro riassegnata la funzione di coordinamento dei Comuni; ruolo di "cerniera" loro proprio e quando necessario, di diretta interlocuzione con le istituzioni dello Stato.Le Marche sono fisicamente e storicamente prima che una Regione un territorio fatto di Province.La ricostruzione post-terremoto durerà inevitabilmente diversi lustri: è possibile impedire per tutto questo tempo alle Province e con loro ai Comuni di essere protagonisti ed artefici delle scelte che interessano i loro territori?
La possibilità che le Province hanno di avvalersi di nuove risorse umane e competenze richede di essere valorizzata al meglio e non solo interpretata quale aggiuntivo apporto tecnico ai fini della gestione delle competenze residuali loro rimaste.Senza aggravi di spesa nell'ambito delle nuove assunzioni a tempo determinato previste è possibile prevedere oltre alle figure di tecnici strettamente intesi anche la figura di un tecnico-progettista con competenze multidisciplinari che oltre l'ambito tecnico includano quello storico-artistico e del restauro finanche al paesaggio. In tal modo la Provincia potrà dotarsi di uno specifico servizio sottoposto all'indirizzo e al controllo della Giunta e del Presidente.Un contributo caratterizzato dalla integrazione di saperi e competenze che rifugge dall'uso autonomo e talora mitizzato della tecnica per se stessa;un approccio quest'ultimo dimostratisi foriero di gravi inefficienze.Un servizio di carattere provinciale per i Comuni del territorio costituito da un complesso organico di mansioni indirizzate al perseguimento di programmi e progetti condivisi rispetto alla ricostruzione edilizia,urbana e paesaggistica nonchè in grado di intervenire con efficacia e tempestività quando necessario, colmando vuoti e lacune che sempre possono ancora presentarsi.Una competenza capace di contribuire alla cultura della ricostruzione anche promuovendo progetti innovativi non calati dall'alto ma a contatto diretto con i territori nel confronto con i differenti soggetti pubblici e privati che a diverso titolo richiedono e/o possono fornire un prezioso contributo alla ricostruzione.
Da più parti a partire dai Sindaci si stà chiedendo una rimodulazione dei procedimenti amministrativi che vada nella direzione della semplificazione e di una maggiore adeguatezza alle esigenze specifiche dei diversi territori. Le Province possono divenire lo strumento attuativo di queste istanze, in grado di fornire un apporto strategico alla qualità della ricostruzione. La Provincia si costituisce quale interlocutore diretto e privilegiato per i Sindaci e finanche dei singoli cittadini perchè Ente più vicino ai territori, meglio adatto a provvedere dei necessari servizi di programmazione,pianificazione ed innovazione edilizia piu adeguati allo specifico di ogni
contesto,e non ultimo favorendo direttamente la partecipazione popolare.Vi è la reale possibilità di raddrizzare la macchina della ricostruzione attraverso il potenziamento del ruolo delle Province che passa necessariamente nella riassestamento delle competenze con la Regione facendo così del principio di sussidarietà una realtà.L'Ufficio Speciale della Ricostruzione alleggerito di alcune resposabilità potrà concentrarsi sulle funzioni essenziali di verifica e controllo lasciando la gestione dei progetti agli Enti più vicini ai cittadini. Con l'opportuno aggiornamento dell'Ordinanza n°19 (danni pesanti) l'Ufficio Speciale della Ricostruzione potrà più adeguatamente dedicarsi su i due aspetti più importanti: l'accertameno dei danni dal quale scaturiscono le opere da realizzarsi. Il percorso danni – opere – costo richiede di essere il più diretto possibile nell'interesse della popolazione e della stessa Pubblica Amministrazione. La individuazione certa dei danni è conseguibile per la grandissima parte dei casi attraverso un adeguata documentazione di rilievo grafico e fotografico, opportunamente descritta e digitalizzata (banca dati). In questo modo si è quasi sempre nelle condizioni di definire con sufficiente certezza ed in tempi brevi quali sono le opere necessarie in tipologia e quantità; da cui il controllo dei costi, attraverso l'unico prezzario accreditato comprensivo di tutte le voci necessarie.
arch.Claudio Mecozzi
LA RICOSTRUZIONE DI CAMERINO
Nell'ambito di un quadro unitario la ricostruzione è fatta di singole scelte progettuali.Ogni scelta è espressione di una sintesi tra dati tecnici e pluralità di aspetti culturali. Il tutto si traduce in decisioni di governo del territorio e della città (progettuali) che richiedono la massima ottimizzazione del fattore tempo (no perdite di tempo).
Non conosco nel dettaglio lo stato di Palazzo "Toffee" ma emerge dall'articolo una situazione limite che poteva esser dedotta sin dai giorni successivi alle scosse sismiche attraverso gli opportuni sopralluoghi speditivi.Certamente in primo luogo vi è stata la necessità di salvaguardare la incolumità fisica degli inquilini e degli abitanti all'intorno; e questo mi sembra sia stato fatto. Le situazioni di estrema criticità sono state affrontate immediatamente ed efficacemente dai Vigili del Fuoco. Rispetto alle ulteriori situazioni critiche poste nell'ambito dell'edilizia moderna dove preponderante è il parametro costi il Sindaco avrebbe dovuto richiedere sollecitamente la pronuncia dell'Ufficio Speciale della Ricostruzione che con altrettanta tempestività avrebbe dovuto pronunciarsi rispetto all'abbattimento o alla messa in sicurezza in vista del ripristino. Diverso è il caso per l'edilizia ed i monumenti del centro storico dove il peso dei valori storico-artistici ha valenza preminente per cui la demolizione rappresenta sempre l'estrema ratio.
Dall'articolo si può dedurre che i danni del palazzo "Toffee" non investono la struttura portante in cemento armato ma pittosto il sistema dei muri di tamponamento unitamente alle finiture interne.Sono danni riparabili tecnicamente che però alla luce di una stima speditiva evidenziano la non convenienza economica di un tale intervento. Tale conclusione necessita di esser confermata dall'Ufficio Speciale della Ricostruzione per procedere alla demolizione.Gli ingenti danni causati dal sisma a Camerino richiedono di esser affrontati prendendo preventivamente le giuste misure per procedere ad una corretta ricostruzione la quale si attua affrontando le diverse criticità che implicano sempre scelte di carattere complessivo (progettuale) non risolvibili correttamente con il solo parametro tecnico.Il dato tecnico infatti richiede di esser interpretato e contemperato con gli altri fattori in gioco. Per questo è auspicabile che nello staff del Sindaco ci siano le giuste competenze in grado di fornire un effettivo e decisivo contributo rispetto alle scelte di indirizzo che riguardano la ricostruzione.Scelte che richiedono capacità e visione progettuale (sintesi di conoscenze) anche e sopratutto quando devono esser prese tempestivamente. Saper fornire le giuste risposte (progettuali) significa anche avere gli argomenti per sostenerle di fronte alle critiche che comunque verranno avanzate.Senza solidi argomenti si resta in silenzio o si risponde in modo improprio ai pungoli che provengono dalle opposizioni;le quali fanno il loro mestiere. Sono gli stessi argomenti poi che servono per affrontare le diverse forme della partecipazione popolare dove si parte sempre da questioni concrete espressione dei problemi dei cittadini sottoposti non di rado in queste situazioni a forti disagi.
Esperti delle procedure del diritto amministrativo il Comune ce li ha; i diversi temi della ricostruzione richiedono ora competenze capaci di coniugare la molteplicità dei dati tecnici con tutte le istanze in campo, poichè scegliere (decidere) è questioneineludibile.Indirizzare,prefigurare,programmare,progettare deve costituirsi dunque operazione quanto più corretta possibile, risposta qualificata nella capacità di governare la complessità.Il caso di S.ta Maria in Via,quello della scuola Betti,ora palazzo "Toffee" ed altri sono tutti segnali che indicano di quali competenze l'Amministrazione Comunale ha urgentemente bisogno.E' fondamentale però che il Sindaco e l'intera Amministrazione escano dal provincialismo e sappiano riconoscere le capacità dove ci sono.
Claudio Mecozzi
Claudio Mecozzi
«claudio»
Utente dal
15/9/2017
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