di Sara Santacchi
Incertezza. E’ questo lo stato d’animo principale attorno alla Maceratese negli ultimi giorni, dopo il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre nei tempi previsti dal regolamento (leggi l’articolo). Se in campo la squadra si sta facendo valere grazie ai 32 punti in classifica che tengono ad otto lunghezze di distanza la zona playout, fuori dal terreno di gioco la situazione preoccupa. E attorno all’ambiente biancorosso circolano molti dubbi sul fatto che il presidente Spalletta assolva agli impegni presi: pagare gli stipendi tra giovedì e venerdì di questa settimana.
Già dalla fine dello scorso campionato di Lega Pro, in effetti, era stata evidenziata una realtà poco serena nelle casse della società, che era stata solo in parte risolta grazie ad un esborso di denaro da parte dell’ex presidente Maria Francesca Tardella. Le difficoltà della gestione Tardella e la sua intenzione di vendere erano state più volte svelate da Cronache Maceratesi. Ad oggi, il mancato pagamento delle mensilità di novembre e dicembre (i primi che spettano al presidente Spalletta dopo il passaggio di proprietà della società) porterà come conseguenza quasi sicuramente un ulteriore punto di penalizzazione in classifica ma, soprattutto, ha generato malumore nella squadra e nell’ambiente. Il numero uno biancorosso, assente in tribuna nel derby col Fano domenica, ha assicurato che provvederà al pagamento entro la fine di questa settimana. Non parla con la stampa e dice che lo farà al momento più opportuno, ma cosi aumenta ancor di più la preoccupazione dei sostenitori della Rata.
Roberto Mosca
Roberto Mosca chiede seccamente: “Perchè Spalletta ha acquistato la Maceratese?”. La mancanza di chiarezza porta ad alimentare dubbi dei sostenitori storici, che tante ne hanno affrontate per i colori biancorossi: “Non so cosa aspettarmi – commenta Gabriele Ferramondo – Non vorrei che fossimo passati dalla padella alla brace”. Scetticismo, speranza, ma anche disincanto non tanto nei confronti della Maceratese quanto nel “nuovo calcio”, che obbliga i tifosi a prenotare i biglietti giorni prima, munirsi di tessera del tifoso, spostamenti a piedi chilometrici e controlli considerati decisamente oltremisura. A far allontanare i tifosi dalla realtà sportiva più importante della città non c’è solo l’incertezza verso il suo futuro. “Il calcio deve cambiare altrimenti è finito – esclama Maurizio Massaccesi – Siamo scortati, non possiamo arrivare con la macchina, grate su grate, divisori, gabbie, non si va più allo stadio, sembra di andare non si sa dove. Io metterei tutti i tifosi insieme, come in Inghilterra. Io la domenica non sono libero di poter decidere di andare a vedere la partita, perché se non l’ho già deciso prima non posso acquistare il biglietto, la biglietteria è chiusa”. Della stessa opinione Mario Castellani: “Non seguo più perché ti fanno passare la voglia di andare a allo stadio – spiega Mario Castellani – Non è possibile che per una partita di calcio sembra che sia una guerra”.
Spalletta-Maceratese, impegno importante con il mirino alla serie B
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Ma non si può rimediare con i voucher?
Speriamo bene…la squadra e la città non lo meritano dopo tanti sacrifici!!