Lavori di contorno alla Civita Park, in quattro finiscono sotto accusa perché avrebbero eseguito lo scavo per la modifica di una fognatura all’interno di un terreno ma senza avere il permesso a costruire e in mancanza di una servitù per entrare nella proprietà. Per svolgere i lavori avrebbero danneggiato una rete metallica. Imputati al tribunale di Macerata sono in quattro tra cui Mauro Mattucci, legale rappresentante della Civita Park srl e Franco Capozucca, in qualità di dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Civitanova, committente delle opere. Oltre a loro sono sotto accusa il direttore dei lavori e il legale rappresentante della ditta che li aveva eseguiti.
Si è aperto oggi al tribunale di Macerata un processo che prende in esame i lavori che riguardano la modifica di una fognatura che sarebbero stati eseguiti su di un terreno di proprietà della ditta Samesi immobiliare spa e che si trova tra via Einaudi e via Silvio Pellico, a Civitanova. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Raffaela Zuccarini, le opere sarebbero state eseguite in violazione di diverse disposizioni di legge «al fine di trarne un ingiusto profitto», perché non si era perfezionata alcuna procedura di servitù. Per svolgere i lavori di scavo – si tratta di opere di contorno legate alla Civita Park – per la modifica di una condotta fognaria che sarebbero stati eseguiti in assenza del permesso di costruire. Per svolgere i lavori, continua l’accusa, sarebbe stata rimossa una recinzione metallica. I fatti risalgono all’8 ottobre del 2012. Sotto accusa, per danneggiamento e deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi, sono: Capozucca, in qualità di dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Civitanova, committente delle opere, Ulderico Montevidoni, in qualità di direttore dei lavori, Mauro Mattucci, in qualità di legale rappresentante della Civita Park srl, esecutrice dei lavori, Nicola Schiavone, come legale rappresentante della Moviter srl, materiale esecutrice dei lavori. Inoltre il solo Capozucca è imputato perché avrebbe attestato falsamente, in una nota dell’11 ottobre 2012, che la proprietà sita in via Einaudi «è gravata per legge da servitù di passaggio, atta, utile e necessaria all’esecuzione di qualsiasi lavoro atto a mantenere la funzionalità del servizio di pubblica utilità», mentre in realtà – dice ancora l’accusa – le procedure relative alla costituzione della servitù non erano state concluse. Questa mattina la ditta Samesi si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Simone Santoro. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Cristina Cingolani, Augusto La Morgia, Claudio Acquaroli.
(Gian. Gin.)
Commenti disabilitati per questo articolo