di Laura Boccanera
Comincia sul terreno della legalità e della moralità la campagna elettorale civitanovese. I candidati sindaco da qualche giorno si punzecchiano a vicenda sul tema. Il “La” lo dà Stefano Ghio che invoca il principio di precauzione che avrebbe dovuto guidare l’operato dell’amministrazione. Non lo dice nero su bianco, ma l’allusione è alla vicenda Civita Park, tanto che oggi, dopo le dichiarazioni del segretario comunale che commenta la conclusione dell’istruttoria dell’Anac, Ghio aggiunge: «sono molto felice della attestazione della mancanza di dolo e di ciò non potevo aver dubbi quanto meno fino all’esito del procedimento penale in essere, ma sono molto perplesso dell’utilizzo di un provvedimento dell’ Anac, con il quale viene certificata l’esistenza di illegittimità nelle procedure adottate in materia di appalti pubblici, come un vanto per l’amministrazione. Il segretario, se non erro, afferma che la legalità deve prevalere sulla precauzione da me richiesta. Tale affermazione è molto grave in quanto farebbe intendere che la illegittimità delle procedure sugli appalti non è questione di legalità. Civitanova merita di meglio».
Ma Corvatta non ci sta e sebbene ancora non abbia ufficializzato la sua ricandidatura, parla da candidato e contesta a Ghio di “rifarsi una verginità”. «Ghio forse non ricorda che quando era consigliere comunale chiese che la società realizzasse effettivamente le opere pubbliche promesse e propone addirittura un emendamento. Ghio non chiede maggiore cautela nei rapporti, eppure erano già emersi dubbi sulla specchiatezza dei costruttori – sottolinea Corvatta– tanto che non si fa problemi di legalità, ma di rispetto della convenzione. Me lo aspettavo, in campagna elettorale sono tutti abili mestieranti».
Contro Ghio anche il candidato Fabrizio Ciarapica che parla di “campagna giustizialista al solo scopo elettorale”. «Ghio sembra aver dimenticato che entrambi i suoi capolista sono stati fra gli attori della vicenda ricoprendo ruoli chiave – dice Ciarapica – Luisella Cellini, infatti, era consigliere comunale e presidente della Commissione urbanistica nell’amministrazione Marinelli, dove tutto ebbe inizio, e Rossi, anche lui Presidente di commissione e consigliere dell’attuale maggioranza, con
Corvatta ha istruito e votato tutti gli atti che hanno consentito l’apertura del cuore adriatico, il dimezzamento della Fiera e la costruzione del palazzetto, che secondo l’Autorità Nazionale Anticorruzione, sarebbe stato realizzato senza rispettare il regolamento degli appalti pubblici, Volerne fare un caso di responsabilità politica attribuito esclusivamente agli altri e tralasciando alla memoria i propri fiancheggiatori, appare estremamente inopportuno e lascia sempre più il campo all’idea di un autogol o ad un tentativo scorretto e maldestro di fare propaganda elettorale spicciola».
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Stavolta non si interpreta la legge ma proprio la si ignora. Cantone sembrava cosi agguerrito, supportato da una delibera dell’Anac, anche se un po’ rattristato da quei milioncini di euro foraggiati per la grande maggioranza dai contributi della aziende e degli enti oggetto di vigilanza che sembrano essere stati finalmente sbloccati. Ah, il professor Davigo premiato con questa motivazione:“Per aver sempre sostenuto e difeso, nel corso di una lunga carriera, il principio dell’infallibilità della magistratura inquirente e negato, con strenua e coerente determinazione, l’esistenza dei c.d. errori giudiziari e dell’ingiusta carcerazione’’, di cui riporto qualche dichiarazione:Il nuovo Codice appalti? “E’ tutta roba che non serve a niente”. L’Anac?:”E’ un’autorità amministrativa, i suoi poteri non c’entrano con la repressione della corruzione”, ha aggiunto Davigo. “Non è un ente inutile – precisa – ma fa cose diverse. Se però si fa passare l’idea che combatte corruzione si fa passare una cosa che è impossibile”.
Cantoni, anticorruzione, montagne di soldi, in pratica stiamo sempre in Italia.A me dispiace solo di essere sempre stato un delinquentello da strapazzo come Silenzi e Corvatta, politucoli anch’essi da strapazzo.