di Marco Ribechi
Mario Pianesi si racconta agli amici maceratesi nel teatro della Filarmonica. Un incontro famigliare, quasi casalingo quello tenuto dall’ideatore, fondatore e presidente dell’associazione Upm – Un punto macrobiotico – che ha ripercorso le varie tappe della sua vita e dei suoi studi, partendo dall’infanzia. Alla conferenza “Cura dell’ambiente, sicurezza agro-alimentare e dieto-terapia sostenibile pianesiana” hanno assistito oltre 200 persone e tra questi alcuni molti amici di vecchia data di Pianesi che, in un modo o nell’altro, lo hanno accompagnato sono stati testimoni in tutti questi anni dediti a migliorare la salute delle persone attraverso il cibo. Il presidente della Società Filarmonica Enrico Ruffini ha introdotto la serata ricordando quando Pianesi, più di 40 anni fa, ha fatto nascere questa grande cultura del “naturale”: «Restituendo dignità alle conoscenze dei nostri nonni e facendola diventare una cultura di salute, riconosciuta, oggi, a livello scientifico internazionale». Ricordando la recente ristrutturazione delle luci della “Filarmonica”, come piccolo segno di speranza in un periodo difficile, ha poi consegnato allo scienziato una targa commemorativa per «La speranza che ha dato a milioni di persone».
L’ex-sindaco, Carlo Cingolani ha moderato il dibattito partendo dal ricordo della mamma di Pianesi, di origine montenegrina, che per tanti anni ha lavorato come cuoca per l’amministrazione maceratese evidenziando che nell’opera del fondatore di Upm ha poi ritrovato quelle stesse serietà, laboriosità e umiltà che aveva conosciuto in sua madre. Ha ricordato poi le tappe che hanno portato Pianesi ad essere riconosciuto da capi di stato e dalla comunità scientifica mondiale, pur mantenendo il raro valore di forte umiltà. «Speriamo di sfatare il detto “nessuno è profeta in patria” – ha concluso Cingolani – e che la città di Macerata tributi a Mario il meritato riconoscimento per il bene che ha fatto a tutta la popolazione». Pianesi ha iniziato ricordando gli insegnamenti che lo hanno guidato per tutta la vita: sua madre dallo spirito “umile ma anche di guerriera per il bene” e suo padre che gli ripeteva “non ti sporcare mai le mani”, esprimendo il vero spirito marchigiano, capace di superare l’astio e di mediare con tutte le altre popolazioni. Partendo dai ricordi dell’infanzia a Corridonia, con il saluto all’amico di sempre, Marco Palombari, presente in sala, alla crescita con una educazione altruista e salutista, Pianesi ha raccontato la sua vita, ringraziando ad ogni passaggio gli “amici” che ne sono stati testimoni, molti dei quali presenti tra il pubblico. L’amico Pio, con cui iniziò a studiare gli effetti dell’alimentazione sul sangue, Andrea Quintili che gli regalò una “seicento” e un primo libro sull’alimentazione naturale, Gino Pasquali che da sindaco fu testimone del periodo in cui Pianesi ideò e praticò la prima Policoltura MA-PI in un piccolo terreno a Pollenza. Sino a Simona Speranza, storica titolare della “Bottega del Libro”, che ha testimoniato come Mario «Fosse l’unico che nei primi anni ’70 ordinasse tanti libri scientifici e ancora non so come facesse a leggerli tutti», poi ringraziata dal presidente di UPM per averlo aiutato a “trovare quei testi e a non perdere tempo”. Infine Augusto Mentuccia, convinto da Pianesi ad aprire, assieme ad altri, la prima cooperativa biologica italiana nel 1975.
Durante il lungo racconto Pianesi ha evidenziato il suo lavoro: dal progetto Un Bosco per la Città, alla riforestazione, per ricostruire l’Ambiente delle Marche, dell’Italia e del Mondo, sino alla “sua” agricoltura, la Policoltura MA-PI, che partendo dal rispetto dei nostri antenati, ha unito quelle antiche teorie e pratiche con la moderna scienza, portando alla ricrescita della flora e della fauna. Un’agricoltura che produca alimenti più sani per le sue “5 diete MA-PI”, “per aiutare la popolazione ho ideato, proposto e realizzato l’Etichetta Trasparente Pianesiana – ha detto Pianesi – che non solo permette al consumatore di conoscere l’origine e le caratteristiche dei prodotti, ma è un modo di moralizzare il Paese. Ringrazio la Ministro Pinotti che ha voluto assicurare il suo pieno appoggio». Un’opera di moralizzazione che il fondatore di UPM ha condotto prima dentro al movimento alternativo, che aveva contribuito a far nascere, e poi in tutta la società a partire dalle giovani generazioni a cui va insegnato il rispetto per aria, acqua, terra e l’autonomia.
«Ambiente, agricoltura, alimentazione più equilibrata, ricostruiscono la salute della popolazione – ha detto Pianesi – l’ho dimostrato dai primi casi di salute risolti negli anni ’70, sino, dopo un cammino lungo e difficile, ai progetti Diabete nei diversi Stati e agli studi clinici condotti anche in Italia, grazie al professor Fallucca e al professor Pozzilli. Tali ricerche hanno dimostrato, con 26 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, che le diete MA-PI sono uno strumento di prevenzione e cura di tutte le malattie croniche”.
Per Pianesi solo una popolazione più sana, che tutela l’ambiente, promuove una agricoltura naturale e che mangi in modo più equilibrato, può produrre un vero sviluppo sostenibile ed avere una economia redditizia. Pianesi ha concluso, ricordando come dopo la malattia improvvisa (prima era stato sempre bene) alla fine degli anni ‘60, per cui i medici gli avevano prognosticato pochi mesi di vita, fosse sopravvissuto mangiando per 400 giorni solo 4 alimenti e di come avrebbe continuato per altrettanto tempo, perché: «La salute è la cosa più importante. In un mondo con aria, acqua e terra sempre più inquinate, la prima e unica scelta che possiamo fare subito per vivere sani è quella del cibo, sta ad ognuno di noi scegliere se mangiare per migliorare o peggiorare la propria salute».
Durante l’esposizione è stata anche letta una lettera di Americo Sbriccoli, Presidente dell’ordine dei medici di Macerata, assente per motivi istituzionali, che ha voluto salutare e ringraziare Pianesi per aver saputo unire le antiche teorie tradizionali con la moderna scienza. Il presidente della sezione maceratese dell’Accademia Italiana di Cucina, Ugo Bellesi ha ringraziato Pianesi insignendolo di un riconoscimento per le sue realizzazioni “Nel pieno rispetto della sana e, sostenibile, cultura alimentare dei nostri antenati” e per aver ideato, proposto e diffuso, a partire dal maceratese e poi nei quattro continenti, la Policoltura e le 5 Diete MA-PI. Al termine della serata un ulteriore riconoscimento è stato consegnato al fondatore di Upm, dal Pierluigi Pianesi a nome di tutta l’associazione Le Casette “Per aver condotto con dedizione, spirito umanitario, correndo anche rischi personali, l’attuazione delle sue teorie originali che oggi hanno finalmente ottenuto riconoscimenti sostanziali da tutta la comunità scientifica mondiale e di questo ogni concittadino maceratese dovrebbe essere orgoglioso”. L’iniziativa è stata organizzata dalla stessa Società Filarmonico-Drammatica, dalla sezione locale dell’Accademia Italiana di Cucina e dall’Associazione “Le Casette”.
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Sono uno degli oltre 100.000 soci dell’UPM, Un Punto Macrobiotico, ideato da Mario Pianesi per fare stare meglio tutti noi e l’Umanità stessa con una Natura più vicina a come l’ha pensata e costruita il Creatore, che possa poi darci prodotti alimentari più veri, acqua ed aria non inquinate, e di conseguenza la salute a noi, ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri pronipoti.
Mario Pianesi lo ricordo ragazzo a Corridonia. Non ci frequentavamo, ma ci salutavamo sempre cordialmente. Conoscevo di più la sua famiglia, i suoi parenti della Strada Granne, ossia di Via Garibaldi, la via delle antiche famiglie nobili. Ricordo la Mamma, una gran bella donna, che ho sempre pensato che fosse di Corridonia. Ho frequentato con amicizia il Padre, qui a Macerata, un vero Compagno – uno dei pochi Comunisti rimasti fedeli durante il Ventennio, spedito pure al confino; un organizzatore della guerra partigiana in montagna nella Banda Nicolò del comandante Augusto Pantanetti, altro caro amico: erano, per noi giovani, degli esempi e punti di riferimento qualora ce ne fosse stato bisogno…
Della malattia di Mario non fui mai al corrente. Da pochi anni ho saputo che scoprì la sua soluzione curativa con una particolare alimentazione secondo un concetto energetico orientale. Ma, da anni, so che molte perone si sono curate e salvate con l’alimentazione “pianesiana”. Un sala era presente una cara amica che Mario fece rimanere incita con una particolare dieta alimentare, dopo che per anni ogni tentativo medico era fallito e persa ogni speranza…
Non voglio dire che l’alimentazione ideata da Mario Pianesi sia portatrice di miracoli… Dico solo che è funzionale: se l’Umanità si alimentasse nella forma consigliata da Pianesi, con prodotti agricoli forniti da una terra curata, rispettata ed amata, come era un tempo e come consiglia Pianesi, con aria ed acqua più vicine a quelle date dal Creatore, per le quali si batte Pianesi, l’Umanità starebbe meglio fisicamente e psichicamente, certa di un futuro a dimensione naturale per le generazioni future.
Credo che Mario abbia riscoperto e ripresentato un sogno antico, che era pure qui da noi. Quando eravamo monaci benedettini ci alimentavamo con una dieta che ricorda da vicino quella che ci porta a tavola UPM… Il famoso “piatto unico” bilanciato tra cereali, legumi, verdure cotte e crude, altro non è che il “piatto benedettino”, come l’ho definito. Nella Regola di San Benedetto da Norcia esso è descritto così… Gli stessi legionari romani che conquistarono l’Europa dell’epoca si alimentavano nella stessa maniera. I gladiatori sia allenavano e combattevano nelle arene dopo una lunga dieta “pianesiana”… Solo che oggi Mario ha dato un rigore scientifico alla sua idea: idea che un tempo veniva derisa, poi definita “stregoneria”… Ricordo ancora quando si definiva Mario Pianesi un “matto”, un “visionario”… Oggi, vallo a toccare, dopo i grandi ed innumerevoli riconoscimenti scientifici, etici, ambientali e sociali avuti a livello internazionale…
Io mi alimento a casa con i prodotti UPM. Purtroppo, se lo spirito è pronto, la carne è debole e qualche volta sgarro. Poi, peccatore pentito, ritorno al mio convento UPM a ridarmi una sistemata: fisica con l’alimentazione del “piatto unico” o “piatto benedettino”, e spirituale con il clima di etico che aleggia in quei luoghi.
anch’io da anni mi son nutrito, e lo faccio, in parte, tutt’ora, coi fantastici prodotti pianesiani.
ma non condivido del “movimento” che la questione cibo sia spinta all’estremo fino a coinvolgere e minare persino l’identità della persona. ho sentito dire da alcuni pianesiani: “se mangiassimo tutti pianesiano, avremmo tutti gli stessi gusti musicali, tutti lo stesso colore preferito, tutti lo stesso carattere”.
un
Dopo la guarigione il pianeta lo ribattezzerei Pianesia.