Umberto Eco e Mario Pianesi nel 1991 a Macerata
L’associazione internazionale Un Punto Macrobiotico ricorda il primo incontro tra il grande semiologo Umberto Eco, scomparso ieri sera, e il presidente Mario Pianesi, avvenuto nel 1991 al teatro Lauro Rossi di Macerata.
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Nel 1991, l’Università di Macerata invitò l’illustre e compianto Umberto Eco, a tenere una lezione magistrale aperta al pubblico. Il giorno dell’incontro, arrivarono moltissime persone e la sala prevista si rivelò insufficiente a contenerle tutte (leggi l’articolo). Fra queste, sul fondo della sala, nel suo essere sempre discreto, c’era anche Mario Pianesi (ideatore, fondatore e Presidente dell’Associazione Internazionale Upm Un Punto Macrobiotico) il quale vi aveva preso parte per il piacere di ascoltare quello che considerava, già da tempo, un grande maestro della comunicazione. Mentre gli organizzatori decidevano in quale altra sala più capiente spostare l’incontro, Pianesi si sentì battere sulle spalle da un uomo che gli chiese la cortesia di fargli strada fra la folla, commentando poco dopo che ci si poteva organizzare meglio (avendo, probabilmente, scambiato Pianesi per uno degli organizzatori). E così Mario Pianesi fece, riuscendo a portare entrambi in una saletta appartata. A quel punto, l’uomo lo ringraziò e gli chiese gentilmente una sigaretta e, mentre fumavano tranquillamente, si presentarono a vicenda: «Piacere, Umberto Eco», «Professore, Piacere! Io sono Mario Pianesi, il Presidente dell’Associazione Un Punto Macrobiotico». E lui «Ah bene, la macrobiotica! La conosco. Mi piace molto il grano saraceno! Perché non apri un Ristorante Upm anche a New York? Ne sarei contento!».
La conferenza spostata al Teatro Lauro Rossi
Insomma, ci fu da subito empatia, amicizia, tanto che ad un certo punto il professore gli chiese: «Cosa posso fare per te?». E Mario Pianesi rispose: «Caro professore, grazie. Io volevo solo dire che se un grande maestro della comunicazione come te mi dà una mano… perché oggi non si parla più di alimentazione!», e lui, prontamente, rispose «Hai ragione!» e diede a Pianesi tutti i suoi recapiti dicendogli che alla fine del suo intervento, avrebbe continuato con lui questo discorso e che gli avrebbe concesso il tempo riservato alle interviste. Come promesso, infatti, al termine della sua lezione magistrale, tenutasi poi al Teatro Lauro Rossi, Eco, di fronte a tutti i giornalisti che iniziavano ad accalcarsi intorno a lui per fargli domande, nello stupore generale, disse: «Calma, fermi tutti! Io rispondo solo alle domande di Pianesi». A quel punto, Mario, per evitargli ed evitare polemiche, gli fece un cenno di ringraziamento e di saluto lasciando ai giornalisti lo spazio ed il tempo per intervenire.
Al centro della pagina l’articolo di Umberto Eco: “Questo nostro mondo salvato dai fagioli”
Da quella volta, nonostante i sempre più numerosi impegni di entrambi, sono rimasti in costante contatto. Da parte sua, Umberto Eco, pochi mesi dopo fece un articolo sull’Espresso (all’interno della sua nota rubrica “La bustina di Minerva”) dove scriveva che “Se l’occidente mangiasse riso spulato (integrale, che tra l’altro è ottimo) se ne consumerebbe molto meno e se quello che resta venisse spedito nel Terzo o nel Quarto Mondo ce ne sarebbe abbastanza per salvare la vita a diversi milioni di persone”. E nel 1999, sul Corriere della Sera, alla domanda posta dal giornale a diversi storici e filosofi del tempo, su quale fosse stata per loro l’idea, l’invenzione o l’episodio chiave del millennio, rispose in prima pagina (e poi di seguito, a pag. 31) con un lungo articolo intitolato “Questo nostro Mondo salvato dai Fagioli“ (16 maggio 1999) dove scrisse che “Delle tante invenzioni che hanno permesso il progresso, solo una, nei fatti, è stata decisiva: la coltivazione ed il consumo dei fagioli […] “Se noi siamo ancora qui” afferma Eco “Lo dobbiamo ai fagioli” a ancora, “Le proteine vegetali hanno guarito un continente malaticcio”. “Una politica dei fagioli, potrebbe cambiare volto al Pianeta. Tutti penseranno che la maggior invenzione del millennio è stata la Televisione o il Chip. Eppure bisognerebbe imparare qualcosa dai Dark Ages (gli anni bui) del Medio Evo”. Da parte di Pianesi, invece, per quanto ha potuto, ha cercato sempre di non fargli mai mancare i prodotti di UPM che Eco apprezzava molto e per i quali mandava sempre i ringraziamenti da parte sua e della moglie. In più occasioni, inoltre, si sono detti che avrebbero dovuto organizzare un convengo insieme, ad esempio, su un tema come “Alimentazione e comunicazione”, ma purtroppo, non c’è stato il modo. La loro è stata, e sarà sempre, un’amicizia profonda e riservata, nello stile di entrambi, che ha visto unirsi la grande maestria comunicativa di Umberto Eco, alla grande forza logica dello scienziato marchigiano, tutto fare ed autodidatta, Mario Pianesi.
Un biglietto di ringraziamenti di Umberto Eco all’amico Mario Pianesi
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veramente il riso “spulato” è il riso raffinato non il riso integrale… ma può darsi che nell’occasione il Maestro intendesse rendere omaggio all’ Abatantuono, figura di intellettuale per tanti versi a lui affine.
Nell’estate del 1985, a mio marito, Giancarlo Bianchini, fu diagnosticato un grave adenoma prostatico ed una infezione del sangue. Nell’autunno dello stesso anno, abbiamo voluto conoscere Mario Pianesi e, grazie ai suoi consigli, ho potuto godermi per altri 31 anni mio marito il quale, non ha avuto più alcun problema di salute.
Grazie Mario e congratulazioni per questo nuovo importante riconoscimento.