L’incontro a Porto Recanati con il magistrato Ferdinando Imposimato
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione». Citando la celebre frase di Piero Calamandrei, il magistrato Ferdinando Imposimato chiude la partecipata iniziativa promossa da “Libertà e giustizia” di Porto Recanati e dal comitato della città per il No al referendum costituzionale. La coordinatrice del circolo locale di Lg, Sabrina Montali, ha introdotto l’iniziativa spiegando i motivi della formazione del comitato, ribadendo come sia fondamentale informare i cittadini stimolando il senso civico di un Paese che si trova di fronte ad una sfida storica molto delicata e importante. La parola passa a Ferdinando Imposimato. «Una dopo l’altra – si legge nella nota stampa diffusa dal gruppo di Porto Recanati – Imposimato fa cadere tutte le maschere dietro le quali si nascondono le vere intenzioni di questa riforma e dei suoi anonimi compositori. Una riforma che vuole accentrare il potere su un piccolo gruppo di persone, limitando la democrazia dei cittadini, promettendo scarsi tagli di costi della politica e improbabili meccanismi legislativi che paralizzeranno l’attività parlamentare».
Secondo il comitato, se la riforma dovesse passare l’unica cosa ad essere “superata” sarebbe «la possibilità da parte dei cittadini di eleggere il Senato che sarà formato da rappresentanti regionali in base alla grandezza di ciascuna Regione, creando i presupposti per un forte squilibrio rappresentativo tra sud e nord Italia». Per Imposimato il taglio dei costi alla politica «sarà modesto, mentre una seria riforma avrebbe preso misure tese alla completa eliminazione degli sprechi derivanti dalle attività parlamentari, dotate di un’autonomia contabile che ne facilita un uso improprio per allargare il consenso elettorale a spese della collettività». «Una seria riforma – ha aggiunto il comitato per il no – avrebbe posto condizioni favorevoli ad una distribuzione della ricchezza nazionale più equa». Imposimato parla esplicitamente di una riforma «illegittima perché promossa dal governo, escludendo nei fatti il Parlamento, nonostante questo sia chiaramente vietato dalla prassi adottata dai costituenti».
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Solo i lecchini buoni a nulla possono votare SI. Ma coloro che sono abituati a guadagnarsi il pane con il sudore della fronte e il lavoro delle proprie braccia, credo che dovrebbero sentirsi obbligati a votare NO. Già oggi: il parlamento composto da nominati è stato privato del suo potere legislativo. Ogni volta che si deve approvare una nuova legge, viene sottoposto al ricatto del voto di fiducia nonostante la Costituzione vigente. Figuriamoci quale cosa indicibile potrebbe accadere se i futuri governi si sentissero autorizzati a peggiorare le cose per causa dello smembramento della Costituzione attuale, causato da un si per mancata riflessione. Inoltre: non solo questa riforma è illegittima ma non diminuiranno nemmeno di un centesimo i costi della politica e della pubblica amministrazione. Perché ci vuole ben altro.
Voteremo No. Questa schiforma non ci piace e offende la nostra intelligenza.