Tolentino si unisce per il sì. Si è costituito in città il primo comitato “Basta un sì Tolentino”, favorevole alla riforma costituzionale che si voterà domenica 4 dicembre. «Riconosciamo nella proposta di riforma costituzionale un passo nella giusta direzione verso uno sistema più moderno e dinamico – si legge nella nota stampa diffusa oggi dal gruppo -. Non sono in discussione i principi fondamentali della Carta Costituzionale, ma la forma con cui le istituzioni le rappresentano. La riforma prevede la revisione del Titolo V della Costituzione, il superamento del bicameralismo perfetto e viene riequilibrato il rapporto tra Stato e Regioni, riportando nel suo campo naturale alcune funzioni oggi parcellizzate in mille rivoli e si amplia la possibilità di partecipazione diretta dei cittadini». Il comitato dei “Basta un sì” elencano tutte le motivazioni con le quali giustificano il sì all’atteso referendum di dicembre. «La Camera dei deputati, elettiva, sarà l’unica titolare del rapporto di fiducia con il Governo – continua la nota stampa -, esercitando la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo dell’operato del Governo. Il Senato delle autonomie sarà composto dai rappresentanti eletti di Regioni e da sindaci e concorre alla funzione legislativa, esercita un raccordo tra lo Stato, le Regioni, le città Metropolitane e i Comuni, approva le leggi costituzionali, partecipa alla attuazione degli atti normativi dell’Unione europea, verifica e valuta l’attuazione delle leggi. Dispiace – concludono infine i membri del comitato di Tolentino – che alcuni vogliano sfruttare la grande possibilità che abbiamo di iniziare a cambiare questo nostro Paese per fare una mera battaglia politica». Il comitato, aperto al contributo di altri cittadini, lavorerà ne prossimi mesi per organizzare degli incontri pubblici per informare i cittadini nel merito della riforma ed è attualmente composto da Antonio Simonelli, Alba Mosca, Maria Reggio, Anna Quercetti, Fulvio Riccio, Raul Brambatti, Giuseppe Montecchiari, Bruno Prugni ed Enrico Vissani.
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