Un momento della presentazione di questo pomeriggio: da sinistra Filippo Davoli, Giuseppe Bommarito e Gianni Giuli
di Alessandra Pierini
(Foto Lucrezia Benfatto)
«Lo dedico a mio figlio Nicola, ma anche a Manolo, a Valeria a Paride e a tutti i morti a causa della droga e della criminalità organizzata che dobbiamo sconfiggere, ognuno per la sua parte». E’ questo il grido di battaglia scandito dalla voce forte e profonda di Giuseppe Bommarito sopra il lungo applauso con cui una folla ha salutato questo pomeriggio a Macerata agli Antichi Forni la presentazione del suo romanzo “Sia fatta la tua volontà”. «Uno strumento di prevenzione» lo ha definito Gianni Giuli direttore del Sert di Macerata. «Un tentativo di risarcimento di un dolore, non per non soffrire più, ma per trasformare la sofferenza in qualcos’altro» ha detto il poeta Filippo Davoli, che aveva già parlato del libro in una bella recensione (leggi l’articolo) nella sua presentazione dell’iniziativa promossa nell’ambito della rassegna letteraria Macerata Racconta.
Si è parlato di scrittura, di lettura, di intimità ma si è parlato soprattutto di droga come inganno, degli effetti devastanti che produce, della diffusione capillare che purtroppo ha raggiunto. Tanti i momenti di pathos, dal ricordo di Nicola bambino sulle spalle di papà Giuseppe, passando per il ricordo di Gianni Giuli della lotta persa con quello che continua a chiamare amorevolmente “Nick”, fino ad arrivare alla testimonianza di don Donato che ha letto l’sms di un tossicodipendente che minaccia di farsi una overdose e di entrare solo se sopravviverà nella comunità gestita dal sacerdote.
Storie diverse, ma con tanti punti in comune che fanno da filo conduttore al romanzo di Bommarito: «Da quando Nicola è morto ho trovato sollievo nella lettura dei classici e nella scrittura. Scrivere di attualità ma anche di droga mi permette di superare i sensi di colpa, alcuni ingigantiti dalla situazione, alcuni reali. Il messaggio che voglio dare è che la tragedia è accanto a noi ma fingiamo di non vedere». L’avvocato ha ricordato che a Civitanova in questi giorni sono stati due i morti per droga e che l’incidenza di morti nelle Marche (senza tenere conto dei decessi dovuti a incidenti sotto effetto di abusi e di infarti o ictus provocati dall’assunzione di stupefacenti) è maggiore a quella della Campania dove c’è Scampia, regno dello spaccio, e del Lazio. Dura la critica nei confronti della politica e delle istituzioni: «Sono inaccettabili proposte di legge in Parlamento per la legalizzazione della cannabis che ha una potenza devastante, anche a 11 o 12 anni. Ci siamo dati un gran da fare per due anni per creare un tavolo di coordinamento che si chiama “Uniti contro la droga”. Ebbene sono sette mesi che non viene convocato».
Intensa la presentazione di Davoli: «E’ un lungo flusso di coscienza che si delinea attraverso tanti personaggi, in ognuno dei quali ho ritrovato Peppe. Tutti si pongono gli stessi interrogativi, che senso ha la vita e perché si muore».
Giuli ha sottolineato la necessità di entrare in un mondo che fa paura ma è vicinissimo: «I nostri ragazzi conoscono perfettamente la droga, c’è un marketing bene impostato dalla criminalità. Non tutti la usano ma tutti la incontrano. Facciamo prevenzione nelle scuole e i ragazzi conoscono le piazze dello spaccio meglio delle forze dell’ordine. Ci vuole una regola, nelle famiglie e nelle istituzioni».
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Niente da aggiungere a quanto detto nell’articolo. Ero tra la folla,proprio il caso di dire folla, soltanto, che ho sentito qualcuno accanto a me dire alla fine ” è stato toccante”. Spero che questo solo che riporto del comune sentire , fra cui il mio, almeno ti ripaghi in parte minima del gran dolore che ancora porti dentro e in ultimo anche delle tue fatiche letterarie. Ora non resta che leggere il tuo libro. Grazie Peppe. Tutti ne abbiamo in qualche modo da apprendere e rifettere dalla tua inaugurabile esperienza di padre, in quanto potrebbe toccare a tutti noi genitori in modo indiscriminato. Basta esserne consapevoli e coscienti, anche dati i numerii. Nessuno esente.
Non sono potuto essere presente. Dico che sono stanco di una politica che ammette e sponsorizza il crimine della droga e altri tipi di crimine. Ricordo che eravamo noi della Sinistra a parlare di “spinello libero” e di “modica quantità ad uso personale”, che ha aumentato a dismisura lo spaccio della droga. Erano i Radicali a dire “droga libera”. A Destra si invocava la pena di morte. Forse sono solo i patiboli a trasformare la sconfitta in riscossa. Quindi, nessuna misericordia per chi distrugge gli individui e la nostra civiltà per denaro, o per rendere schiavi gli individui. Se i morti non ritorneranno, almeno cerchiamo di salvare i vivi.
Rapanelli Giorgio, scusa se te lo dico: ma io sò figlia de parlà chiaro :
si può sapere come la pensi veramente una per tutte ? A tratti ti diìpingi come un ” compagno” di vecchia tradizione, a momenti invece come un leghista fervente di nuova comunione…ma deciditi, no? Oppure taci, anche perchè hai una bella pensione da Banca Italia che magari tutti, e chi te lo fa fare ,perciò a stare a fare ancora battaglie di giustizia sociale coi tuoi compagni comunisti, quando tu , per primo, di giusto rispetto a tanti oggi, non hai nulla da mostare ? No, veramente, spiegaci perchè! Sono curiosa. Sei un caso umano, a qesto punto, secondo me. Dicci perchè, cosa ti spinge , al di là dei tuioi interessi esoterici, che lacianio , che , col massimo rispetto per le stravaganze di ognuno, lasciano il temno che trovano in un bilancio statale.
Cito da “Il Quotidiano della Pubblica Amministrazione”:
” L’Assemblea Generale Onu sulle droghe avrebbe dovuto tenersi nel 2019, ma i presidenti della Colombia, del Guatemala e del Messico hanno richiesto un anticipo, data l’urgenza dei problemi di sicurezza connessi al mondo delle droghe che affliggono i rispettivi Paesi”.
Ecco il testo completo dell’articolo: http://www.ilquotidianodellapa.it/_contents/news/2016/aprile/1461557019800.html
Caro Peppe,
questa sede mi è utile per scusarmi con te se ieri sera sono dovuto fuggire alla chetichella, mentre firmavi una valanga di autografi: l’idraulico e il muratore che sono all’opera dentro casa mia (donde è comprensibile il detto maledicente “pòzzi murì co’ li muratù ‘ntro ‘ccasa!”) mi hanno convocato d’urgenza per dirimere una questione.
Mi dispiace non averti salutato come avrei desiderato, ma peraltro so di averti lasciato in ottima compagnia: infatti, oltre a tutti i tuoi moltissimi estimatori, qualora tra il pubblico vi fossero anche semplici curiosi, ieri li hai conquistati tutti.
Non poteva che essere così. Ti abbraccio.
Caro Peppe, non sai quanto ho gradito l’invito personale che mi hai fatto. Purtroppo ho fatto di tutto per esserci, ma conosci il nostro mestiere…….!.
In ogni caso ti voglio ringraziare per quello che fai, ed è tanto, per coinvolgere sempre di più le coscienze delle famiglie, degli insegnanti e dei ragazzi!
L’applauso che non ho potuto farti ieri, lo faccio qui ora figuarato e dura due giorni!
Leggerò il tuo libro!
Mi complimento per l’ottima stesura dell’articolo, dove siete riusciti a riprodurre non solo le parole degli intervenuti, ma anche i loro sentimenti più intimi; cosa non semplice. Mi permetterei di consigliare, a chi intende commentare, di evitare piccole e ridicole ripicche personalissime. Non mi sembra questo il posto adatto.
Voglio, però ringraziare, anche qui, l’amico “Peppe” per l’invito, e soprattutto per il privilegio concessomi due anni fa, quando mi ha permesso di leggere in anteprima questo suo lavoro; che ho subito cominciato a rileggere, scoprendo, fin dalle prime pagine, che tutto mi tornava subito in mente come in un flashback. Coi tuoi colleghi in questa durissima battaglia, non dovete scoraggiarvi di fronte al camaleontico e schizofrenico comportamento delle istituzioni, che, giustamente, scrivi con l’iniziale minuscola. Nonostante queste, e il ritardo nella convocazione del tavolo di lavoro, col conseguente rammarico di non poter fare di più, perché non pensare che, sicuramente, grazie vostro operato avete già evitato a chissà quanti altri, non meglio identificabili, di trovarsi nelle stesse tue dolorosissime condizioni. Andate avanti, non demordete: chi crede, come chi non crede, in coscienza si renderà conto di quanto alto sia lo spirito che vi accomuna nell’interesse di tutti, naturalmente pure senza scordare la memoria di Nicola.
Forse Simone Weil può essere un riferimento: il bene comincia al di là della volontà come la verità comincia al di là dell’intelligenza e la vera legge è una legge non scritta perché la lettera uccide.
Cari Compagni della pseudo Sinistra, volete smentire ciò che ho affermato più sopra? Ossia che siamo stati noi della Sinistra a proporre lo spinello libero e la modica quantità, e che erano i fascisti – come dicevamo – a volere le droghe pesanti?
Una tossico mia amica di quegli anni mi disse: “Bravi, Compagni! Avete trovato il modo di espandere la droga in modo legale.” . Fu la formula politica accettabile dalla pubblica opinione di Sinistra, in contrasto con i Radicali che volevano la “droga libera”. Tutti costoro, MA NON I LAVORATORI E I PROLETARI – volevano istupidire con la droga le masse giovanili, per renderle assenti mentalmente, dopo che Occhetto e Napolitano erano andati – morto Berlinguer – a fare atto di sudditanza da David Rockefeller, il peggior nemico dei lavoratori e della povera gente. Fu allora che capii che il PCI era stato tradito e mi allontanai.
Oggi, il tradimento continua con la sudditanza del PD di Renzi verso quei potentati finanziari, al punto di sacrificare gli interessi della nostra Nazione, degli imprenditori e dei lavoratori per sostenere la politica di Obama e di George Soros per l’Ucraina, e farci fare una bella guerra con la Russia.
Mentre oggi, tentano di farci perdere il predominio economico e commerciale con l’Egitto a causa della vittima sacrificare del giovane Regeni, i cui mandanti dell’assassinio occorre cercarli al di fuori dell’Egitto di al Sisi, magari in Occidente.
Il dramma italiano è che siamo governati da lacchè, che ci stanno portando alla povertà per compiacere gli interessi finanziari dei loro padroni, facendoci soffrire con le pensioni da fame, mentre sperperano i nostri soldi per accogliere quei fuggiaschi africani da guerre e carestie, bene in carne e con migliaia di dollari a disposizione per il viaggio della speranza. Tutto ciò dietro le astratte parole d’ordine di multiculturalismo e misericordia, mentre avvengono i suicidi per disperazione da disoccupazione, ultimo dei quali quello di un ottimo giovane di 46 anni di Corridonia.
Noi ricordiamo gli intellettuali nostrani, sostenitori dei regimi di Mao, Castro e Ho-Chi-Min di decenni fa, che hanno poi fatto carriera nella politica e nelle università statali, convertendosi oggi a LGBT e al Gender.
Ci sono stati pure Compagni che si sono battuti in altri schieramenti, mettendoci la faccia, e magari rischiando la vita, con la loro azione e con il loro parlare apertamente. Oppure, mettendosi – ad esempio – contro i veleni e gli OGM in agricoltura delle multinazionali, proponendo cibi naturali, come “UN PUNTO MACROBIOTICO DI MARIO PIANESI, mio concittadino.
Sì Rapanelli, ed in occasione dell’imminente centenario della pubblicazione sulla Pravda delle Tesi di Aprile, con un lifting antinvecchiamento della parola d’ordine di Lenin, io passerei dal “Tutto il potere ai Soviet!” al “Tutto il potere ai Punti Macrobiotici!”.
Bommarito coglie nel segno (e con lui altri che hanno saputo trasformare il dolore interiore e personale piu’ grande in consapevolezza culturale e in impegno pubblico, come l’amico Gaetano Angeletti) quando smaschera ipocrisie, indifferenza ed omerta’ attorno a spaccio e consumo delle droghe, e proprio ieri sera ci si e’ riferiti a scuola, famiglia, istituzioni eccetera (ma non condivido l’impostazione liquidatoria e di squalifica sociale e morale preventiva nei confronti di proposte e idee che si differenzino dall’approccio proibizionista e securitario). Altri spunti di riflessione emersi nella discussione agli Antichi Forni e da approfondire nella lettura del libro: il ruolo del padre e della paternita’, il bisogno di un’affettivita’ corretta, la mancanza di relazione con l’altro, l’ossessione e la malattia della dipendenza dall’oggetto, l’apertura al verticale e al trascendente nel confronto con le domande mentali ed esistenziali sul senso e sul destino della vita.
Ieri, alla fine della presentazione , un signore tra il pubblico ha chiesto perchè sempre più in età precoce , già verso gli 11 anni, s’ iniizia ad assumere droghe, a cui ha risposto in sostanza così il direttore del Sert : perchè la droga è merce di consumo in una società di consumi come questa. Tant’è che il suo marketing è tra i più efficienti in funzione dei periodi e dei mercati .
Questa risposta del direttore Giuli, a me suona come un’assunzione di responsabilità collettiva, di massa, come lo stesso è la nostra società dei consumi, di massa. E poiché il filo conduttore di questa presentazione come di altri incontri all’interno di Macerata Racconta, è L’INGANNO, illustro meglio il mio intervento rivolto a Giorgio Rapanelli , il quale dice una cosa verissima quando anche riafferma ” siamo stati noi della Sinistra a proporre lo spinello libero e la modica quantità”, ma non è questo il punto su cui mi soffermerò , quanto su quel ” noi della Sinistra” , per quello che ognuno poi rappresenta entro quel ” NOI”. E allora ecco che viene fuori un tipo di inganno di altro genere : storico, filosofico, sociale, ideale e politico. E mi spiego meglio adesso, trascinata dall’intervento più politico fatto da Rapanelli, fermo restando dal mio punto di vista, che la lezione e l’esempio dato da Bommarito sul tema droghe, è un chiaro richiamo prima di tutto alle coscienze individuali, a fare fronte comune – famiglie, cittadini, noi singole persone- in questa battaglia, dopo aver dato per troppo a lungo ogni delega educativa , informativa, preventiva, alle istituzioni assenti, e in alcuni casi, compiacenti.
A meno che , quindi, vecchi e nuovi sedicenti marxisti ( come anche sono stati in precedenza , Bossi, Maroni, Salvini stesso, mentre oggi ” chi non salta comunista è” incita nelle piazze) abbiano letto ” Il Capitale” al contrario, chiederei , ma come si riconosce un comunista, da che? Perchè io non ne vedo in giro con le pezze ai pantaloni ma tanti ne conosco e tanti con la grana, con le doppie proprietà, coi macchinoni come tanti, col bel conto in banca come tanti, qualcuno con l’orologio e tanti anelli d’oro massiccio alle dita e la croce sul petto, con lo yacht, i lauti stipendi e pensioni, con lo stesso sfruttamento di salario dei propri dipendenti per chi ha una fabbrichetta come hanno in tanti;
nè più nè meno, tutto come i migliori possidenti che non si proclamano comunisti, o più vagamente di sinistra. Non è Mario Capanna, ex leader di Democrazia Proletaria, che non vuole rinunciare neanche a un centesimo dei suoi privilegi da vitalizio?
E tutto questo allora come lo si chiama se non inganno anche questo? Autoinganno, forse? Sì, perché se Marx sosteneva che la religione è l’oppio dei popoli, anche le sue teorie si sono rese anestetico potente come una ketamina per milioni di masse di lavoratori e credenti nel marxismo, con ancora tanti profeti e discepoli in attesa di una rivoluzione proletaria mondiale e la disfatta del capitalismo, – ben lungi a morire, anzi, mai stato forte come adesso con la fine di ogni altra ideologia, tale che le ha soppiantate tutte- ma purtroppo, tutti i sedicenti sopra, senza rendersi conto di far parte piena e integrante anche loro del sistema , dove la prima merce che anche loro producono e scambiano in quantità , è il denaro, che anche loro ne hanno e ne godono più del fabbisogno personale, familiare.
I
Ah, dimenticavo, quasi tutti i miei amici sono morti per droga o malattie ad esse correlate.
Dopo aver letto dell’arresto perché trovato con sei chili di cocaina, e messo poi agli arresi domiciliari, non nego di aver pensato che in fondo si rischia poco e si guadagna molto. Certo ci vorrà un capitale iniziale, ma poi Whisky a Gogo. Di sicuro sempre meglio che ammazzarsi come ho letto poco fa a 46 anni per essere rimasto senza lavoro. Ci sono cose che effettivamente non riesco a capire.
Seppur non sempre sulla stessa lunghezza d’onda sulla “questione droga” mi ha fatto molto piacere ricevere l’invito dell’Avvocato Bommarito.
Purtropppo mi è stato impossibile partecipare.
Sarà interessante leggere il libro, come sempre sono interessanti gli interventi dell’Avvocato.
Tamara la coscienza di questa societa’ ahime e’ morta e sepolta,si cercano escamotage anestetizzanti..un esempio (la diatriba di cui abbiamo avuto modo di dibattere sul gender o no e sull educazione sessuale nelle scuole ennesimo scaricabarile di una societa’ che tritura tutto e tutti ed in cui molte famiglie hanno tirato i remi in barca delegando ad altri le proprie responsabilita’ …) la sinistra oramai ed i suoi ideali,e’ morta e sepolta e la politica ne e’ la prova lampante cosi’ come l’articolo di liuti che si domandava il perche’ il 25 aprile non ci fossero che pochi giovani a festeggiarlo…mancano ideali morale etica e responsabilita’ a qualsivoglia livello in questa societa’ che andrebbe ripensata dal basso.La droga ahime’ va’ arginata e la cosa terribile e’ che la puoi trovare anche in luoghi anni fa’ sicuri (societa’ sportive,oratori etc,,,)ma non nsolo i cittadini devono fare la propria parte ma anche le istituzioni devono farla e non con norme permissive girarsi dall’ìaltra parte.
Tamara Moroni – il PCI difendeva i lavoratori e sosteneva le piccola e media industria e l’artigianato. Adesso il PD è il PARTITO DEI PADRONI, difende gli interessi padronali secondo la visione di David Rockefeller, a cui Occhetto e Napolitano offrirono il PC senza più il padrone sovietico. Lasciando alla Lega di Salvini il compito di difendere la gente comune, la piccola e media industria e al’artigianato, il piccolo commercio e al piccola proprietà contadina.
Guardate cosa ha fatto il PD con i padroni del Biogas, contro i cittadini e il territorio.
Gualtiero Ceresani – alla prima bombetta dell’ISIS, potentati finanziari e mafia permettendo, ci sarà la resa dei conti col multiculturalismo della pseudo Sinistra e la misericordia del Bergolio..
@ Gualtiero
Hai ragione e molta sulla perdita di coscienza. Ma uno che ce l’ha, che deve farci? Non può restare a guardare. Se ci fosse un cimitero delle coscienze le si potrebbe portare là, ma non c’è.
@ Giorgio Rapanelli, e chi ti dà torto? Io no di sicuro. Solo siamo su punti d’osservazione differenti.
Tu continui a fare riferimenti al Partito , il vecchio PCI, che ormai sa più di participio passato del verbo partire che altro; io ti parlo di elettorato, che non c’è più, ma da tempo, dai primi anni ’90 non c’è più quella stessa compagine di voto che stava negli stessi termini di rapporto diretto : tanto il PCI difendeva i lavoratori , tanto i lavoratori sostenevano il PCI che era il loro Partito di rappresentanza, certo e sicuro. Al contempo , però, ti affidi in modo consolatorio alla Lega sulla base anche di una certa fondatezza, perché è vero che la Lega e non solo questa di Salvini, ma già quella neonata del primo Bossi ( di estrazione comunista, tesserato PCI prima di fondare Lega Nord) ,aveva attratto parte di quell’elettorato orfano del PCI, quello prima dell’abbattimento del muro di Berlino, di Occhetto e di quanto ci ricordi tu; tant’è, che lungo tutto questo processo, nel 2008 La Repubblica titolava “ Gli operai Fiom che votano a destra “Così protetti da tasse e criminalità”, dove uno degli intervistati, Paolo 22 anni metalmeccanico di Brescia, dice di aver capito che gli conviene votare Bossi perchè la Lega lo protegge..
Ma la Lega non sventola bandiera rossa, non è il Partito di tradizione della sinistra. Per questo dicevo a te Giorgio “ ma deciditi” , o tuttio il tuo riferimento al glorioso PCI sa di nostalgico e basta., se anche per te la sinistra non avrà più una continuità col suo passato. Per portare avanti il mio punto di vista toccherebbe ora tirare fuori il vecchio guardaroba e indossare i panni delle classi, della borghesia, del proletariato, ma tanto è cambiato tutto, che questi vecchi termini non servono a descrivere la composizione odierna dell’elettorato di sinistra. E torniamo al discorso delle coscienze. Non c’è più una coscienza sociale nè collettiva, ma tante anime singole e disgregate che si attaccano dove conviene, Ecco perchè c’è il PD oggi,e prima ancora i partiti di transizione della sinistra, l’Ulivo, con le Margherite, gli Asinelli; etc. Puoi dannarti quanto ti pare; c’è il PD perchè non c’è più il PCI, ma neanche la classe dei lavoratori a cui ancora pensi tu, quella degli anni’ ’50-’60-’70-’80. E non c’è più, perchè quando la classe lavoratrice, i padri e i nonni di adesso, grazie al Partito che l’ha a lungo e con forza rappresentata, è avanzata di benessere, prima qualcuno s’è messo in proprio passando da operaio a piccolo imprenditore , poi – la dico come se magna- s’ha fatto la casa, la doppia casa, s ‘ha comprato 4 macchine quando erano 3 in famiglia, va regolarmente in vacanza all’estero , ha fatto studià li figli, s’ha misso da parte checcosa, c’ha na pinziò, ha acquisito in sostanza a suo tempo tutti i suoi diritti, ha trovato le sue sicurezze nei contratti di lavoro collettivi, se ne frega oggi di chi è rimasto indietro e non ha un davanti. Figli e nipoti compresi. Sempre per riusare i vecchi vestiti, si è imborghesita, e quindi chi deve votare? voterà chi meglio oggi rappresenta i suoi interessi individuali, personali, e non più collettivi. Minimi, molecolari, ma così si percepisce, come a suo modo benestante, nonostante tutta la precarietà della sua attuale condizione. Se hai dei dubbi su quanto penso , basta che ti fai due conti. All’epoca il PCI prendeva da solo percentuali quasi pari al Partito di Governo per 40 anni ,la DC, tanto da sfiorare il famoso sorpasso; la Lega, sì, potrà rappresentare anche i lavoratori dell’industria, le piccole e medio imprese,gli artigiani, le partite iva, ma a quanto sta la Lega? al 14, al 15 per cento? Non è poco, ma è tutta qui “ la classe dei lavoratori “oggi ? Tutti gli altri , statali? Non portano i conti, Giorgio O meglio, portano se si pensa al PD come alla vecchia DC ( in peggio su tutta la linea) che accontenta un po’ tutti nei momenti elettorali con “ Più bonus per tutti” e costantemente qualcuno , pochi, con molto di più. Altro che comunismo, altro che sinistra. Questo è puro capitalismo, ma nella forma più deteriore che possa esserci. Per me. Ciao.
Cara Tamara, hai ragione: il PD è la vecchia DC, ma in peggio. Quella un’etica almeno l’aveva, come il PCI e gli altri partiti. Allora che fare? Ho votato due volte M5S, che ho abbandonato dopo la legge liberticida Scalfarotto contro l’omofobia, la solita fregnaccia camuffante la volontà di distruggere il corso naturale dell’umanità, secondo le imposizioni della loggia LGBT e dei potentati finanziari che la sostengono, di cui il PD è un lacchè.
Poiché la Sinistra è finita, e non andare a votare è un voto a favore di questa, non ci rimane che la Destra. O meglio solo la Lega di Salvini (che non è quella di Bossi). Lo schieramento della Destra-Centro è traballante in quanto le sue ultime frattaglie di Berlusconi non sanno come manovrare, tra gli interessi degli Italiani e quelli del loro Capo fondatore, interessato soprattutto ai suoi interessi. Forse, una volta tirate le cuoia, le sue frattaglie saranno in grado di sapere cosa dovranno fare per crescere nell’interesse nazionale.
La cosa peggiore è che abbiamo un Papa misericordioso che non sa ancora come distruggere il Vaticano e lo schieramento dei fedeli dogmatici, ultimi rimasti a difendere la Chiesa di Cristo dai relativisti e dai musulmani trionfanti a causa die questa pseudo Sinistra parolaia, ignorante, debilitata eticamente, razzista verso i veri Italiani ed Europei, che vuole cambiare i connotati alla nostra millenaria Civiltà..