Fusioni dei piccoli Comuni, Tondi:
“L’entità degli incentivi non è certa”

Incontro organizzato dal Pd per fare chiarezza sul tema delle unioni tra le piccole realtà. Si fa più concreta l’ipotesi di aggregazione tra Belforte, Camporotondo, Cessapalombo, Caldarola e Serrapetrona

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Il pubblico dell'incontro organizzato dal Pd provinciale per parlare di fusioni tra Comuni

Il pubblico dell’incontro organizzato dal Pd provinciale per parlare di fusioni tra Comuni

Fabrizio Cesetti

Fabrizio Cesetti

 

di Federica Nardi

Fusione dei piccoli Comuni? Sì, ma non solo per avere più soldi. Anche perché, dice il sindaco di Camporotondo Emanuele Tondi «dei 30 milioni destinati agli incentivi per le fusioni, sembra che 28 siano già stati spesi». Questa in sintesi la posizione emersa ieri sera all’incontro organizzato dal Pd provinciale all’ex mattatoio a Belforte per fare chiarezza su un tema ormai attuale per tutte le piccole realtà dell’entroterra maceratese. E a indicare la strada è la Regione, a cui spetta in ogni caso l’ultima parola sulle proposte di fusione, per voce dell’assessore al Bilancio Fabrizio Cesetti, che avvisa: «Finanzieremo le fusioni naturali (tra territori contigui e bisogni comuni) e che sono condivise dai cittadini. Non quelle innaturali come quelle per incorporazione». La linea del Pd regionale è chiara: «Sì a fusioni ma senza obbligo – dice il segretario regionale del Pd Francesco Comi, contrariamente a quanto vorrebbe la proposta di legge Lodolini che obbligherebbe l’accorpamento per i Comuni con meno di 5mila abitanti – Il processo deve essere una necessità maturata dai cittadini e guidata dagli amministratori. Quindi no a fusioni a freddo, fatte senza progetto, senza confronto con i cittadini e solo per fare cassa».

A sinistra Emanuele Tondi con il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi

A sinistra Emanuele Tondi con il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi durante il Consiglio comunale di Tolentino

L’ipotesi ventilata di una fusione a cinque tra i comuni di Belforte, Camporotondo, Cessapalombo, Caldarola e Serrapetrona, si fa sempre più concreta. «Appare la più naturale – dice il sindaco di Belforte Roberto Paoloni – Anche la Regione valuterà positivamente le fusioni tra territori omogenei». Anche se, come sottolinea il sindaco di Camporotondo Emanuele Tondi: «Con la fine delle Province i piccoli Comuni avranno sempre più difficoltà a interfacciarsi con le istituzioni, da qui la necessità di aggregarsi». E sul referendum indetto dal Consiglio comunale per l’unione con Tolentino, che invece ancora è al lavoro per risolvere i problemi di regolamento (leggi l’articolo): «Referendum? Stiamo aspettando di capire quale sarà l’accordo a Tolentino – dice Tondi – La volontà è far scegliere i cittadini però prima l’ipotesi deve essere più concreta. Considerando che a giugno Tolentino entra in campagna elettorale, siamo andando un po’ in là con i tempi». Il primo cittadino di Camporotondo durante il suo intervento ha messo a fuoco alcuni punti chiave delle fusioni: «Il Pd deve creare le condizioni politiche adatte, a prescindere dalla bandiera politica di chi propone le fusioni – dice Tondi – Sul lato procedurale il referendum al momento è solo consultivo, il progetto di fusione viene sviluppato solo dopo e i cittadini non possono più dire la loro. È come chiedere di firmare un assegno in bianco, crea incertezze e per non sbagliare poi magari si vota no. Sarebbe il caso di inserire una verifica dell’opinione popolare anche alla fine del progetto di fusione» Ultimo aspetto, l’incertezza sugli incentivi economici: «Al momento i Comuni riceverebbero un 40 percento in più rispetto ai trasferimenti che avevano nel 2010, cioè prima dei tagli. Ma il fondo messo a disposizione è di 30 milioni di euro, di cui 28 milioni sono già stati spesi». Tra gli interventi anche quello del deputato Irene Manzi, del segretario provinciale del Pd Settimio Novelli e dell’assessore regionale all’Ambiente Angelo Sciapichetti.



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