Ospedale unico, mancano i fondi
Ipotesi parternship coi privati

SANITA' - La Regione ha messo in bilancio soldi solo per il nuovo Salesi e per il nosocomio di Fermo. Intanto per metà aprile è atteso lo studio di fattibilità per il progetto del presidio unico provinciale. Il governatore Ceriscioli cercato da tutti come il Figaro del suo concittadino Rossini

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Il governatore Luca Ceriscioli, è alle prese con il nodo della riforma sanitaria regionale

 

di Federica Nardi

Ospedale unico, la Regione non ha i soldi: si guarda ai privati. Al momento l’ente ha previsto di stanziare fondi solo per il nuovo Salesi di Ancona e per l’ospedale di Fermo. Intanto per metà aprile l’Asur presenterà lo studio di fattibilità per il nosocomio provinciale. Giorni intensi per il governatore Luca Ceriscioli, che per la questione sanità è cercato da tutti quasi fosse il Figaro ideato dal suo concittadino Rossini.

È l’uomo cardine della riforma sanitaria il governatore Ceriscioli. E mai come in questo momento, i sindaci pretendono non solo la sua risposta a mezzo stampa ma la sua presenza fisica agli incontri, per capire una volta per tutte quale sarà il destino dei loro territori. Tante le rassicurazioni della Regione, dove la giunta procede decisa, settimana dopo settimana, senza perdere di vista la traiettoria tracciata dal 2012, quando le carte della riforma sanitaria erano già tutte sul tavolo, nelle delibere regionali a firma, ai tempi, del governatore Gian Mario Spacca. Voci si levano dall’entroterra del Maceratese. I sindaci delle aree montane chiedono al sindaco di Macerata, Romano Carancini, in quanto presidente dei sindaci di Area vasta, di convocare Ceriscioli per chiarire il futuro della sanità nei loro territori. Prontamente Carancini annuncia un incontro per metà aprile dove, alla presenza del governatore, «esamineremo il progetto di fattibilità, che Asur Marche si è impegnata a presentare, per la realizzazione di un nuovo ospedale unico di Area vasta 3».

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L’assessore regionale Angelo Sciapichetti

Un piano che però «ancora non prevede un sito definito», dice Alessandro Maccioni, direttore di Area vasta. Nel frattempo sembra essere critica la situazione di Ortopedia a Camerino, dove l’assessore regionale Angelo Sciapichetti e il responsabile sanità del Pd, Franco Antonini, chiedono di «attingere dalle risorse dell’intera Area vasta 3», dicono in una nota, per risolvere la carenza di personale medico. Ma il discorso è regionale, soprattutto per quanto riguarda gli ospedali unici. Un’idea che circola da anni, rilanciata da Ceriscioli con una dichiarazione, risalente al mese scorso, che ha mandato in subbuglio i territori riaccendendo contese tra Comuni già in sapore di campagna elettorale. Nel capoluogo Carancini si augura che la Regione voglia mandare un segnale forte, prevedendo risorse in bilancio per i nuovi ospedali. Più a sud, gli amministratori del Piceno, dopo il Consiglio comunale aperto di Ascoli dove si è parlato proprio del futuro ospedale unico (alla presenza del governatore), presenteranno presto la scelta del sito. Mentre a Pesaro e Fano i sindaci sono rimasti perplessi dopo la delibera di giunta del 22 febbraio che indicava Fosso Sejore (una location “ripescata” dal 2012 e subito smentita da Ceriscioli), come sede dell’ospedale unico Marche Nord. Ma i soldi per questi nuovi ospedali «non sono previsti nel prossimo bilancio – fa sapere il governatore tramite la portavoce – In bilancio ci sono solo i soldi per l’ospedale di Fermo e per il nuovo Salesi».

sanità tagliMancando i fondi regionali torna quindi l’ipotesi, sempre più concreta, di scegliere la strada del cosiddetto partenariato pubblico-privato una volta che gli amministratori avranno deciso le location per gli ospedali e presentato i progetti. Più di una semplice congettura dato che, oltre alle dichiarazioni della Regione, già lo studio di fattibilità dell’ospedale di Fosso Sejore, risalente al 2014, indicava questa forma di finanziamento come la migliore soluzione per sostenere costi (per esproprio dei terreni, di costruzione, miglioramento della rete viaria e così via), che allora ammontavano a circa 140 milioni di euro. Come avrebbe contribuito il pubblico, in mancanza di fondi? Sempre lo studio di fattibilità, indicava la vendita di parte degli ospedali di Pesaro e Fano e di altre strutture di proprietà dell’Asur come modo più efficace di cofinanziare il nuovo ospedale. Uno scenario plausibile e, a più voci, caldeggiato. Anche nella nostra Area vasta, dove, a pochi giorni dall’aut aut lanciato da Ceriscioli e subito ritrattato – «bisognerà scegliere se mantenere l’ospedale di Macerata o quello di Civitanova» – tra gli addetti ai lavori già circolava, tra le ipotesi, quella di “valorizzare” e rivendere parte dei nosocomi di Macerata e Civitanova. Tra le altre vie, dicono i bene informati, ci sarebbe stata anche quella di finanziare in parte l’ospedale unico con i soldi destinati alla manutenzione di alcuni reparti chiusi o in chiusura in seguito alla trasformazione dei piccoli nosocomi in ospedali di comunità (formalizzata la settimana scorsa).



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