Sanità, Menghi all’attacco:
“Dove vogliono fare l’ospedale
non c’è neanche la strada”

MACERATA - Sfogo dell'ex sindaco contro la riforma che porterà il nuovo polo di area vasta. Annunciate due interrogazioni al prossimo consiglio comunale: "Irresponsabilità della classe politica e del ruolo del capoluogo. Ognuno ha difeso il suo orticello", Il consigliere regionale Zura Puntaroni: "Guardo con estremo imbarazzo alle mosse della Giunta e me ne vergogno con gli operatori"

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Giordano Giampaoli, Anna Menghi e Luigi Zura Puntaroni attaccano la riordino sanitario

 

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di Claudio Ricci

(foto di Lucrezia Benfatto)

Sanità, Anna Menghi punta i piedi sulla riforma che rivoluzionerà il sistema provinciale, portando un nuovo ospedale unico di Area vasta. Il consigliere comunale interviene dopo gli annunci sulla futura realizzazione del polo che potrebbe sorgere proprio a Macerata. «C’è un’ irresponsabilità della classe politica sul territorio – accusa la Menghi – con sindaci colpevoli di far finta di difendere la sanità senza però avere una visione di insieme, ognuno per il proprio orticello. La politica del capoluogo non può chiudere gli occhi su quanto sta accadendo. E’ mancato il ruolo di leadership di area vasta e la considerazione di quanto stanno perdendo i presidi del territorio». Al centro dell’attacco della Menghi il progetto per la realizzazione della nuova struttura che potrebbe insistere sulla valle del Potenza. «Dove ipotizzano di fare l’ospedale non c’è neanche una strada – dice Menghi – Ci sono poi questioni irrisolte come i fondi da destinare alla messa a norma dell’attuale ospedale mentre negli anni ’90 si sono mangiati 8 miliardi solo sui muri». Al prossimo consiglio comunale di lunedì 22 febbraio Menghi porterà due interrogazioni, una su oculistica e uno sulla messa a norma della struttura e una mozione sull’intitolazione del nosocomio, ancora senza un nome. «Cerco di avere risposte che siano registrate nelle sedi istituzionali – spiega l’ex sindaco – Che fine farà il reparto di Oculistica? E i fondi promessi per attrezzarlo? Se verrà o meno trasferito a San Severino dato che ultimamente sono tornate a correre delle voci. L’altra interrogazione riguarda la messa a norma della struttura e i servizi come la mensa con pasti preparati fuori dall’ospedale e relativi costi». Insomma il consigliere vuole tenere alta l’attenzione sulla svolta sanitaria e tutte le sue conseguenze per il territorio, evitando però lo strumento del referendum, proposto del M5S per abrogare la riforma varata dalla Regione alla vigilia di Natale.

Gabriella Repupilli

Gabriella Repupilli coordinatrice infermieri reparto ortopedia dell’ospedale di Macerata

«Il ruolo dell’opposizione è quello di controllare – sottolinea Menghi – interpretare il pensiero di una parte dei cittadini, dicendo le cose come stanno e pungolando la maggioranza. Ma non posso aderire al referendum sostituendomi a chi ha il diritto-dovere di amministrare. In più potrebbe creare un azzeramento delle condizioni che provocherebbe un vero tilt della sanità. Nei prossimi giorni valuteremo come muoverci, non escludendo manifestazioni». A dar man forte a Menghi il presidente regionale della Lega Nord Giordano Giampaoli e il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni. «Le difficoltà di questa Giunta nell’amministrare la sanità sono evidenti – commenta Puntaroni – stanno aggredendo la materia senza saperne nulla. Guardo con estremo imbarazzo alle mosse che stanno facendo e me ne vergogno con gli operatori che tutti giorni lavorano nel settore. Per fortuna l’opposizione c’è ed è sempre esistita e vogliamo dare speranza a chi non si rassegna». Si sfoga Gabriella Repupilli coordinatrice degli infermieri del reparto di ortopedia all’ospedale di Macerata: «Siamo in mano a persone che di sanità non sanno nulla. Siamo tornati indietro di 30 anni. Noi tecnici non veniamo sentiti e coinvolti per niente ai tavoli delle trattative. Parlare di un ospedale a Villa Potenza o a Piediripa non ha senso. Intanto si accorpano i reparti e i pronto soccorsi si intasano, si taglia sul personale e la sicurezza lavorativa. Gli operatori vanno resi partecipi di queste decisioni».



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