(foto di Lucrezia Benfatto)
Sanità, Anna Menghi punta i piedi sulla riforma che rivoluzionerà il sistema provinciale, portando un nuovo ospedale unico di Area vasta. Il consigliere comunale interviene dopo gli annunci sulla futura realizzazione del polo che potrebbe sorgere proprio a Macerata. «C’è un’ irresponsabilità della classe politica sul territorio – accusa la Menghi – con sindaci colpevoli di far finta di difendere la sanità senza però avere una visione di insieme, ognuno per il proprio orticello. La politica del capoluogo non può chiudere gli occhi su quanto sta accadendo. E’ mancato il ruolo di leadership di area vasta e la considerazione di quanto stanno perdendo i presidi del territorio». Al centro dell’attacco della Menghi il progetto per la realizzazione della nuova struttura che potrebbe insistere sulla valle del Potenza. «Dove ipotizzano di fare l’ospedale non c’è neanche una strada – dice Menghi – Ci sono poi questioni irrisolte come i fondi da destinare alla messa a norma dell’attuale ospedale mentre negli anni ’90 si sono mangiati 8 miliardi solo sui muri». Al prossimo consiglio comunale di lunedì 22 febbraio Menghi porterà due interrogazioni, una su oculistica e uno sulla messa a norma della struttura e una mozione sull’intitolazione del nosocomio, ancora senza un nome. «Cerco di avere risposte che siano registrate nelle sedi istituzionali – spiega l’ex sindaco – Che fine farà il reparto di Oculistica? E i fondi promessi per attrezzarlo? Se verrà o meno trasferito a San Severino dato che ultimamente sono tornate a correre delle voci. L’altra interrogazione riguarda la messa a norma della struttura e i servizi come la mensa con pasti preparati fuori dall’ospedale e relativi costi». Insomma il consigliere vuole tenere alta l’attenzione sulla svolta sanitaria e tutte le sue conseguenze per il territorio, evitando però lo strumento del referendum, proposto del M5S per abrogare la riforma varata dalla Regione alla vigilia di Natale.
«Il ruolo dell’opposizione è quello di controllare – sottolinea Menghi – interpretare il pensiero di una parte dei cittadini, dicendo le cose come stanno e pungolando la maggioranza. Ma non posso aderire al referendum sostituendomi a chi ha il diritto-dovere di amministrare. In più potrebbe creare un azzeramento delle condizioni che provocherebbe un vero tilt della sanità. Nei prossimi giorni valuteremo come muoverci, non escludendo manifestazioni». A dar man forte a Menghi il presidente regionale della Lega Nord Giordano Giampaoli e il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni. «Le difficoltà di questa Giunta nell’amministrare la sanità sono evidenti – commenta Puntaroni – stanno aggredendo la materia senza saperne nulla. Guardo con estremo imbarazzo alle mosse che stanno facendo e me ne vergogno con gli operatori che tutti giorni lavorano nel settore. Per fortuna l’opposizione c’è ed è sempre esistita e vogliamo dare speranza a chi non si rassegna». Si sfoga Gabriella Repupilli coordinatrice degli infermieri del reparto di ortopedia all’ospedale di Macerata: «Siamo in mano a persone che di sanità non sanno nulla. Siamo tornati indietro di 30 anni. Noi tecnici non veniamo sentiti e coinvolti per niente ai tavoli delle trattative. Parlare di un ospedale a Villa Potenza o a Piediripa non ha senso. Intanto si accorpano i reparti e i pronto soccorsi si intasano, si taglia sul personale e la sicurezza lavorativa. Gli operatori vanno resi partecipi di queste decisioni».
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Macerata-Corridonia-Pollenza-Montecassiano (assieme perchè di fatto, anche territorialmente, siete unite e create una città di 72.000 abitanti), Civitanova-Potenza Picena- Montecosaro (60.000 abitanti), Tolentino-San Severino-Treia-Cingoli (52.000 abitanti), Recanati- Porto recanati (33.000 abitanti), Matelica-Camerino-Castel Raimondo (22.000 abitanti), Mogliano-Petriolo-Monte San Giusto (15.000 abitanti), Montelupone-Morrovalle (13.000 abitanti) e gli altri comuni del maceratese… è necessario cambiare mentalità: iniziamo a considerare che costituiamo un’unica entità di 320.000 abitanti e pretendiamo dei servizi degni di un territorio dove vivono tutte queste persone. Dobbiamo farlo o perderemo tutto, TUTTO. In ambito sanitario un ospedale unico con questo bacino d’utenza è un ospedale GRANDE che può garantire reparti capaci di gestire la patologia complessa. Se daremo adito alle voci (miopi e non lungimiranti) di chi racconta che è possibile mantenere la rete ospedaliera attuale (unici e soli in regione) faremo in modo che degli ospedali attuali rimangano solo i reparti che garantiscono assistenza primaria e saremo costretti, per quasi ogni prestazione, a dirigerci all’ospedale di Fermo (che verrà costruito a 15 min da Civitanova, con chiare ripercussioni sulla possibilità di sviluppo del piccolo ospedale della città costiera) o ad Ancona. Questo è l’enorme rischio a cui ci espone un campanilismo stolto. L’ospedale unico è necessario, questo non significa che alcuni servizi non vadano mantenuti nel territorio, ma non ci si può più permettere di mantenere reparti in doppio (o in triplo); semplicemente perchè la sanità sta cambiando e i criteri per la tutela della sicurezza sono più stringenti. Ricordiamoci che tecnologie e intensità di cura per considerare un reparto sicuro non sono più quelle di 20 anni fa – Es. nuovi criteri per i punti nascita – e non c’è più la possibilità di mantenere personale medico (usciamo dal numero chiuso e a specializzarci siamo in pochi) ed infermieristico in strutture che gestiscano un piccolo numero di posti letto – Ee. perchè un medico dovrebbe gestire 10 pazienti quando è stato formato per prendersi cura di 50? Le guardie in ospedale coprono le 24h e i festivi, son proprio tanti soldi ed è assurdo non far lavorare i professionisti “a pieno regime” –
Dove costruirlo st’ospedale? DOVE VI PARE, ma attenzione… un ospedale porta strade (ed AUTOSTRADE, come nel caso del futuro Ospedale di Fermo) ma deve essere facilmente raggiungibile, prima ancora che il primo paziente vi si rechi (ci vuole pochissimo oggigiorno per metter su una struttura ospedaliera -2-3 anni-, ma non vale altrettanto per le strade) dunque va fatto in prossimità della superstrada in una posizione che serva TUTTA la provincia. Benissimo anche la valle del Potenza, ma qualora si scegliesse tale sito in fase progettuale DEVE ESSERCI un piano di collegamento tramite stada a doppia corsia nei due sensi di marcia alla superstrada stessa. I bacini d’utenza sono importanti ed è vero che costruire (ancora) sulla costa sarebbe una ridondanza, un errore insensato, specialmente quando avremo una strada che ci renderà vicinissimi anche gli umbri nella futura nuova macroregione (con enormi possibilità di sviluppo per la provincia). Quindi: che si ragioni in maniera lucida e ci si ponga il problema di quale sia la soluzione migliore affinchè i maceratesi non debbano “migrare” per curarsi…
L’ospedale andava costruito all’uscita di Piediripa, lo sanno anche i sassi. ma allora, come oggi non prevale l’interesse del “paziente”, ovvero da dove arriva, facilità di manovra per mezzi di soccorso, e cittadni, urgenze e ubicazione. Non sia mai, si guarda dove si può spendere di piu e li si sceglie di costruire. Cosi poi si va giù di asfalto e cemento per nuove strade, ponti, qualche rotonda e gli svincoli, non ce li metti?? Se poi l’utenza è maggiore lungo la dorsale che costeggia la 77, beh un dettaglio. Non sia ma iche Macerata granne non c’abbia l’ospedale sotto le chiappe.
Guardo spesso lo scempio delle palazzine dell’ex manicomio. Le strutture, belle, immerse nel verde, potevano essere vendute a licitazione privata , con il ricavato sai che ospedale,,,,,, ma questo è buon senso, nulla a che fare con la “politica””che conta tutto sui consensi in campagna elettorale. che dramma—–