La presidente della Maceratese, Maria Francesca Tardella
di Sara Santacchi
Torna all’Helvia Recina dopo due stagioni il confronto tutto biancorosso tra Maceratese e Ancona. Sono cambiate le squadre, gli obiettivi e soprattutto lo scenario: questa volta si gioca sul palcoscenico dei professionisti e non più tra i dilettanti. Cresce l’attesa per assaporare quelle emozioni che solo il derby sa dare, seppure non sia quello più sentito con la Civitanovese. Tanti gli ingredienti che stanno accompagnando la settimana che precede la sfida di domenica alle 15. A confermare l’importanza di questa gara, e a parlare di come vive la febbre da derby, è la presidente Maria Francesca Tardella.
Presidente, che partita si aspetta con l’Ancona?
«Una gara giocata a viso aperto dalle squadre, che vorranno senza dubbio vincere. Inoltre, si affrontano due tra i migliori allenatori della Lega, Cornacchini e Bucchi. Spero che questo i tifosi lo capiscano e che ci sia la cornice di pubblico che la partita merita. Vorrei ricordare che se non fosse stato per l’Ancona non ci saremmo iscritti al campionato di Lega Pro quindi da parte mia c’è massimo rispetto e riconoscenza».
All’andata finì con un pareggio che la Maceratese riuscì a ottenere sul finale. Ad oggi il pari lo prenderebbe come una sconfitta?
«Quando la Maceratese scende in campo lo fa per vincere, esattamente come l’Ancona. Ogni risultato sarà ovviamente preso con serenità, ma ovviamente lo stato d’animo con cui affronteremo l’incontro non sarà quello di accontentarci».
Guardando allo stadio, oggi gestito dal Comune, qual è il vostro rapporto e in che condizioni è il manto erboso?
«Essendo consigliere comunale, il rapporto con l’Amministrazione è buono. Quanto al campo, è inutile negare che sia in condizioni pessime e disagiate. Spero che il Comune possa prendere provvedimenti perché è impossibile giocare lì un altro campionato. Se a maggio scorso l’Amministrazione, quando ha capito che avremmo vinto il campionato, ha assicurato che avremmo giocato la prima partita in Lega Pro in casa, spero che si muova allo stesso modo anche in questo caso».
Marco Nacciarriti, Maria Francesca Tardella e Giulio Spadoni in mezzo al campo dell’Helvia Recina
La classifica vede la Spal al comando del girone B, ma è anche la squadra che ha più punti in tutta la Lega Pro. Si può considerare una compagine a parte rispetto a tutte le altre?
«Mah, secondo me no. Chi gioca in Lega Pro è perché è da Lega Pro. Sicuramente la Spal ha qualcosa in più rispetto alle altre, come l’organizzazione e un passato glorioso come altre realtà della categoria quali il Pisa, l’Ancona la stessa Carrarese che vengono da palcoscenici ben più importanti rispetto a noi che veniamo dalla Promozione. Dico comunque che i campionati vanno giocati fino alla fine».
La Maceratese può ambire al salto di categoria?
«Io dico sempre che mancano tre punti alla salvezza e ogni domenica ne aggiungo tre in più. Se aggiungendone tre ogni volta questo mi porta a giocarmi i play off, per esempio, va benissimo così. Un conto sono i sogni e un altro è la realtà. Io potrei sognare e avere l’ambizione di fare la serie A, ad esempio, però poi bisogna vedere cosa è effettivamente fattibile. Io penso solo che siamo lì e ce la giocheremo fino alla fine. L’anno scorso dicevano che non volevo vincere il campionato perché non volevo fare la Lega Pro, mi pare che ci siamo e stiamo facendo una stagione straordinaria».
Come spiega la freddezza che si avverte dai tifosi nei confronti della squadra?
«Secondo me non è freddezza, ma una presa di posizione ben precisa di non fare la tessera del tifoso. La rispetto, pur non condividendola perché se fossi uno di loro, personalmente non mi perderei questo campionato bellissimo. Quello che abbiamo vissuto lo scorso anno è unico e irripetibile, ma eravamo tra i dilettanti e sostengo che se la squadra dello scorso anno era degli “Invincibili”, i ragazzi di quest’anno sono “Indimenticabili”. Siamo tra i professionisti, il mister si è preso sulle spalle un’eredità pesante come quella scavalcandola anche e, ripeto, pur rispettandoli, dispiace che i tifosi facciano certe scelte. Non deve mancare l’affetto a questi ragazzi che stanno facendo qualcosa di sensazionale, dando tutto. Se è a causa mia prenderò decisioni in tal senso: i presidenti passano, ma la squadra resta, sempre, quindi i ragazzi meritano di essere coccolati dal proprio pubblico».
Come considera la decisione che per il settore tribuna (fatta eccezione per la tribuna Vip) e gradinata locali la vendita è riservata solo ai residenti nella provincia di Macerata (leggi l’articolo)?
«Assolutamente ingiusta e penalizzante. Si parla di festa e spettatori da portare allo stadio, poi si danno queste limitazioni che ci negano già in partenza la gioia dello spettacolo sugli spalti. Non ho potuto accreditare tanti osservatori che volevano venire a vedere i nostri giocatori, la moglie dell’amministratore delegato della Maceratese non potrà esserci perché residente fuori provincia, è paradossale. Ritengo che siano decisioni umilianti per la città e la società è sempre più allibita».
Intanto domani (giovedì) alle 21 all’hotel Claudiani sarà presentata ai tifosi l’associazione Amici della Rata. Nel corso della serata saranno illustrate le finalità associative, con la possibilità, per chi lo voglia, di aderire all’associazione versando la quota annua di 50 euro.
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