di Monia Orazi
Buzzi-Sacci, trovato l’accordo. Ieri sera la multinazionale piemontese ha acquistato dalla famiglia Federici il 99,5% del capitale della Sacci spa. A confermare l’accordo una nota della Buzzi Unicem: «Gli azionisti di controllo – si legge – hanno accettato l’offerta vincolante di Buzzi Unicem». La multinazionale del cemento lo scorso 18 marzo aveva presentato un’offerta di acquisto per la Sacci, di proprietà della famiglia Federici di Roma (leggi articolo). Costo dell’operazione 120 milioni di euro, circa 100 euro per ogni tonnellata di cemento prodotto, e sarà anche ripianato il debito di 400 milioni di euro della Sacci. Secondo una stima, il matrimonio produrrà una diminuzione dei costi, grazie a sinergie tra 15 e 20 milioni di euro, comportando una maggiore concentrazione del mercato italiano. Il gruppo Sacci spa possiede cinque cementifici, tra cui quello di Castelraimondo, con una capacità produttiva di 2,8 milioni di tonnellate di cemento ed una quota di vendita pari al 6 per cento del mercato italiano, il gruppo ha partecipazioni azionarie nelle cementerie Barbetti (capacità produttiva 1,3 milioni di tonnellate di cemento, pari al 3,5 per cento del mercato) e Costantinopoli (capacità produttiva di circa un milione di tonnellate). Buzzi Unicem è una multinazionale che conta 39 stabilimenti in diversi paesi del mondo, di cui 14 in Italia, con oltre 10mila dipendenti (che nel nostro Paese sono scesi dai 1.788 del 2012, ai 1.690 del 2013).
Per completare l’operazione di acquisto ci vorranno diversi mesi, nella nota Buzzi Unicem ricorda che l’effettivo acquisto della Sacci deve essere approvato dalle banche ed i creditori che hanno aderito all’accordo di ristrutturazione del debito di 400 milioni di euro circa, della Sacci, omologato dal tribunale di Roma nell’ottobre 2013. Inoltre l’autorità garante della concorrenza e del mercato dovrà approvare l’operazione. Resta al momento attiva la procedura per il licenziamento collettivo degli 83 dipendenti del cementificio Sacci di Castelraimondo, per cui è in programma un incontro a Roma tra i vertici aziendali e le organizzazioni sindacali, come previsto dalla legge. Per 135 dipendenti della Sacci, tra Castelraimondo, Pescara e la sede centrale di Roma è previsto il licenziamento, oltre alla cessazione dell’attività a Castelraimondo. Tra i lavoratori di Castelraimondo, il cui futuro è pieno di incertezza, c’è la speranza che la nuova acquisizione porti ad una ripresa produttiva, il gruppo Buzzi con ricavi pari a 2 miliardi e mezzo di euro, potrebbe dare corso agli investimenti necessari a far ripartire lo stabilimento, trovandosi in una situazione evidente di solidità finanziaria. Le segreterie nazionali dei sindacati di categoria hanno già chiesto un incontro al gruppo Buzzi, all’indomani dello sciopero con cui i lavoratori di Castelraimondo hanno protestato per la messa in mobilità, giunta come un fulmine a ciel sereno (leggi l’articolo).
I sindacalisti non si sbilanciano, in attesa di conoscere le intenzioni di Buzzi sulla nuova acquisizione. Il mercato italiano del cemento è dato ancora in una fase difficile, come è stato detto oggi nella seduta dell’assemblea degli azionisti del gruppo di Casale Monferrato, che ha approvato il bilancio 2014. Dalla nota diffusa da Buzzi Unicem, dopo l’assemblea di oggi si apprende che il mercato è previsto in ripresa solo negli Stati Uniti, stabile in Europa Centrale, ulteriore contrazione in Italia. Il margine operativo lordo di Buzzi è in aumento del 4,8 per cento sul 2013, attestandosi a 423 milioni di euro (+10,2% sul 2013 a cambio e perimetro costanti), “in uno scenario di bassa inflazione dei costi e di sempre maggiore efficienza operativa – si legge nel comunicato –. Risultato operativo ed utile netto in evidente progresso, grazie anche alla variazione favorevole delle svalutazioni e degli oneri finanziari. Graduale riduzione dell’indebitamento netto, nonostante l’acquisizione della cementeria di Korkino (Russia)”. L’indebitamento netto passa da un miliardo e 97 milioni di euro del 2013 ad un miliardo e 62 milioni di euro, in miglioramento. Nell’esercizio appena concluso, il gruppo ha venduto 25,1 milioni di tonnellate di cemento (+1,8% rispetto al 2013) e 12,0 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato (+1,4%).
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