Consiglio aperto a Castelraimondo sulla vicenda Sacci. Da sinistra Roberta Bisello, segretario comunale, Paolo Cesanelli, presidente Consiglio comunale, Renzo Marinelli, sindaco, Roberto Crescimbeni, direttore cementieri Sacci Castelraimondo
Il consiglio comunale aperto per illustrare l’autorizzazione integrata ambientale per l’ampliamento della Sacci si è aperto con l’intervento del sindaco Renzo Marinelli. “Abbiamo voluto questo consiglio aperto, concordato con i capigruppo, per informare la cittadinanza su ciò che è stato autorizzato dalla Regione. Vogliamo farlo in modo tranquillo, chiaro ed approfondito, quindi abbiamo invitato rappresentanti della Sacci e dell’Arpa, per avere opinioni e pareri. Si è costituito un comitato che ringrazio, che deve essere al fianco dell’amministrazione comunale, tutti viviamo in questo territorio, vogliamo fare in modo che siano rispettate le normative di legge, se l’ampliamento sarà fatto, dovrà essere garantito nel tempo il rispetto delle prescrizioni”. Ha preso poi la parola il direttore dello stabilimento Sacci di Castelraimondo, Roberto Crescimbeni. “Da qualche settimana è come se fossi il direttore di qualche inceneritore in più. Il nuovo impianto entrerà in esercizio tra cinque anni, ha la sua ragione d’essere perché sarà impiegata una tecnologia più moderna, permettendo di migliorare le prestazioni ambientali dello stabilimento. Ci sarà un abbattimento dei costi di produzione, che insieme alla concessione trentennale mineraria trentennale, rappresenta il nostro lasciapassare per il futuro. Chi dice che questo progetto è inutile, non è dalla parte dei lavoratori, noi siamo per la salvaguardia dell’ambiente ed aperti al dialogo”. Crescimbeni ha sottolineato come il nuovo impianto permetta un incremento produttivo fino a 3 mila tonnellate giornaliere di clinker, l’abbattimento dei costi di produzione, il risparmio energetico (circa il 15 per cento). Per il direttore l’utilizzo del combustibile solido secondario (Css), sino al trenta per cento, è quasi un obbligo d’uso perché rientra nelle cosiddette migliori tecnologie disponibili, perché consente il risparmio energetico, riducendo le emissioni in atmosfera. Crescimbeni ha proposto di fare una piattaforma locale, per utilizzare Css prodotto in loco.
Davide Piccinini, dirigente dell’ufficio regionale infrastrutture, trasporti ed energia, che ha firmato l’Aia, ha spiegato come nel 2010 sia stata concessa un’autorizzazione provvisoria, per due anni, chiedendo alla Sacci di adeguare un impianto ormai obsoleto, alle migliori tecnologie disponibili e della taglia adeguata alla tipologia di lavorazione. L’Aia disciplina la situazione fino al 2018, quando sarà chiuso il vecchio impianto e prevede le prescrizioni per il nuovo che entrerà in funzione nel 2018. ” Partendo dallo studio attuale che non presenta problemi particolari per l’impatto ambientale, il nuovo impianto presenterà un inquinamento minore rispetto all’attuale, perché l’Aia impone emissioni in atmosfera inferiori rispetto a quelle attuali”, ha spiegato. ” Le nostre osservazioni sono state pienamente accolte ed inserite come prescrizioni nell’Aia – ha detto Gianni Corvatta dell’Arpam – abbiamo posto attenzione non solo ai dati di progetto, ma alla veridicità dello studio effettuato, con collocazione di centraline sul luogo, inoltre sarà effettuato il controllo delle emissioni in continuo”. Corvatta ha spiegato come sarà rivisto il provvedimento, a seconda della tipologia di rifiuti prevista nel Css, il cui decreto ministeriale è in corso di pubblicazione. L’assessore provinciale Giorgio Palombini ha chiarito la posizione dell’ente, spiegando come abbia chiesto di togliere la possibilità di utilizzare come combustibili oli e gcomma, cui è seguita la modifica del progetto, da parte della ditta. È seguito un infuocato dibattito dai toni molto acceso, in un cinema Manzoni in cui molte persone sono rimaste in piedi.
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Nota della Provincia di Macerata:
Informare correttamente i cittadini. Le Istituzioni devono farlo con serietà ed onestà, soprattutto quando si tratta di questioni delicate e complesse, che intrecciano problematiche ambientali e della salute con quelle del lavoro: la “Sacci” per esempio. Sull’autorizzazione concessa dalla Regione Marche all’azienda per l’ammodernamento e il potenziamento dell’impianto di produzione di cemento, la Provincia di Macerata non è rimasta in “silenzio”, ma ha fatto sentire la sua voce! Grazie al parere negativo espresso dalla Provincia il 22 giugno scorso sulla sostenibilità ambientale, la “Sacci” ha modificato il progetto, escludendo l’utilizzo di diverse tipologie di rifiuti speciali come la plastica, i pneumatici fuori uso, oli ed emulsioni per la produzione dell’energia termica. Come combustibile alternativo a quelli ordinari potrà essere usato soltanto quello “solido secondario”, detto Css, inquadrabile come migliore tecnica disponibile per l’impianto di produzione, basata su avanzate tecnologie di processo applicate ai materiali opportunamente trattati, tanto da “uscire dalla qualifica di rifiuto”. Lo stabilisce un decreto dello Stato in fase di pubblicazione, ma se entro il 30 marzo ancora non lo fosse, la Regione dovrà riesaminare daccapo l’autorizzazione concessa. In questo caso la Provincia vigilerà e si batterà perché la Regione rivaluti in maniera sostanziale l’Aia, nell’interesse dei Comuni e di tutto il territorio.
La Provincia, dunque, non solo è stata presente ma anche decisiva in questa vicenda: grazie al suo “no rifiuti speciali”, non ci sarà nessun inceneritore; se mai un impianto moderno e all’avanguardia, migliorativo, che si inserisce in un processo di sviluppo e di innovazione tecnologica capace di portare meno inquinamento e, di conseguenza, un minor impatto ambientale, attraverso un piano di adeguamento che dovrà avvenire entro il 2018 e che prevede attività di monitoraggio della qualità dell’aria, in linea con le prescrizioni dell’Arpam, e misurazioni costanti delle emissioni. Un risultato importante, ottenuto grazie all’intervento della Provincia che, chiamata in causa dalla Regione ad esprimersi esclusivamente rispetto alla compatibilità ambientale del progetto con il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, è andata ben oltre le sue competenze. Va aggiunto, per completezza e trasparenza, che la “Sacci” l’8 novembre ha presentato le modifiche e le integrazioni progettuali, conseguenza delle osservazioni della Provincia, alla sola Regione, e che l’“assenza” della Provincia alla Conferenza dei servizi del 28 dicembre è stata conseguenza dell’erronea mancata convocazione da parte della Regione e del successivo mancato accoglimento del rinvio richiesto visto che la data della riunione risultava troppo a ridosso per un congruo esame dell’istruttoria. Tuttavia, le modifiche apportate sono in linea con la tutela dello sviluppo e dell’occupazione, senza pregiudicare la salute dei cittadini e dell’ambiente.
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Insomma, alla fine della fiera, se non ho capito male l’inceneritore tecnologicamente avanzato ti ammazza ma “a norma di legge” (e non subito)
dove sta scritto scusa che ti ammazza????? non diciamo fesserie
Non c’è mai fine: “meno inquinamento e minor impatto ambientale”, ma che significa? Io punterei invece su: “zero inquinamento”. Non è fattibile? Forse! Prima però dovremmo, detto molto semplicisticamente, produrre meno (ciò vale soprattutto per i prodotti ritenuti dannosi all’uomo e all’ambiente e per quei beni destinati a divenire in breve tempo dei rifiuti, i cosiddetti articoli usa-e-getta), consumare meno, riutilizzare di più (perché bruciare o gettare e non valorizzare ciò che si ha? È questo un comportamento del tutto insensato!).
Perché non parlare, dunque, del ciclo integrato alternativo a inceneritori e mega discariche: riduzione alla fonte, raccolta differenziata Porta a Porta, compostaggio, trattamento meccanico biologico “a freddo”.
Per approfondimenti: http://www.facebook.com/notes/luca-natali/inceneritori-discariche-inquinamento-esistono-delle-alternative-rifiuti-zero-un-/413675438647059
Mi domando quale possa essere l’utilità di un nuovo inceneritore ; a meno che non si dica che quello esistente a Pollenza è prossimo alla pensione perchè non valido economicamente.
Allora – suggerirei al management della azienda di Castelraimondo – e mi domando : “non è meglio pensare di inserire in provincia ( importandole dal Nord ) quelle tecnologie atte al recupero dei vari rifiuti ? Non Costano di meno e danno utili migliori ? ” Gradirei una risposta anche dal Presidente della Provincia e dalle varie forze politiche .
I cittadini della vallata del Potenza vogliono delle garanzie sotto l’aspetto della salute, in una fase come quella che stiamo vivendo dovuta alla crisi, non si può presentare loro la scelta tra occupazione o salute, un ricatto che nemmeno lontanamente deve affiorare da parte delle imprese e dalle istituzioni. I due diritti tutelati dalla Costituzione, devono in assoluto coesistere.
Personalmente mi rendo conto che la materia è molto complessa e quindi possano nascere ragionevoli dubbi!!Ma dopo 5 ore di domande e relative spiegazioni,fornite da tecnici specializzati della Regione e dell’Arpam (supportate da una accurata e dettagliata documentazione),reputo sia preoccupante che ancora ci siano persone che insistono nel chiamarlo inceneritore..
A me, quando sento che la Provincia di Macerata prende voce in capitolo su una qualsiasi questione, mi si rizzano in testa quei pochi capelli che peraltro porto rasati quasi a zero. Se si parla di questioni ambientali, poi, io penso che, se per esempio domani lo stabilimento ILVA di Taranto fosse smontato e rimontato perfettamente funzionante sul nostro territorio provinciale – delle quali sono, ovviamente , la ‘democratica espressione’ – questi della Provincia troverebbero il modo di cantare le lodi tecnologiche ed ambientali anche di quella roba lì.
Il commentatore Gianfranco Cerasi ha perfettamente ragione: ci ammazzano a norma di legge. Io inoltre so, per tragicomica esperienza personale, che, con il radicamento capillare (fino a livello condominiale) che hanno accumulato nei secoli (o quasi) in tutte le cricche, cricchette e cricchettine sparse sul territorio, sono capaci di venirci a cercare anche, all’occorrenza, casa per casa, come dimostrano i video sui famosi Fumi Innovativi Camerti:
http://h2020it.ideascale.com/a/dtd/FUMI-INNOVATIVI-CAMERTI%C2%AE/296968-20658
anche la tua macchina ci ammazza a norma di legge, ma smettiamola di dare contro sempre a tutto…. se le cose sono fatte a norma, e viene garantito che non ci saranno aumenti dei fattori inquinanti (è stato spiegato ampiamente ieri sera ), non vedo perchè non si debba fare questo ammodernamento… in risposta al Signor Pigliapoco, questo non è un inceneritore (che brucia rsu e via dicendo) ma un co-inceneritore (che brucia css)…. non c’entra nulla
Come già scritto altrove, l’attività principale dello stabilimento è la produzione di cemento e come combustibile accessorio verranno utilizzati i rifiuti. Secondo la direttiva europea 75/2010 è un impianto di co-incenerimento. (Termine usato dalla stessa AITEC nelle sue relazioni)
Inoltre vi invito a leggere le motivazioni dell’istruttoria della regione a pag 7 del decreto 1/VAA/2013 per quanto riguarda la procedura di VIA (la parte relativa all’AIA è stata avviata per la sola produzione di cemento; poi AIA e VIA sono state riunite in un unico procedimento come previsto dalla legge):
Motivazione dell’istruttoria
Procedimenti: V00380 – A00108
Codice attività VIA: l.r. n. 7/2004 – allegato A2 lett b) “Impianti di smaltimento di rifiuti non pericolosi, con capacità superiore a 100t/giorno mediante operazioni di incenerimento o trattamento di cui all’All. B, lettere D2, …”
A me, quando sento che la Provincia di Macerata prende voce in capitolo su una qualsiasi questione, mi si rizzano in testa quei pochi capelli che peraltro porto rasati quasi a zero. Se si parla di questioni ambientali, poi, io penso che, se per esempio domani lo stabilimento ILVA di Taranto fosse smontato e rimontato perfettamente funzionante sul nostro territorio provinciale, questi della Provincia troverebbero il modo di cantare le lodi tecnologiche ed ambientali anche di quella roba lì.
Il commentatore Gianfranco Cerasi ha perfettamente ragione: ci ammazzano a norma di legge, e con i giochi di parole. Io inoltre so, per tragicomica esperienza personale, che, con il radicamento capillare (fino a livello condominiale) che hanno accumulato nei secoli (o quasi) in tutte le cricche sparse sul territorio – delle quali sono ovviamente la ‘democratica espressione’ – costoro sono capaci di venirci a cercare persino, all’occorrenza, casa per casa, come dimostrano i video sui famosi Fumi Innovativi Camerti:
http://h2020it.ideascale.com/a/dtd/FUMI-INNOVATIVI-CAMERTI%C2%AE/296968-20658
Mi spiace che al sig. Giorgi si siano rizzati i capelli per ben due volte, ma talvolta i mali non vengono per nuocere. L’interessamento della Provincia non è stato vano, nonostante la Regione abbia voluto metterci in cattiva luce con delle falsità. Mi spiace anzi che in consiglio provinciale non abbia potuto esprimere le mie perplessità, grazie al fatto che il consigliere che aveva proposto la mozione ha abbandonato l’aula prima, così è saltato il punto al consiglio e non si è potuto partecipare neanche a quello comunale di Castelraimondo.
Solo qualche precisazione: in base alla Legge, come scritto da qualcuno prima, trattasi di inceneritore o co-inceneritore; il governo haimpiegato 4 anni per deliberare la fattibilità come energia alternativa realizzabile, ma poi ne sono serviti altri 3 solo per stabilire quali rifiuti potevano essere utilizzati. Già il progresso fa passi avanti, ed allora oggi si parla di combustibile HiqCSS , composto da plastica, pneumatici usati, scarti tessili e calzaturieri. Ora, la gomma si sa inquina, i prodotti tessili e calzaturieri di per sè non sono inquinanti, ma per la maggior parte sono trattati chimicamente, e sono proprio questi ultimi che sono tossici. Ergo, il problema non è l’incenerimento dei rifiuti, ma che tipo di rifiiuti utilizzare. Vi siete mai chiesti perchè la Legge non faccia specifiche particolari, ad eccezione proprio dei cementifici, per i quali si parla proprio del divieto di utilizzo di ecoballe o rifiuti urbani non trattati? I cementifici sono di per sè impianti industriali altamente inquinanti, producendo il triplo di CO2 rispetto ad un inceneritore classico; con il nuovo combustibile, si avrebbe una lieve diminuzione di gas, che però sarebbe subito compensata dall’aumento di produzione. Inoltre l’emissione di diossina nell’aria sarebbe proporzionale all’aumento dei rifiuti inceneriti, e parliamo soprattutto di immissione di mercurio ed in quantità minori di piombo e cadmio, agenti inquinanti che persistono per decenni nell’ambiente.
il progresso è importante, al rispetto delle normative tecniche ci sono gli uffici del comune e della Regione a controllare, ma è importante anche che ci sia qualcuno a tutelare la salute oltre che le norme tecniche. Nulla in contrario contro le energie alternative, ma con i giusti criteri affinchè un domani non si venga a dire che i danni non erano previsti.
-in questa vicenda:mancanza di trasparenza. L’iter per la concessione AIA prevede il parere della cittadinanza. Non è stata fatta informazione, da parte delle autorità, affinchè la cittadinanza in un senso o nell’altro potesse esprimersi.
-ammesso che fosse necessario utilizzare spazzatura come combustibile, perchè nei cementifici? Questi impianti sono sicuramente critici da un punto di vista ambientale per loro conto, perchè rendere le cose più complesse e meno controllabili?
– sto cercando di capire e se qualcuno ha delle informazioni sarei molto riconoscente se mi desse delle delucidazioni: siamo sicuri che le ceneri nel cemento non contaminino tutto il cemento prodotto? Sto pensando all’Eternit…
-mi piacerebbe sapere quanti controlli sono stati effettuati dall’ARPAM in quaranta anni di funzionamento del cementificio. I dati sull’inquinamento attuale provengono dalla SACCI o a un ente terzo?
-si parla di un sacco di soldi di risparmio per l’uso di questi che (legalmente) chiamano combustibili: ai cittadini esposti alle emissioni, cosa ne viene in tasca?
-il CSS un prodotto? Ma non è indicato cosa contiene! E’ solo indicato cosa non contiene!
Mi commuove oltremodo constatare che, dopo la ripetizione del mio commento tricologico – ripetizione della quale mi scuso con tutti, anche se a volte repetita iuvant – in Consiglio Provinciale e dintorni ci si sia così vivamente preoccupati per le vicissitudini travagliate del mio cuoio capelluto; ma ho il vago sospetto che a preoccupare ancor di più, in Consiglio Provinciale e dintorni, sia ciò che sta sotto al mio cuoio capelluto, e cioè quel prezioso (e non in vendita) materiale che nella mia testa è contenuto.
Venendo all’attuale pavoneggiarsi degli esponenti della Provincia di Macerata in merito alla questione Sacci (vedete come la Sacci sta attirando i saccenti!) io trovo ovvio e scontato che, se si parte con la Regione Marche che autorizza a bruciare di tutto e di più, la Provincia di Macerata poi fa un fugurone (o perlomeno contava di farlo) quando interviene a mettere i suoi salvifici paletti all’autorizzazione; ma qui, cari miei, ci troviamo di fronte al più classico e consumato dei coup de théâtre da vecchi attori del palcoscenico istituzionale, un espediente scenico che serve solo, prospettando la riduzione del danno alla salute, a far passare comunque l’idea che…qualcosa bisognerà pur bruciarci, in quel vecchio cementificio di Gagliole, stante che le ‘meravigliose sorti e progressive’ della cementificazione ce lo richiedono a gran voce.
E guardate che specchietto per le allodole futuribile hanno scelto lorsignori, buttato lì a brillare al sole come se le persone non fossero in grado di capire, da infiniti segnali, che l’Era della Cementificazione è finita, tant’è che molto di ciò che fu cementificato è già oggi avviato alla desertificazione!
Io penso che anche per le vecchie (e giovani) volpi della Provincia di Macerata sia giunta abbondantemente l’ora di rendersi conto che, ogni giorno che passa, sono sempre di meno le persone disposte a farsi prendere in giro da loro.
Si arrendano (come dice l’insetto genovese) e non faremo loro alcun male!
Firmato sig. Massimo Giorgi, di professione casalingo.
@ Massimo Giorgi
Mi spiace che ci siano ancora persone che non capiscano la battuta dalle offese. La mia era una battuta, ma se l’ha presa a male, ne faccio mea culpa e le porgo le mie scuse. Per il resto del testo, mi sembra che abbia scritto tante cose, ma che potevano essere riassunte in due righe, dato che hanno tutto lo stesso significato.
Personalmente, mi posso ritenere fortunato ad essere in consiglio in una lista civica, La Nostra Provincia, unico rappresentante e perciò che non deve rispondere a decisioni partitiche. Per giunta non sono neanche del territorio in cui sorge il cementificio, quindi il mio è stato un intervento per portare a conoscenza di chi ci vive delle tante problematiche. Ma è altrettanto vero che nel mondo in cui viviamo oggi la tecnologia va sempre avanti, e questa è una colpa di tutti, anche la sua che utilizza internet. Se si volesse fermare la tecnologia dovremmo tutti ritornare agli inizi del secolo scorso, quando si viveva soprattutto di campagna e di bicicletta. Lasciando da parte questi discorsi, molto utopistici visto il periodo in cui viviamo, Le ricordo che occorre tutelare anche i posti di lavoro, oggi fondamentali, e comunque bisogna anche cercare di essere vicini agli imprenditori, che investono e danno lavoro, ma soprattutto occorre tutelare la salute di chi vive nel territorio. Se a Lei sembra che le parole che ho scritto nel precedente intervento siano soltanto occasione di volermi mostrare (anche perchè quello che io scrivo è sempre personale e non sono portavoce dell’amministrazione provinciale) allora le ricordo ancora che non sono della zona, non cerco voti lì, non ho alcun interessi personali (altrimenti avrei potuto scrivere tutto il contrario, come ha fatto qualcun altro) e quindi La lascio con il suo convincimento, ritengo purtroppo, errato.
Comunque, Le auguro una felice domenica
Caro Diomedi,
le Sue disinteressate sollecitazioni, e la fiera e cavalleresca indipendenza di giudizio con la quale Lei me le ha proposte, mi hanno fatto riflettere a lungo, ieri, sulla portata del mio impatto ambientale.
In effetti è vero: io vado in macchina e quindi inquino anch’io, io utilizzo internet e quindi inquino anch’io, e tanto altro si potrebbe dire che fa di me un inquinatore come tutti; ed io sono persino un fumatore di sigari toscani, come Bersani, ma, in più, i sigari toscani che fumo io non sono senz’altro tecnologicamente avanzati come quelli che fuma lui, e quindi, fumando, io inquino sicuramente di più del Morto Che Parla.
Però ho anche pensato – ed il pianeta mi perdoni per questo! –che forse vale la pena che io inquini utilizzando internet, se, facendolo, io suscito commenti come i Suoi, che sono così istruttivi, per la comunità tutta, in quanto contribuiscono a togliere definitivamente ogni eventuale residuo dubbio sull’esatta natura del materiale umano con il quale è stata impastata la classe dirigente italiana di questi ultimi decenni.
Grazie di esistere!
Firmato sig. Massimo Giorgi, di professione casalingo.
signori poniamo l’attenzione sul fatto che ovunque girano tanti soldi, per interesse,(è nellla natura dell’uomo) si copre tutto: ci saranno filtri , filtrini e controlli, ma dopo un anno che si saranno usurati (e costeranno una cifra) ,troveranno il modo di continuare ad usarli, pagheranno tecnici e addetti per tacere e confermare che è tutto ok, e intanto la diossina ricadrà su noi tutti. Vorrei guardaste vostro figlio come io faccio con il mio, poi cliccate su google e digitate su immagini la ricerca ” effetti della diossina sui bambini”, poi riguardate il vostro bimbo.questo dovrebbe bastare ad insinuare il dubbio che se fra qualche anno ci saranno casi simili, la colpa sia stata dei favorevoli a questo impianto. i soldi non comprano la salute nè fanno tacere il dolore.
Hai ragione Rex Trex, ma lorsignori, in queste questioni, hanno sempre lì bello pronto a portata di mano il ricatto che dice che è meglio un po’ di diossina che morire tutti di fame. E’ per questo che il primo passo da fare è mandare lorsignori tutti a casa.
Avere dubbi e perplessità su tematiche così delicate è più che giusto, ma evocare il disastro di Seveso è un’assurdità. A Seveso si producevano diserbanti e si trattava di un industria chimica a tutti gli effetti, mentre nel nuovo impianto Sacci, si parla di una sostituzione dei combustibili fossili con CSS, in misura del 30 % circa. Inoltre è stato garantito che l’alimentazione del CSS verrà sospesa ogni volta che le temperature si abbasseranno. All’interno del forno da cemento le temperature dei gas superano i 1700°C, dato che le diossine si distruggono a temperature superiori a 1000°C, questo dovrebbe rassicurare abbastanza. Inoltre il funzionario regionale ha garantito che sarà installato un sistema di monitoraggio in continuo anche per le emissioni di diossina. L’importante è che ci siano i controlli e che la popolazione non abbassi mai la guardia, le Marche sono una regione civile. I paesi del nord Europa riescono a gestire tranquillamente i propri rifiuti e anche quelli provenienti dall’estero, perchè qui in Italia è così difficile? Preferiamo le discariche a cielo aperto? Ritenete quelle siano più salutari?