La firma del protocollo: da sinistra Cesare Martini, sindaco di San Severino, Gianni Corvatta, direttore Arpam provinciale, Antonio Pettinari, presidente della Provincia, Renzo Marinelli, sindaco di Castelraimondo e Mauro Riccioni, sindaco di Gagliole
di Filippo Ciccarelli
Scoprire se ed eventualmente determinare in che grado il cementificio Sacci o una delle tante altre industrie nella zona tra Castelraimondo, Gagliole e San Severino abbiano inquinato l’area circostante. E’ questo lo scopo dell’indagine che l’Arpam inizierà domani, mercoledì 19 e che condurrà per i prossimi 6 mesi. Si è concluso oggi con la firma del protocollo da parte dei Comuni di Castelraimondo, Gagliole e San Severino, della Comunità Montana e della Provincia, l’iter burocratico che segue un’esigenza fortemente sentita dai cittadini: quella legata alla salute pubblica. Da tempo la popolazione chiede di sapere se alcuni casi di tumore registrati in zona abbiano una correlazione con attività produttive e industriali che insistono nell’area stessa; l’auspicio di sindaci ed amministratori è che l’indagine possa essere risolutiva. Nei giorni scorsi è stato reso noto l’accordo tra l’Ars, Agenzia Regionale Sanitaria e l’Università di Camerino per la collaborazione nell’istituzione dell’osservatorio tumori voluto dalla Regione.
L’indagine Arpam sarà di tipo ambientale, ma l’agenzia ha anche un proprio osservatorio epidemiologico e i dati dello studio saranno certamente utili anche alle autorità sanitarie:
«Abbiamo partecipato volentieri alle spese per realizzare queste indagini, per rispondere a due esigenze primarie del territorio. La prima è quella della salute, perché le persone hanno il diritto di essere sicure e di sapere se ci sono rischi: la seconda è quella del lavoro, perché così si può assicurare continuità ad un’azienda che produce occupazione, come la Sacci» ha detto Antonio Pettinari, presidente della Provincia. Lo studio costerà circa 60mila euro. Il Comune di Castelraimondo partecipa con 15mila euro, quello di San Severino con 14mila e Gagliole mette a disposizione 1000 euro. La parte maggiore è a carico della Comunità Montana di San Severino, che contribuisce con 20mila euro, mentre la Provincia ha messo a disposizione 10mila euro e, gratuitamente, le proprie centraline per la rilevazione della qualità dell’aria.
«C’è soddisfazione perché ora le indagini possono partire e, dopo una prima richiesta da parte nostra – ha spiegato Renzo Marinelli, sindaco di Castelraimondo – questa esigenza è stata condivisa da tutti, in primis dalla Comunità Montana che ringrazio. Vogliamo conoscere la situazione, per sapere se e come intervenire. L’Arpam ci dà la massima garanzia, auspichiamo di conoscere i risultati». Per il collega di Gagliole, Mauro Riccioni, «qualche falso ambientalista – non mi riferisco ai comitati – ha da ridire su questa operazione. In realtà vogliamo sapere se ci sono danni derivati da 40 anni di attività del cementificio o da altre attività: questo non spiana la strada ad inceneritori o altro. Se non risultasse inquinamento, tra l’altro, sarebbe un ottimo biglietto da visita per la Sacci».
«Il sindaco è responsabile della salute dei cittadini – ha detto il primo cittadino di San Severino, Cesare Martini – ecco perché siamo qui. Vogliamo capire cosa è successo. Si parla del futuro del cementificio, delle autorizzazioni regionali, ma ci sono 40 anni da verificare. Non buttateci la croce addosso, noi amministratori siamo i primi in questi 40 anni a voler capire se
sia successo qualcosa: e chiedo anche di avere fiducia nell’Arpam, che quando si sono verificati gli sforamenti al Cosmari li ha sempre registrati e ne ha dato notizia».
Proprio il direttore dell’Arpam provinciale, Gianni Corvatta, ha spiegato la metodologia con cui verrà condotta l’indagine ambientale. Ma, prima, ha ricordato i risultati raggiunti dall’agenzia dal 1999, anno in cui è stata istituita: «In provincia di Macerata abbiamo rilevato e posto il problema dell’inquinamento del bacino del Basso Chienti. Sono 26 chilometri quadrati di falda inquinata, un sito di interesse nazionale: poi ci sono state le analisi che hanno riguardato il camino del Cosmari. Questo protocollo definisce un tipo di studio molto approfondito – ha proseguito Corvatta – in cui saranno analizzate aria, suolo ed altri indicatori ambientali. Oltre a Pm 10 e Pm 2.5, le cosiddette polveri sottili, cercheremo diossine, furani, ossidi di azoto, Ipa, metalli pesanti ed altri ancora. Inoltre, con la speciazione, siamo in grado di capire l’origine degli inquinanti; le polveri sottili per esempio potrebbero provenire dal traffico veicolare o dalle industrie» ha spiegato Corvatta.
L’Arpam installerà due centraline per rilevare la qualità dell’aria: una a Selvalagli, frazione di Gagliole, in prossimità della scuola materna ed elementare, e l’altra nel territorio comunale di San Severino. Le centraline rimarranno in funzione per 4 mesi.
«Nel suolo resta la matrice dell’inquinamento. Il top soil di un terreno non coltivato è importante per capire quel che è avvenuto nel tempo. Abbiamo previsto 25 punti di campionamento, ma faremo studi anche sui licheni, che servono per capire l’eventuale accumulo di metalli pesanti nel tempo» ha proseguito Corvatta, che ha poi suggerito un incontro pubblico insieme al personale dell’Istituto Superiore di Sanità per spiegare i dati diversi che derivano dalle indagini epidemiologiche condotte appunto dall’ISS e dall’Arpam. «Gli studi non sono in contrapposizione, ma quello dell’ISS sulla mortalità non tiene conto dell’origine dell’inquinamento. Noi e l’Ars siamo disponibili ad approfondire questo aspetto» ha concluso Corvatta.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Le istituzioni continuano a fare quello che hanno fatto per 40 anni: continuano a tranquillizzare e permettono che il cementificio continui a bruciare pet coke e rifiuti. Qui non stiamo parlando di lavoro: stiamo parlando di soldi.
La prudenza avrebbe voluto che in attesa dei risultati delle analisi, si chiedesse al cementificio almeno di non utilizzare pet coke e di non trattare rifiuti: niente di tutto questo.
Caro Dott. Corvatta, l’Istituto Superiore di Sanità per prudenza ha assimilato il cementificio ad un inceneritore, ma in realtà il cementificio è peggio di un inceneritore. Si deve mettere l’animo in pace ed accettare la realtà: nella nostra zona c’è un eccesso di rischio per ospedalizzazione e mortalità e anche se non è dimostrabile che la causa di questo inquinamento sia il cementificio, oggettivamente occorre rendersi conto che il cementificio nella zona è la fonte di inquinamento più importante.
Non tenere conto del parere dell’Istituto Superiore di Sanità che allerta sugli eccessi di rischio nei tre comuni, Castelraimondo, Gagliole, San Severino, la dice lunga sulle priorità sulle scelte delle Istituzioni, in particolare sulle scelte dei sindaci dei tre comuni.
Le affermazioni del Dott. Mariottini che ci scrive testualmente “ L’area infatti non è un sito contaminato né si hanno informazioni su esposizioni umane a contaminanti ambientali; il cementificio attualmente non brucia rifiuti o loro derivati” non solo non ci tranquillizza, ma ci mette nel panico. Come fa ad affermare tutto questo senza un dato? Veramente ci viene da riflettere se è il caso che i contribuenti affidino il monitoraggio a queste persone, parte in causa, o se non dovrebbero affidare il monitoraggio ad un ente terzo.
Il nostro comitato avvierà dei monitoraggi per proprio conto: faccio appello al sostegno della cittadinanza.
Luigi Travaglini
Mi tolga una curiosità….Ammettendo che la sua affermazione sia corretta”non è dimostrabile che la causa di questo inquinamento sia il cementificio“,lei su quali basi ha fino ad ora affermato il contrario??Diamo la caccia a qualcuno senza essere sicuri che sia colpevole????
Il bello della vicenda è che l’indagine viene disposta quando già le autorizzazioni sono state concesse e viene ideata e gestita dagli stessi soggetti che hanno partecipato al procedimento di autorizzazione.
Ma non avete capito che è tutta una presa in giro?? Che me ne importa di sapere se la sacci ha inquinato negli ultimi 40 anni ? Mia madre +è morta di tumore ed un eventuale remoto risarcimento non lo voglio ! L’autorizzazione ad inquinare di più è stata concessa e non ha nulla a che vedere con l’attività passata. 160 persone rese inutilizzabili in altri settori richiano lo stipendio e loro insieme alle proprie failglei votano !! Il loro voto ha lo stesso valore di una persona intelligente, questa è la sintesi !!
Chi sarebbero queste 160 persone stupide e inutilizzabili e stupide?