di Sara Santacchi
“Sono stato licenziato ingiustamente, con una lettera, e adesso non so come mantenere la mia famiglia”. E’ il drammatico racconto di un autista di un’azienda di trasporti della nostra provincia, Raffaele Calvanese, per sette anni, che da qualche mese non ha più un lavoro e non sa come riuscire a sostenere le spese per i suoi due figli e sua moglie. “Ho sostenuto turni massacranti, senza mai tirarmi in dietro, lavorando sette giorni su sette – racconta l’uomo nel corso di un incontro che si è svolto ieri sera a Morrovalle – Per quattro anni ho tenuto duro facendo la linea urbana durante la settimana e lavorando di notte, col discobus nel weekend. Fino a quando mi sono reso conto di non riuscire più a sostenere questi ritmi a causa della stanchezza che non mi faceva garantire l’incolumità dei passeggeri e ho chiesto all’azienda di poter fare qualche week end in meno, avvertendo anche l’ispettorato al lavoro e l’Ugl (Unione generale del lavoro)”. Da qui i primi problemi. “Il datore di lavoro non ha visto di buon’occhio questa richiesta e mi ha diminuito le ore e tolto gli straordinari, assumendo altre persone. Non solo – ha continuato nella sua testimonianza durante l’incontro di ieri sera dell’Ugl – ha preso male il fatto che avessi avvertito il sindacato”. I controlli riportano che 31 autisti su 33 risultavano irregolari (per mancato riposo, per aver superato le ore previste di guida e per mancato riposo settimanale) e all’azienda è fatta una multa per 400mila euro, scontata a 60mila euro, perchè pagata subito. Sembra finita così e invece a quel punto arriva la doccia fredda. “L’azienda mi ha mandato una lettera nella quale riportava che a causa di mie frasi ingiuriose contro la stessa, era stato deciso il mio licenziamento in tronco. A me come a un mio collega nelle mie stesse condizioni. Ovviamente non era vero, ma mi sono ritrovato senza un lavoro, con la famiglia sulle spalle, senza sapere come comprare neanche il pane. Io e mia moglie abbiamo ci siamo dovuti far prestare soldi da conoscenti. Abbiamo avvertito gli assistenti sociali che ci hanno aiutato a pagare le bollette. La mia vita e quella della mia famiglia è stata fortemente condizionata e anche se l’azienda è stata condannata per il licenziamento ingiusto, a me hanno dato un risarcimento, ma non è previsto il reintegro”. Il dipendente a dicembre ha vinto la causa davanti al giudice del lavoro Giovanni Iannielli, del tribunale di Macerata, assistito dall’avvocato Barbara Arzilli. “Non è stato però reintegrato – spiega Salvatore Zizzi, segretario dell’Ugl -, perché la legge Fornero non lo prevede in maniera automatica, mentre 3 o 4 anni fa, prima della riforma, il reintegro sarebbe avvenuto in maniera automatica. Quindi i lavoratori oggi sono psicologicamente provati, perché la sentenza rafforza il datore di lavoro perché gli altri dipendenti devono sottostare ai voleri del datore di lavoro per timore di ritrovarsi in mezzo a una strada come Raffaele. Purtroppo ci ritroviamo come prima degli anni Settanta, quando non c’era lo Statuto dei lavoratori”. Un problema non da poco, non solo per l’uomo e chi ne ha fatto le spese, ma anche per quei lavoratori che stanno continuando a sostenere condizioni non giuste e che, al contempo, non garantiscono l’incolumità propria e altrui. La stessa azienda per cui lavorava Calvanese ha anche licenziato un altro dipendente con la stessa motivazione, ed è in corso la causa davanti al giudice del lavoro. “Tengo a dire che la maggior parte delle aziende del settore dei trasporti non si comportano in questa maniera, sono sane e attente ai dipendenti” rimarca Zizzi.
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Raffaele è stato coraggioso , la sua coscenza lo ha portato a denunciare i fatti, consapevole che rischiava il licenziamento ma per lui era più importante la sicurezza sopratutto dei trasportati in quanto non si sentiva in condizioni psicofisiche tali da poter guidare a causa dello stress creato dal carico eccessivo di lavoro , un EROE dei nostri giorni, il paradosso di tutto ciò è che i suoi ex colleghi ancora adesso subiscono quanto subito da Raffaele , anzi la minaccia di licenziare ora ha un nome e cognome ” ti faccio fare la fine di Raffaele” ste cose accadevano prima della Legge 300 , quando il ” Caporale ” decideva chi mandare a casa all’istante senza giusta causa, ma questo datore di lavoro una coscenza la ha ?. La sua frustrazione in quanto non sposato, senza amici , viziato dal benessere creato da altri non certo da lui si rende conto del male che sta facendo con il suo comportamento da schiavista ? spero che se è vero che esiste un DIO si prenda a cuore la situazione dei tanti Raffaele di questo mondo che anzichè andare avanti fa invece passi indietro.
Ma questa “ditta di trasporti della nostra provincia” non ha un nome, una ragione sociale??????
… Oppure non si può o non si vuole dire??
@lapetena , ha ragione che questa ditta dovrebbe essere sputtanata in modo che l’utenza sappia a chi affida i propri figli per portarli in gita e a scuola ma vi è il rischio conoscendo il soggetto di aprire un contenzioso legale con richiesta magari di risarcimenti, noi abbiamo elencato fatti documentati ( sentenza di condanna per illegittimo licenziamento , verbale di accertamento a seguito di visita ispettiva da parte dell’ispettorato del lavoro di Macerata ecc ) tutto vero ma non possiamo permetterci un eventuale chiamata in causa da parte del titolare che invece ha tanti soldi da spendere, fatti spremendo come limoni i poveri dipendenti, comunque il lavoratore abita a Potenza Picena , a buon intenditor poche parole.
bella risposta sig..Zizzi ! , proprio perche trasporta i nostri figli ( è evidente che non i suoi ) a più ragione questa azienda dovrebbe essere sputtanata per bene e senza pietà , io non sono un buon intenditor mi dispiace.
Ma queste aziende di trasporti prendono anche dei contribuiti pubblici per svolgere questo servizio trattando in questo modo i dipendenti, mettendo anche a rischio l’incolumità di chi usufruisce del servizio, o mi sbaglio?
Di chi sono le responsabilità di questi disastri? Dove sono i politici che pensano soltanto alle primarie e si riempiono la bocca di belle parole?
sig. rossignoli , sono cosciente che la mia risposta non possa piacere a tutti posso integrare dicendo che sono intervenuto sia presso l’ispettorato del lavoro ( che dovrebbero continuare a vigilare visto che non è la prima volta che la Ditta … è stata sottoposta a verifica ispettiva con maxi sanzioni a suo carico quindi recidiva) ma ho fatto esposto alla Regione ( servizio trasporti pubblici Dott. Strali) alla Provincia di Macerata Dott.ssa Casonato ( sono i funzionari responsabili del settore TPL ) alla Contram Mobilità la cui ditta aderisce in quanto facente parte di un ATI ( associazione temporanea di imprese ) e per conoscenza alla Procura di Macerata tutto ciò a settembre 2014 , gli organi competenti menzionati lo sanno come agisce questo imprenditore senza scrupoli retrogrado e nostalgico della schiavitù , se vuole sapere il nome e la ragione sociale della Ditta incriminata si rivolga loro, è suo diritto loro debbono dare risposte che sicuramente le pottrebbero piacere io non ho autorità in più se non quella che ho utilizzato cioè informare chi è preposto alle verifiche di coloro che tra l’altro percepiscono soldi pubblici , se lo ritiene opportuno chiami in ufficio all’ugl i miei collaboratori le daranno il mio numero di cellulare ( io lavoro faccio il controllore sugli autobus non sono un sindacalista distaccato ) le saprò dare migliori ed esaustive ulteriori risposte. Cordialità.
NB. non capisco perchè lei è tanto sicuro che i miei figli non potrebbero essere potenziali usufruitori dei servizi che la ditta fornisce.da cosa lo evince ?.
Non è l’unica azienda a maltrattare i dipendenti pubblici ci sono anche altre aziende che fanno mobbing e fanno pagare care e amare le proprie bollette di servizi ai cittadini rendendo i servizi costosi e pagando bene i dirigenti che non hanno nessun interesse nel capitale umano del lavoratore e l’ora di mettere in campo la verità sputtanare i dirigenti con mensilità strapagate che non svolgono il proprio lavoro con professionalità danneggiando il lavoratore meritevole e favorendo i raccomandati . Spero che uniamo le forze conoscendo sempre più lavoratori sfruttati umiliati e lottare contro chi della sicurezza del lavoro se ne frega mettendo le leggi del lavoro sotto i piedi , spero che questa lotta si uniscono anche altri sindacati e si riesce a recensire chi viene maltrattato e umiliato . Il lavoro serve per sopravvivere non per morire.
Era tutto previsto, con la riforma del lavoro che ha tolto tutte le garanzie ai lavoratori queste sono le conseguenze. Volevamo piu’ assunzioni? Cominciamo con il licenziare, qualsiasi scusa e’ buona. I colleghi lavoreranno ancora di piu’ e non si azzarderanno mai piu’ a lamentarsi.. Lo aveva detto anche Brunetta, “Colpirne uno per educarne 100” Il lavoratore licenziato si potra’ sostituire con uno straniero che si accontenterà di 800€ al mese.