L’affaire ente Disfida del Bracciale e la nomina del nuovo presidente Giorgio Bartolacci, criticata da Futuro nel Cuore e difesa da Treia 2020, lista del sindaco Capponi, continua ad alimentare il dibattito. Ad intervenire è Tullio Patassini chiamato in causa da Treia 2020 che nei giorni scorsi ha spiegato le ragioni per cui non avrebbe accettato l’ex assessore come presidente (leggi).
«Nell’articolo della lista Treia 2020 si fa riferimento a “danni economici e sociali enormi alla collettività” determinati dalle dimissioni mie e di altri colleghi assessori e consiglieri. Quali se il commissario prefettizio nel 2013 non ha aumentato alcunché come gli atti pubblici e le tasche dei cittadini di Treia possono dimostrare? Una palese, reiterata ed offensiva bugia. Altra bugia: non sono il “sedicente rappresentante della Banda Musicale” nel direttivo dell’Ente Disfida, di cui faccio parte sin dal giorno della fondazione, diversamente dal nuovo presidente Bartolacci che ne è diventato socio e presidente nel lontano giugno 2014. Sono stato regolarmente eletto nel direttivo come rappresentante delle associazioni cittadine, tra cui anche la Banda di cui faccio parte e verso la quale nutro grande affetto. È inquietante che la lista Treia 2020 usi nei suoi confronti toni intimidatori degni dello stalinismo in una questione che nulla ha a che vedere con la sua attività a favore dei giovani e di indubbio lustro per la città. La Banda va lasciata fuori da argomenti che non la riguardano e non deve temere né minacce più o meno velate né ritorsioni. Altra bugia: non sono neppure il rappresentante della lista Il “Futuro nel Cuore” alla cui vita associativa non partecipo Altra bugia: non potevo essere “sostenuto” e non “per 5 buoni motivi”, ma per uno solo: non mi sono candidato alla presidenza dell’Ente Disfida, tutto assolutamente inventato! Mi sono dimesso da assessore perché nauseato dalla politica che fa “a meno” dei cittadini. Poi ho visto con quanto entusiasmo e passione i cittadini si sono riavvicinati attivamente non solo alla politica, ma anche alla vita associativa treiese mettendosi a disposizione, ad esempio, dell’Ente Disfida del Bracciale e mi son detto: ci voleva. Così vado ad un direttivo dell’Ente Disfida e, convinto di trovare nuove energie chi ti trovo? la vecchia politica vestita di “nuovo” che ti ritrovi anche dove non dovrebbe stare. Un socio nuovo di zecca ma carissimo alla “nuova” politica che non solo diventa membro del direttivo per scelta del direttivo stesso senza essere eletto democraticamente da quei privati che dovrebbe rappresentare, ma che, nella stessa riunione, viene pure nominato presidente. L’avevo detto e lo ridico: a questo modo di fare io non ci sto più. Perciò, pur senza eccepire sulla persona, come componente del direttivo, ho dichiarato, e fatto mettere a verbale queste considerazioni: Ci troviamo dopo mesi di inattività del direttivo dell’Ente Disfida, ad essere convocati per la seconda volta in poco più di due settimane. Una circostanza che ho riscontrato molto positivamente ritenendola un primo segno tangibile di un nuovo corso che punti sull’effettiva partecipazione di tutte le componenti, pubbliche, private ed associazionistiche, che compongono non solo il direttivo, ma l’Ente nella sua totalità. La volontà di reintegrare il componente dei privati all’interno del Direttivo dell’ Ente Disfida per cooptazione, ancorché formalmente corretta, non mi pare in linea con le istanze di partecipazione e trasparenza di cui sopra.
In una fase storica in cui i cittadini mostrano nuovo interesse verso il bene pubblico, non si può negare che la cooptazione dell’unico membro che rappresenterebbe soci non istituzionali o associativi rimanda inevitabilmente ad una gestione di una pubblica associazione in modo privatistico. È indubbio che il componente cooptato verrebbe scelto da pochi in base a criteri regolari ma certo non democratici. Il che sarebbe l’ennesima anomalia di un Ente in cui un ex sindaco, come certamente si evince dalla lettura dei verbali dell’assemblea dello scorso anno, si è nominato rappresentante dei privati delegando ad un soggetto privato la rappresentanza dell’Amministrazione. Purtroppo in questi mesi non è l’unica anomalia in cui l’Ente Disfida è, per così dire, incappato. Abbiamo dovuto prendere atto di scelte fondamentali senza alcun preavviso. Il presidente Capponi si è dimesso al termine del direttivo del 14 aprile nel corso della discussione al punto “varie ed eventuali”. Vista la lunga e circostanziata lettera con cui le dimissioni sono state motivate è difficile pensare che la decisione sia stata improvvisa. Poiché, per le stesse regole oggi invocate, spetta al presidente la predisposizione dell’ordine del giorno, perché non ha inserito esplicitamente un così importante argomento come era giusto che andasse fatto? E se volessimo concedere a quella circostanza il beneficio del dubbio, perché il segretario Santalucia si è comportato allo stesso modo essendo state comunicate le proprie dimissioni dopo l’assemblea. Un’altra sfortunata coincidenza? Per l’amore che tutti abbiamo per la nostra città e per il gioco del pallone col bracciale ritengo doveroso invitare tutti a cogliere la preziosa occasione di riportare sui binari della trasparenza la gestione, di un Ente che rischia sempre più di apparire un mero strumento commerciale e di consenso. Propongo quindi che, in un’ottica di trasparenza e democrazia partecipativa, alla luce di un rinnovato interesse da parte della cittadinanza verso l’Ente ed in previsione delle importanti sfide che ci attendono per il futuro, siano i soci privati a scegliere il proprio rappresentante in una assemblea da convocarsi tempestivamente. Inoltre, anche alla luce delle importanti scelte di natura gestionale che l’Ente sta effettuando, al fine di fugare ogni dubbio di qualunque natura e da qualunque fonte provenga, poiché amplificandosi rischia di sfociare in sospetto, chiedo che vengano resi pubblici i bilanci dell’Ente Disfida degli ultimi 10 anni attraverso il sito internet, la pagina facebook ed il sito del Comune di Treia, evidenziando per ciascun anno il presidente che ne ha guidato la gestione. I cittadini di Treia certamente plaudiranno all’iniziativa ed il Direttivo dell’Ente potrà operare con maggior serenità secondo quei criteri di pubblico servizio e trasparenza che storie personali e deontologia amministrativa impongono. Io rispondo esclusivamente ai cittadini di Treia e alla mia coscienza. Invito caldamente Treia 2020 a rispettare quel “principio di democrazia a cui nessuno sembra dare più il valore che ha” allo stesso modo».
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Come in un giallo che si rispetti, se hai la pazienza di leggere fino in fondo scopri che… il colpevole è il maggiordomo. Un politico, come un buon maggiordomo, se vede non dice. Patassini è quindi colpevole di lesa maestà per aver chiesto trasparenza gestionale e amministrativa. Ma rendere pubblici i bilanci di un Ente partecipato dal Comune non dovrebbe essere un obbligo?
Intervento perfetto. Bella la notizia che il nuovo Presidente si è iscritto a giugno 2014, e dopo qualche giorno è diventato presidente.