Capponi: “Speranza e Patassini, i falchi di Treia”

LA CRISI - L'ex presidente della Provincia, sindaco del Comune fino al 2003, attacca gli assessori dimissionari e denuncia il riproporsi in chiave locale della situazione nazionale: "Far cadere il governo sulle tasse genera consenso, è strategia politica"

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Franco Capponi

«Le dimissioni a 5 mesi dalla fine della legislatura con false motivazioni sono un grave danno all’immagine della Città e un gesto politico simile a quello degli “scafisti di Valona”». Franco Capponi, sindaco di Treia dal 1995 al 2003, commenta così le dimissioni del vice sindaco assessore Corrado Speranza, l’assessore Tullio Patassini e i consiglieri comunali con delega Simone Medei e Andrea Mozzoni, alle quali sono seguite quelle del sindaco Luigi Santalucia, per cui Treia si avvia verso il commissariamento.

«Ho appreso solo dalla stampa  – continua Capponi – della decisione dei “coraggiosi assessori Speranza e Patassini” di dimettersi insieme ai loro fidi scudieri. Una crisi decisa in 5 come se 10.000 persone e il 73% dei treiesi che avevano individuato nel sindaco Santalucia la persona giusta per traghettare la comunità in una fase difficile per il Paese Italia. Ma loro sono ex camerati, ex aennini, ex Finiani e Falchi Berluscones (Patassini), solo camuffati da moderati, e non hanno paura di nulla.
Il tutto è avvenuto ricalcando il copione della squallida scena nazionale. Il Pdl si presenta come partito anti-tasse, ma con i suoi comportamenti costringe ad aumentarle. Con la sua ostinazione a non voler far pagare l’IMU ai ricchi, alla quale troppo docilmente il governo ha dato retta, il Pdl è di fatto il responsabile dell’aumento dell’Iva e della impossibilità di ridurre fortemente il cuneo fiscale, che è quello di cui avremmo bisogno per ridare occupazione e speranza alle giovani generazioni. Anche qui a Treia, da politici di alto rango e navigati, il governo della città si cerca di farlo cadere sulle tasse perchè produce consenso.
Anche loro, come a Roma però predicano la riduzione delle tasse ma poi, come è successo con l’ultimo governo Berlusconi, fanno guai che obbligano ad aumentare ancora il carico fiscale. Speranza e Patassini, da decenni inconcludenti amministratori e politicanti locali avevano questo problema e allora hanno tirato in ballo anche me addossandomi delle colpe.
Ma questo è il punto: o hanno memoria corta o sono in sfacciata malafede. Sono dieci anni che non ho nessun ruolo amministrativo nella loro amministrazione.
L’attracco meccanizzato di cui si lamentano è stato progettato, approvato e finanziato da loro, con delibere visibili a tutti e tutto. Il fotovoltaico esistente è stato autorizzato dal Comune di Treia, dall’ufficio Urbanistica amministrato da Speranza. Speranza tira in ballo la Provincia, amministrata da me per 10 mesi. Tutto falso perchè la Provincia (gli Uffici Tecnici e mai il Presidente) istruiva solo poche pratiche, quelle che andavano a VIA o Screening e a dire il vero una piccola parte.

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Il sindaco Santalucia

Ha ragione il Sindaco, trattasi di alta strategia politica, per non essere riconosciuti come quelli che in questi anni non li aveva visti nessuno: nessun incontro, nessuna esposizione pubblica, nessun programma, nessun progetto realizzato e quando una cosa è stata fatta da loro la rinnegano (l’attracco meccanizzato appunto).
Ha fatto bene il Sindaco a dimettersi per non far andare a segno la scellerata manovra. Vedremo cosi che la crisi da loro provocata effettivamente porterà all’aumento delle tasse (ora la Giunta non ne aveva deciso l’aumento e non potrà guidare le scelte) per il quantum che deciderà il commissario prefettizio.
La sola figura del Sindaco e di altri bravi assessori, che hanno lavorato bene ma nell’ombra, ha fatto si che in questi anni non ci fossero  grandi fuochi d’artificio ( non ci potevano essere per le difficoltà di tutti gli Enti Locali causate da tante restrizioni dei vari governi succedutisi) ma che ci fossero risposte certe in tema di Servizi Sociali, funzionalità delle istituzioni scolastiche, della Casa di Riposo, degli Impianti sportivi, della manutenzione del territorio e una risposta alle imprese per le competenze burocratiche delegate.
In questi anni Treia, diversamente anche da altri territori vicini non ha avuto grandi problemi occupazionali e ha cercato di portare il proprio sguardo oltre la crisi realizzando per due anni il Festival Nazionale del Lavoro, avviandosi verso il terzo appuntamento con il Festival Nazionale di Symbola (che ci ha fatto conoscere in tutto il Paese e con una possibile visibilità anche al prossimo Expo di Milano 2015) valorizzando ancor più la Disfida del Bracciale, evento clou per la città, ma anche le tante manifestazioni svolte dalla Pro – Loco di Treia e dai Comitati delle varie frazioni.
Penso inoltre che sia molto improba la sfida lanciata dai dimissionari, su chi abbia fatto più tra me e loro in questi ultimi 20 anni (elenco infinito a cominciare dalla riqualificazione del centro storico, dallo sviluppo economico, alla riqualificazione urbana di tutte le frazioni, dalla viabilità rurale alla riqualificazione contenitori culturali quali Pinacoteca, Accademia Georgica, Pinacoteca, al turismo, ecc.).
Una crisi inspiegabile quindi dato che mancano pochi mesi al rinnovo e considerato che il sindaco Santalucia non si sarebbe potuto ricandidare.

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Franco Capponi e Tullio Patassini durante la Disfida del Bracciale a Treia

Una mossa subdola e meschina come per far ricadere solo sul Sindaco e sugli altri consiglieri e amministratori non dimissionari, la colpa del difficile momento che stiamo vivendo.
Il tutto in spregio alla città, agli elettori che li avevano eletti e al buonsenso. Dimissioni dopo aver riscosso fino ad oggi (4 anni e mezzo) un’indennità poco sudata e dimissioni che vengono propagandate come un bene per la città. Un gesto talmente ostile che offende la volontà e la necessità di condividere il momento di crisi che stiamo vivendo e che può essere affrontata solo con il dialogo, il confronto e l’unità delle forze vive della città.
Un gesto (certo legittimo dal punto di vista politico) ma per come e’ maturato (già nel luglio 2012 i sodali avevano fatto un criptico manifesto) assomiglia , e scusate la similitudine un po’ forte…..agli “scafisti di Valona” che dopo aver caricato e riscosso dai profughi lauti compensi, quando arrivavano sulle coste adriatiche lasciavano alla deriva i gommoni (lanciati verso la costa) per confondersi tra i poveri profughi.
Non c’è dubbio che i 5 saranno riconosciuti responsabili di un gesto incomprensibile, fatto solo per mero tornaconto politico e contro la Città e gli interessi della Comunità.
Spero che le prossime elezioni comunali vedano unirsi intorno ad una proposta civica invece, le forze responsabili della città e i tanti giovani che credono nella ripresa del nostro modello di sviluppo, che da sempre è stato attento a difendere le proprie eccellenze industriali, artigianali, agroalimentari e turistiche, guardando sempre avanti e mai indietro, con attenzione alle politiche, alle risorse e alle dinamiche dell’Europa, alla totale occupazione, anche attraverso il sostegno all’export e alla valorizzazione del settore agroalimentare e all’offerta turistica e del turismo rurale del territorio.

Sulla crisi, interviene anche il Partito democratico di Treia:

«Ci sarebbe poco da aggiungere, tanto sono stati prodighi di particolari gli assessori dimissionari nel descrivere il fallimento dell’attuale amministrazione del comune di Treia. E’ disarmante e suscita rabbia constatare che le motivazioni addotte dai Consiglieri dimissionari rispecchiano sostanzialmente le obiezioni che l’opposizione ha espresso in tante occasioni. Purtroppo inascoltate. Ci preme ricordare come l’attuale maggioranza abbia proditoriamente rifiutato qualsiasi tentativo di collaborazione offerto dalla minoranza, attuando un comportamento sprezzante in virtù del divario di consensi avuti nelle urne. Ne deriva un’attribuzione completa di responsabilità a carico di chi ha governato con arroganza e scarsa competenza.
Ora, per loro stessa ammissione, vengono alla luce i nodi mai risolti e che in alcuni casi hanno origini lontane. La vicenda annosa di Villa Spada e quella più recente dell’attracco meccanizzato, sul quale sarà necessario un approfondimento, sono soltanto due delle questioni di cui questa Amministrazione dovrà rendere conto ai cittadini. Possiamo aggiungere il mancato rifinanziamento della stagione teatrale, lo stato di abbandono del verde pubblico, le manutenzioni ordinarie eseguite con i proventi straordinari del fotovoltaico, il rifacimento del manto del campo sportivo che poteva essere rimandato a momenti migliori o almeno condizionarlo alla disponibilità di bilancio. Potremmo proseguire ma, per amor di patria ci fermiamo qui.
Ci sembra che il tentativo, neanche tanto velato, sia quello di smarcarsi dalle responsabilità di un’amministrazione fallimentare in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale. Ma è credibile chi, per quattro anni e mezzo ha avuto la delega dei cittadini ad amministrare la cosa pubblica e solo a quattro mesi dalle elezioni, costretto a fare autocritica sul bilancio del proprio operato, si chiama fuori dalle responsabilità scaricandole sui compagni di viaggio? Dove erano in questi quattro anni quando il Sindaco, a loro dire, prendeva decisioni sbagliate.
Si vorrebbe far pagare ai cittadini, con l’aumento della tassazione e in un momento difficile per l’economia , una gestione del bilancio comunale piena di errori. Ora tutta la Giunta abbia il coraggio di ammettere il fallimento,il Commissario di governo gestirà la transizione fino alle prossime imminenti elezioni e nel frattempo, confidiamo che i cittadini di Treia sappiano trarre da questa vicenda le giuste conclusioni in vista del prossimo rinnovo del Consiglio».

 



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