di Maria Cristina Pasquali
Incontriamo Andrea Corvatta, maceratese classe 1988. Vive a Francoforte sul Meno da settembre 2012 dopo aver conseguito la laurea triennale in Economia e Finanza e quella specialistica in Finanza (in lingua inglese) presso l’università Bocconi di Milano, nel 2012. Lavora alla Banca Centrale Europea (Bce) con il ruolo di “Research Analyst”. Dalla sua intervista si evince chiaramente che essendosi preparato per una carriera internazionale sta all’estero esclusivamente per lavoro e ritorna spesso a Macerata per motivi sentimentali, nel futuro vorrebbe rientrare in Italia. Non si vive solo di lavoro. Il nodo cruciale di alcune persone che si recano all’estero per lavoro è proprio questo. Non è facile vivere da soli e non è facile mantenere una relazione a distanza a meno che non si incontri l’altra metà “sur place”. E se ci si sposta da una parte all’altra ancora peggio. Per tale motivo, se l’esperienza all’estero è un trampolino di lancio per la carriera è meglio farla da giovani come sta facendo Andrea e pensare, più tardi, a formare una famiglia. Comunque bisogna essere in grado di cavarsela da soli. Meno male che internet e telefonini ci vengono in aiuto a tenere vivi i nostri contatti!
Il grattacielo della Bce
Come è stata l’esperienza alla Bocconi di Milano? «La Bocconi di Milano è un ambiente, caratterizzato dalla presenza di molti studenti stranieri e l’ambito in cui mi stavo specializzando mi ha preparato ad avere una carriera internazionale. Durante i cinque anni in Bocconi mi sono state offerte molte opportunità di conoscenze all’estero. Ne ho approfittato per avere due esperienze di studio di quattro mesi ciascuna, prima a Los Angeles poi a Barcellona.»
Come sei arrivato alla Banca Centrale Europea (Bce)? «Al termine del mio penultimo anno di università sono riuscito finalmente ad avere la mia prima esperienza di lavoro, per la quale mi ero molto impegnato durante i precedenti anni: uno stage di dieci settimane da giugno a fine agosto 2011 a Londra, presso la banca di investimento Barclays Capital. A seguito di questa esperienza, però, sono tornato a Milano senza un’offerta di lavoro per l’anno successivo, a causa di due fattori: da un lato, i ritmi frenetici di lavoro mi avevano portato a ripensare se continuare su quella strada; e dall’altro, la forte crisi del debito in Europa di quei mesi non favoriva le assunzioni. Dopo diverse “applications” inviate online, e vari colloqui, sono riuscito ad ottenere finalmente un altro stage, questa volta presso la Bce, dove lavoro tuttora. Mi sento fiero di lavorare in questa istituzione e di dare ogni giorno il mio meglio per la mia nazione: l’Europa. Il motivo che mi ha spinto a lasciare l’Italia è stato la ricerca di un lavoro che potesse rispondere alle mie aspettative e all’impegno universitario; infatti, nonostante avessi inviato anche tante domande di lavoro per l’Italia, non avevo ottenuto alcuna offerta di impiego. Dal mio punto di vista, purtroppo, il nostro paese non è altrettanto meritocratico quanto altri.»
Il duomo di Francoforte
Francoforte è una città interessante? Come ti sei organizzato? Che tipo di difficoltà hai incontrato? «Francoforte sul Meno è una città sicuramente multiculturale. E’ il centro finanziario della Germania e uno dei principali in Europa e ospita le sedi centrali di molte istituzioni finanziarie nonchè la Borsa più importante in Germania. Il suo aeroporto è uno dei più grandi e trafficati al mondo. A Francoforte si svolgono anche molte fiere, tra le quali si contano le più importanti in Europa (per esempio, il Salone dell’auto). Dopo aver condiviso un appartamento con un mio collega di lavoro, un paio di mesi fa ho deciso di trasferirmi in un piccolo appartamento situato non troppo distante dal centro, dove vivo da solo. Il costo della vita in questa città è elevato e comparabile a grandi realtà come Londra. Soprattutto i costi delle case e degli affitti sono molto alti. Trovo Francoforte una città vivace, anche se al tempo stesso, presenta molti spazi verdi (parchi e una vasta foresta a Sud) che mi permettono di rilassarmi e andare a correre nei weekend. Nel complesso, mi piace vivere in questa città, anche se non posso nascondere delle difficoltà. La lingua è una di queste: anche se i tedeschi di questa città si sono adattati alla multiculturalità e quasi chiunque parla, almeno un po’, l’inglese, comunque mi sento a disagio quando mi confronto con la mia vita quotidiana al di fuori del mio ambito lavorativo.»
Torni spesso a Macerata? «Mi piace tornare almeno una volta al mese alle mie origini. Mi mancano la mia famiglia, i miei amici e, soprattutto la mia ragazza, Elena, con la quale sono fidanzato da più di quattro anni. Inoltre, mi manca il cibo italiano che non è paragonabile a quello tedesco. A Francoforte ci sono numerosi ristoranti italiani, anche se sono sono più costosi e non si mangia bene come in Italia. Mi mancano anche il sole e le estati passate al mare tra le bellissime spiagge della nostra costa adriatica. Mi sento soddisfatto a livello professionale per i risultati che ho raggiunto e che sto raggiungendo, lavorare e vivere all’estero è un’esperienza molto formativa, ma in futuro mi piacerebbe poter tornare in Italia e riavvicinarmi ai miei affetti.»
Romenberg
Palmengarten
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Tanti auguri a questo ragazzo sicuramente bravo e brillante impiegato alla BCE, per quanto riguarda la cultura finanziaria tedesca meglio stare alla larga e i bocconiani non si sono certo distinti riguardo agli interessi degli italiani ,li abbiamo sperimentati a nostre spese ,meglio gli analisti locali
Bravissimo maceratese ! Un curricolo speciale , sicuramente un orgoglio per la tua famiglia.
Se è nato nel 1988 come ha fatto a laurearsi nel 2007, a diciannove anni?
Nell’articolo dev’esserci un errore.
ma alla bce non hanno omologato il cappio all’italia?
io mi aspetterei dalla stampa un po’ più sponsorizzazione per chi lavora sul campo in italia producendo reddito italiano e sbattendosi per sostenere le malefatte che i pezzi grossi stanno facendo allo scuro di tutti.
bravo Andrea. e che belle foto! e dicci, che effetto fa lavorare per chi ci sta riducendo alla schiavitù?