di Maria Stefania Gelsomini
(Segue servizio video)
L’odierna conferenza stampa di presentazione dello spettacolo Sogni di una notte di mezza estate (privilegio unico, che non era toccato in precedenza né al Nabucco, né al Trovatore, né al Piccolo spazzacamino, né al Concerto per Gigli), in programma per giovedì 8 agosto allo Sferisterio, è stata anche il pretesto per tirare – ormai in vista del terzo weekend del Festival – un primo bilancio sull’andamento della stagione lirica, tra auto-celebrazioni e qualche velato mea culpa dello stesso Francesco Micheli: “ci possono anche essere degli errori ma non è la perfezione, sono la professionalità e l’impegno ad essere importanti”.
Ma questo sarà il debutto come regista a Macerata di Micheli, che amando così tanto la ricerca e le contaminazioni, ha ideato uno spettacolo in cui si fondono canto, recitazione e nuove tecnologie, tradizione e novità. E che ha scelto di affidare a se stesso la regia un po’ perché essendo un suo progetto – come aveva già dichiarato nell’intervista di qualche tempo fa – era il modo migliore per tutelarlo, e un po’ perché non c’era un euro per pagare qualcun altro. Il Direttore artistico ribadisce per prima cosa la propria convinzione di essere riuscito ad attuare i due propositi che si era prefisso: far sì che l’opera tornasse a includere la popolazione e la società civile che la sostiene, e far sì che un mondo così ricco di tradizione come l’opera non rinunciasse a guardare avanti sperimentando nuove forme: “l’opera torna a far parlare di sé. La città l’ho vista traboccare di partecipazione e di entusiasmo: 60 mila persone venute per l’opera”. Il riferimento, ovvio, è alla Notte dell’opera. Ora, il fatto che le migliaia di persone che hanno invaso la città fossero interessate principalmente all’opera e non a salsicce e birra è un po’ difficile da credere, visto quello che è successo quella sera e sentiti i numerosi commenti di tanti maceratesi nei giorni successivi. A questo proposito Micheli ammette che per il futuro bisogna migliorare, non dando soltanto un tema alla Notte dell’opera, ma facendo sì che il suo perno sia l’opera. Il passo da salotto della lirica a cucina delle braciole può essere tragicamente breve, e soprattutto rischioso per un’immagine di prestigio e di qualità artistica che lo Sferisterio si è costruito nell’ultimo mezzo secolo di storia. Se il muro dello Sferisterio è stato abbattuto e l’opera è finalmente uscita fuori, dentro cosa è rimasto?
Il Direttore artistico torna anche sul caso Mastromarino: per la prima non se l’è sentita di sostituire, anche per le poche prove dovute al maltempo, il baritono che già dagli assiemi aveva dato segni di cedimento per la sua salute o per questioni anagrafiche (ma il comunicato ufficiale della sua sostituzione non parlava di improvvisa indisposizione?).
Assolutamente trionfalistici i toni del sindaco Carancini, che parla di una “chiusura in bellezza per una stagione che continua ad avere apprezzamenti in crescendo”, con 2250 spettatori all’ultima recita di Trovatore (serata che ha registrato il maggior numero di presenze sinora) e di “un’accelerazione incredibile” per le ultime due recite di Nabucco “con una compagnia di canto di gran livello. Dopo l’emozione della prima, l’ingresso di Luca Salsi ha contribuito a far esplodere il valore dello spettacolo, riconosciuto complessivamente anche dalla critica”, aggiunge il sindaco mettendo in risalto le recensioni uscite su Repubblica, Corriere della Sera e Sole 24 ore e dimenticando quelle negative.
“Abbiamo cercato di guardare avanti anche mettendoci in gioco – prosegue il Sindaco –, a partire dal tema Muri e divisioni e dal modo in cui il tema è stato trattato. Dialogare con l’opera in maniera non scontata può far esporre a dei rischi ma è la strada che ci piace di più”. Non potevano mancare un suo aforisma sulla Notte dell’opera (“la cultura non auto-referenziata ma alla portata di tutti”) e i ringraziamenti per la loro preziosa collaborazione a due partner maceratesi d’eccellenza come l’Accademia di Belle Arti (presente anche la direttrice Paola Taddei) e il coro dei Pueri Cantores. Mentre l’assessore provinciale alla pubblica istruzione e alla famiglia Leonardo Lippi ha sottolineato per l’ennesima volta l’importanza del coinvolgimento in questo progetto del territorio.
Tornando allo spettacolo di giovedì, con Sogni “si chiude il cerchio” prosegue Micheli, quello di allargare il repertorio, di fare un teatro musicale che guarda all’infanzia e alla pedagogia, di lavorare sulla drammaturgia considerando i testi non come sacri e inviolabili ma come mezzi di comunicazione. In questo spettacolo si fanno dialogare le parole di Shakespeare con le musiche di Mendelssohn e di Britten (nelle parti musicate e cantate). La voce narrante sarà quella di Lella Costa, al suo debutto allo Sferisterio, che interverrà anche in alcuni brani di canto in inglese e che si è detta emozionata di salire su un palco di una bellezza e importanza straordinarie. Presente alla conferenza stampa anche il soprano Carmela Remigio, già protagonista negli anni scorsi sui palcoscenici dello Sferisterio e del Lauro Rossi, entusiasta di prestare la sua voce per un progetto così particolare. Micheli ha anche voluto ringraziare i diversi soggetti che hanno dialogato in maniera costruttiva per la messa in scena del suo spettacolo, dall’Accademia che ha curato l’impianto scenografico e prodotto il video iniziale, ai Cento Consorti che hanno offerto un sostegno economico e promozionale, a Pellegrini Garden di Civitanova che ha messo a disposizione le sue serre per creare la scenografia (un’autentica foresta a grandezza naturale), all’azienda Tombolini che firma i costumi. L’orchestra sarà diretta dal giovane maestro americano Christopher Franklin, gli altri interpreti accanto a Lella Costa (Puck) e Carmela Remigio (Helena) sono Gabriella Sborgi (Hermia) già Fenena in Nabucco, il soprano turco Pervin Chakar (Titania), il tenore macedone Blagoj Nacoski (Lisandro), il baritono greco Haris Andrianos (Demetrio) e il basso-baritono ascolano Andrea Concetti (Bottom). Biglietti da 5 a 60 euro. Per ogni biglietto intero acquistato è possibile acquistare un secondo biglietto al prezzo di 1 euro per un giovane spettatore fino a 14 anni.
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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FORTUNA CHE LO SFERISTERIO VIENE PORTATO ALLA FIERA DEL TURISMO A MILANO … MACERATESI SIETE PROVINCIALI ! QUESTA FESTA DELL’OPERA DEVE ESSERE FATTA IN UN GIORNO FESTIVO (SABATO …) LE OPERE DEVONO ESSERE FATTE ANCHE NEI GIORNI LAVORATIVI E NON SOLO NEI FINE SETTIMANA PER RISPARMIARE SUL LAVORO DELLE MAESTRANZE. SE UN TURISTA VIENE IL LUNEDI’ E VA VIA IL GIOVEDI’ CHE COSA VEDE ALLO SFERISTERIO ? NA CIPPA, ANZI LA NOTTE DELL’OPERA CON GENTE CHE SCIMMIOTTA IL VA PENSIERO … MACERATESI SIETE PROVINCIALI !
Ma l’esperienza (fallimentare) del Direttore Artistico che si reinventa regista, scenografo, addetto delle luci, costumista, venditore ambulante di panini non l’avevamo già vissuta precedentemente?
Corsi e ricorsi storici?
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Fin troppo ovvio (al contrario delle altre opere in cartellone) che si fa una conferenza stampa pro-domo sua, visto che fa il Regista…
Già ha ha fatto di tutto per avere una eccessiva, rimbombante sovraesposizione alla Serata Gigli, ora vogliamo continuare a illuminare, costi quel che costi, un altro che sembra sia venuto a Macerata, come il precedente, solo per fare la Prima Donna??
La Corte di Miracolati, come già accaduto in passato, arriverà l’anno prossimo??
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Ma alla notte dell’Opera non erano circa cinquantamila??
Ora siamo arrivati, secondo Micheli, a SESSANTAMILA…
Di questo passo, a fine agosto, gonfinado e rigonfiando le cifre, ricorderemo la notte dell’Opera come la notte dei centomila…..
Caro Micheli e caro Carancini, non è autocelebrandosi che cambierete i desideri e i destini di Macerata. Se siete convinti che le cose siano andate bene, compresa la notte dell’Opera, o secondo Carnevale di Macerata, sono affari vostri; sicuramente la gente di Macerata saprà trarne le dovute conseguenze! Ma, caro direttore artistico e caro sindaco, avete per caso provato ad andare in giro per la città in questi giorni e non già solo in giro per i tavoli vostri dove tra braciole e birra a sbafo, la gente commentava sia le opere portate e realizzate allo Sferisterio che gli eventi che si sono succeduti con una confusione incredibile, in quella che voi, e soltanto voi, continuate a chiamare la notte dell’opera, quando di Opera non c’era assolutamente niente? Lo Sferisterio di Macerata è un luogo unico e irripetibile in Italia, che merita molto di più di quello che siete riusciti a dare voi. L’Opera lirica o si ama o si odia, mentre l’indifferenza per un evento artistico del genere, è la cosa peggiore che ci si può immaginare. Macerata e lo Sferisterio forse, meritano più attenzione e più sensibilità. La stagione lirica ridotta ad un evento paesano porta sicuramente ad una baraonda temporanea, ma lascia un vuoto culturale incolmabile. Amo Macerata ma non amo quelli che la prendono in giro!
Per Cerasi:ecco finalmente nascere dalla sagra della salsiccia la città dei centomila!
@ Lib Lab
Lei si sta forse riferendo alla “città diffusa” (Macerata, Morrovalle, Civitanova) di antica memoria che poi, successivamente, questa stessa idea è stata ribattezzata (dagli stessi politici) “città dei centomila”???
Ma la “città dei centomila”, nelle ipotesi di magnificenza e vanagloria, doveva essere un tessuto urbano ricco di storia, cultura, industrie e doveva nascere per essere un polo economico/turistico/industriale che potesse diventare un faro per tutto il Centro Italia.
Non mi pare di ricordare che, la prima pietra, di questa fantascientifica città fosse di braciole di maiale…. 🙂