di Alessandra Pierini
(foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
Mentre a Roma il Governo chiedeva il voto di fiducia alla Camera sull’ormai fin troppo conosciuto decreto legge sullo spending review che si accinge così a diventare domani legge, questo pomeriggio a Macerata si è riunita la Conferenza Provinciale delle Autonomie. Moltissimi sindaci, consiglieri provinciali e regionali, oltre al deputato del Pd Mario Cavallaro, hanno gremito la sala consiliare decorata dagli stemmi dei 57 Comuni che ricordano la storia e le origini e dai personaggi illustri dell’intero territorio che hanno assistito, inermi, come molti altri, alla seduta che ha posto un altro tassello nell’intricata vicenda del riordino delle Province. Questione bollente che tiene in fermento la vita politica locale al pari di un’emergenza.
E’ stato approvato all’unanimità il documento che sottolinea come il riordino contrasti palesemente con la Costituzione e non tenga conto dell’identità storico-economico-culturale dei territori e che chiede «che il Presidente della Giunta Regionale delle Marche promuova la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale per chiedere che, previa sospensiva dell’esecuzione, venga dichiarata l’illegittimità dell’art. 17, che i Consiglieri Regionali tutti, ed in particolare quelli eletti nella Provincia di Macerata, sostengano, con ogni strumento a loro disposizione, la suindicata richiesta nei confronti del Presidente della Giunta regionale, – che i Parlamentari eletti nella Regione Marche e l’Upi si attivino per proporre opportune modifiche alla normativa sul riordino delle Province ed una riduzione dei tagli al fondo di riequilibrio, tale da garantire l’assolvimento per le province delle funzioni essenziali e che siano, comunque, proporzionali ai corrispondenti tagli operati ai Ministeri ed alle altre Autonomie locali e che, nelle more di presentazione del ricorso alla Corte Costituzionale, richiesto anche dal C.A.L. Marche, la Regione stessa si adoperi, per le motivazioni in premessa riportate, al fine di mantenere e garantire, nella proposta di riordino delle province marchigiane, l’autonomia della Provincia di Macerata, tenendo conto delle peculiarità esistenti».
Le caratteristiche della Provincia di Macerata sono state ricordate dal presidente Antonio Pettinari: «E’ una delle province originali dopo essere stata per secoli capoluogo della Marca, la contraddistingue una forte identità, ha una numerosa popolazione studentesca che quotidianamente usufruisce dei servizi dei residenti, ha un sistema economico non costruito su fondi statali ma su aziende che funzionano, è la più stesa delle Marche, è virtuosa e ha garantito reti di servizi coniugando efficacia ed economicità. E’ il tempo della responsabilità – ha concluso – per chi ha avuto mandato di rappresentare la nostra comunità».
Ha sottolineato la necessità di fare autocritica l’assessore regionale Pietro Marcolini il quale però utilizza un “loro” che simboleggia la presa di distanza quando parla del governo tecnico: «Non ci escludiamo dal contributo al bene del Paese ma chiediamo criteri equitari. le Province sono state individuate come anello debole della catena e il Governo le ha colpite con criteri del tutto casuali, grossolani, immotivati, incongrui e iniqui. Noi però non ce la possiamo cavare dicendo che hanno sbagliato, loro non se la possono cavare dicendo di aver applicato una verità assoluta perchè così non è».
Ha richiamato all’unità il capogruppo del Pdl in Regione Francesco Massi: «Il Governo non ha avuto coraggio e ha usato le Province come totem dei tagli. L’ingiustizia sta nel fatto che noi del Sud delle Marche siamo chiamati a scannarci come i polli di Renzo mentre il Nord della regione è stato tutelato, basti guardare alla Conferenza delle Autonomie composta da 7 maceratesi, 8 tra Ascoli e Fermo e 15 tra anconetani e pesaresi e la cui assemblea è composta di 9 maceratesi, 9 consiglieri tra Ascoli e Fermo e 25 tra pesaresi e anconetani. Il Centro Sud continua a dividersi mentre a creare roblemi è l’interlocutore anconetano. Qui conta la politica e va dato un segnale da Spacca e dalla sua Giunta e sapete perchè».
Duro Romano Carancini, sindaco del Comune di Macerata il cui consiglio ha approvato venerdì scorso un ordine del giorno sul tema (leggi l’articolo): «Gli enti locali stanno già facendo da due anni la revisione della spesa. Perchè non si possono colpire le lobby farmaceutiche e per loro si possono fare modifiche, impossibili invece per gli enti locali? Non si capisce poi quale ratio muova la norma sul capoluogo. Si parla di Province, perchè il capoluogo deve essere il comune più popoloso?».
A mettere i puntini sulle i, chiamato in causa più volte, è Mario Cavallaro che domani voterà lo spending review seguendo le indicazioni del suo gruppo parlamentare: «Parlo da cittadino maceratese e prendo il via dall’opportunità che Macerata rimanga ma non possiamo permetterci motivazioni suggestive, servono argomentazioni serie e razionali. Il Governo ha posto la fiducia sul decreto il che vuol dire che non ci sarà dibattito perciò sarebbe falso dire che mi batterò domani in Aula perchè non è possibile ma ho espresso il mio dissenso nelle sedi adeguate. Ora l’iter si muove su due canali, il primo è il decreto legge che domani sarà convertito, l’altro è il decreto attuativo. i vorrà quindi ancora del tempo durante il quale potremo agire. In questa fase discutere del capoluogo mi sembra inopportuno. la strada da percorrere è quella della non belligeranza. Domani non potremo far niente ma non stiamo celebrando un funerale».
Hanno invitato all’unità anche gli assessori regionali Sara Giannini («Non serve demonizzare pesaresi e anconetani, serve solo solidarietà regionale. Abbassiamo i toni per il bene delle marche») e Luca Marconi («Non è questo il momento di fare i subordinati, è l’ora di essere uniti perchè la partita non è chiusa») e il consigliere regionale del Pdl Francesco Acquaroli («Non difenderemo Macerata capoluogo ma l’intera provincia»).
Il consigliere provinciale Franco Capponi, invece, oltre a confermare che, come annunciato a Cronache Maceratesi (leggi l’articolo), ha inviato una lettera al segretario del Pdl per annunciare che uscirà dal partito se non assicurerà maggiore trasparenza, si rivolge ai politici: «Non facciamo la figura del coniglio, la Giunta regionale deve dimostrare la sua forza».
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Senza sovranita’ monetaria non si va da nessuna parte.La moneta stampata dalla Bce, anziche’ essere accreditata alla popolazione ed ai vari enti al servizio dei cittadini (comuni, ospedali, ecc), a fronte di un aumento di produzione, viene ceduta in prestito al tasso del 1% alla banche private.Quest’ultime utilizzano la somma per acquistare titoli di Stato al tasso circa del 6%.Quindi lo Stato anziche’ ricevere la moneta a credito e’ costretta ad emettere titoli che dovra’ rimborsare con gli interessi, ed e’ ovvio che il tutto e’ a carico dei cittadini che dovranno sempre esborsare piu’ tasse mentre i vari enti locali (comuni, province, regioni, ecc.) dovranno sempre effettuare tagli.
Pertanto se non ci si attivera’ a risolvere il problema alla radice fra qualche anno non solo le Marche non avranno piu’ province ma addirittura sconparira’ la regione.
Che lunga carrellata di personaggi che sembrano imbullonati alle poltrone…
«che il Presidente della Giunta Regionale delle Marche promuova la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale per chiedere che, previa sospensiva dell’esecuzione, venga dichiarata l’illegittimità”
MA PERCHE’ A SPESE DELLA COLLETTIVITA’???
SUGGERIMENTO: SE SONO COSI’ SICURI’ DELLA INCOSTITUZIONALITA’ DELLA LEGGE SI RIVOLGANO, A SPESE LORO, AD UN LEGALE
«Gli enti locali stanno già facendo da due anni la revisione della spesa”
NOI A MACERATA PER REVISIONARE NON SIAMO SECONDI A NESSUNO: REVISIONIAMO COSI’ BENE CHE PAGHIAMO UN MUTUO PER UNA INESISTENTE PISCINA
«Parlo da cittadino maceratese e prendo il via dall’opportunità che Macerata rimanga ma non possiamo permetterci motivazioni suggestive, servono argomentazioni serie e razionali. Il Governo ha posto la fiducia sul decreto il che vuol dire che non ci sarà dibattito perciò sarebbe falso dire che mi batterò domani in Aula perchè non è possibile ma ho espresso il mio dissenso nelle sedi adeguate”
POTREBBE DISSENTIRE USCENDO DALL’AULA AL MOMENTO DEL VOTO, INVECE CHE DISSENTIRE IN PUBBLICO (A PAROLE) E POI VOTARE LA FIDUCIA ASSIEME AL GREGGE
Il consigliere provinciale Franco Capponi, invece, oltre a confermare che, come annunciato a Cronache Maceratesi ha inviato una lettera al segretario del Pdl per annunciare che uscirà dal partito”
MA LUI NON FA PARTE IN PROVINCIA DI UN GRUPPO AUTONOMO??
ESCE DA UN GRUPPO IN CUI LUI E’ IL SOLO ESPONENTE, IL SOLO ISCRITTO, IL SOLO RAPPRESENTANTE???
Sono favorevole all’eliminazione di tutte le province, ma questo richiede una legge costituzionale e quindi tempi molto lunghi. Se allora deve essere fatta una riorganizzazione delle province, non ha senso farne una tra Macerata, Fermo ed Ascoli, quindi ben venga che i politici maceratesi si organizzino per far sentire la loro voce. Ma il problema è proprio questo: visto lo scarso “peso specifico” dei politici nostrani, dimostrato nel corso degli anni, dubito che siano in grado di portare a casa qualcosa, per cui ho proprio la sensazione che faranno solo chiacchiere.
Complimenti al Sig. Bartolomei per l’esauriente spiegazione… speramdo che sia recepita da chi dovrebbe farlo senza pensare alle varie poltrone…!!! Di chiacchiere e proposte se ne sentono tante… ma tutte portano solo ad una cosa: “la poltrona è mia e guai chi me la tocca”!!! Di bla bla bla se ne sentono tanti… promesse tante… fatti “pochi”… !!! Spero presto “buone” notizie e principalmente !!!
Che le Province siano troppe è un dato di fatto, ma che il “riordino” si basi solo su due parametri (abitanti ed estensione territoriale) è un’autentica ca**ata! I deputati dovrebbero avere la forza di mandare a casa il Governo Monti perché si è dimostrato essere il peggiore dell’era repubblicana. Se i provvedimenti di questo Governo fossero stati presi da Berlusconi i Prodi, non si sarebbero salvati dal rogo! TUTTI A CASA! ELEZIONI SUBITO!
L’AUTOTUTELA DELLA CASTA.
Cavallaro dice che questo non è un funerale.Beh dalla sua faccia si direbbe proprio il contrario! E poi tutti gli altri parlamentari maceratesi che fine hanno fatto, hanno già mandato i fiori e le condoglianze al sindaco dato che non erano presenti al capezzale del morto? Cavallaro inoltre dice che non si può fare niente in quanto il Governo ha posto la fiducia e deve seguire le direttive del suo partito. Mi dispiace per lui ma questo modo di esprimersi non è assolutamente giustificabile.In questi casi cari amministratorie on.voli ecc.. si scende in piazza,si danno le dimissioni (come dice giustamente Franco Capponi ) ci si muove con molto coraggio e determinazione cosa che nessuno sta facendo perchè tutti hanno paura e pensano di risolvere i problemi intorno ad un tavolino. Che vergogna! Fortuna che tra un anno ci saranno le politiche e allora voglio proprio vedere come andrà a finire con i “vecchi” parlamentari locali (di destra e di sinistra) se continuano a battersi con tanta determinazione!!!!!!!!!
Da maceratese, ammetto che tutto ciò mi dispiace: l’accorpamento determinerà la perdita d’identità del nostro terrtorio. Saremo mescolati con i fermani, con i quali però condividiamo molto pecurialità: dal dialetto simile (addirittura uguale per quanto riguarda i comuni confinanti della parte del Fiastra e del Chienti) alle attività produttive e anche tanti altri aspetti caratteriali. La cosa più preoccupante è invece che con Ascoli abbiamo poche affinità, mentalità imprendotiariali differenti (loro hano usufruito e non poco della cassa del mezzogiorno e affini successivi, dialetto completamente diverso, abitudini usi e costumi non proprio uguali. Ma poco importa, ormai ci dovremo abituare alla nuova provincia Picena, Ascoli capoluogo è d’altronde inevitabile, la storia parla evidentemente a loro favore, anche se il recente passato ha visto molta decadenza in riva al Tronto: economica, imprendotitoriale, e la perdita del Fermano aveva svuotato le casse della provincia Ascolana, i cui pochi grandi industriali che avevano approfittato degli incentivi degli anni 70-80-90, sono ormai ridotti al lumicino. Hanno abbandonato Campolungo, unici sopravvisuti la Pfizer (Viagra…) e la Barilla che deve ancora completare il risanamento dell’ultima alluvione. Però aggiungo anche un altra cosa, di cui mi vanto di averne parlato con amici, clienti e conoscenti in tempi non sospetti: ma nessuno si è reso conto prima che in Italia ci sono regioni come la Lombardia da 10 milioni di abitanti, o come la Sicilia e la Campania o il Lazio che superano i 5-6 milioni di abitanti, ed in parallelo giunte regionali da 100.000 abitanti (Val dAosta), 350.000 abitanti (Molise), 850.000 abitanti (Umbria)? Secondo me è giusto che le provincie scompariranno, tutte, tranne quelle metropolitane, e rimaranno 6 macro-regioni: una sorta di federalismo tedesco, dove però le 6 o 7 regioni sono olto più uniformi, e garantiscono lo stesso il rispetto delle identità locali, con gran risparmio di politici, consiglieri etc. etc etc..
Meno posti da ripartirsi tra gli esponenti politici locali e nazionali, determinerà meno burocrazia, più fluidità nelle decisioni, meno campanilismi. Ripeto se esiste la Lombardia, può esistere il Nord-Ovest (Piemonte-Aosta-Liguria), il Nord-Est (il Triveneto è già cosa fatta), la Toscana e l’Umbria, l’Emilia-Romagna -Marche; il Lazio-Abruzzo-Molise; la Puglia e la Lucania, la Campania rimarrebbe da sola o con la Calabria, e le Isole sarebbero accumunate. In effetti 8 macroregioni sarebbero forse anche troppe, potrebbero ridursi anche a 6. Con alcune provincie metropolitane: Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Palermo, Catania, Bari, e poche altre. Ma poi che glielo va a dire a tutti i politici che verrebbero ‘trombati’ di andare a casa e tornare ognuno a guadagnarsi la pagnotta solo con il loro lavoro?!?!
In Italia ci sono troppi Enti Locali con autonomia di spesa. Troppi centri di costo che nel loro insieme diventano oggettivamente incontrollati ( e questo a prescindere dalla capacità di chi amministra). Un fume di soldi che se ben razionalizzato potrebbe produrre grandi risparmi di spesa e maggiore efficenza ed efficacia dei servizi erogati.
Il riordino delle province proposto dal Governo consistente in un una loro riduzione di numero non produrrà alcun beneficio sulla spesa pubblica e farà litigare a lungo le Istituzioni. da questa “riformina” del tutto inutile scaturirà semplicemente una “redistribuzione” del prestigioso titolo di “provincia” che scatenerà la politica ( a voler dare un nobile motivo) in una “battaglia campale” di campanile ( già si vedono le avvisaglie).
Una riforma “seria” dovrebbe prevedere una autentica semplificazione dei poteri amministrativi autonomi attraverso una drastica riduzione del numero degli Enti Locali che per me significa superamento totale delle Province e riduzione del numero dei comuni fissando un limite minimo di sopravvivenza pari o superiore a 10-15.000 abitanti ( con conseguente accorpamento obbligatorio di tutti gli Enti al di sotto del limite).
E’ vero, le province sono determinate dalla Costituzione e non possono essere abrogate e aspettare una “riforma costituzionale” ci vorrebbero forse anni. Però nessuno impedisce alle regioni di anticipare nella sostanza gli eventuali passaggi parlamentarei per la modifica costituzionale.
Una proposta:
Nelle more di una modifica costituzionale, sulla scia dell’esperienza ASUR le Marche decidano ( aspetto che il PD- il partito per cui voto – prenda una posizione coraggiosa) di fare una sola provincia e affidi alla “provincia regionale delle marche” tutti i compiti di gestione delle competenze ora affidate alle 5 province.
E’ davvero paradossale. Difronte ad una crisi che ogni giorno si fa sempre più dura e temibile i Sindaci si riuniscono in modo unito e compatto per difendere un livello di potere istituzionale che non ha più senso di esistere. Sono fuori dal mondo e dalla realtà.
“Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e Paesi che non esistono più. Comunque, irriconoscibili, rispetto al presente. Come l’Italia pre-unitaria. Oppure l’Europa prima della fine della Yugoslavia e dell’Urss.
Ma, dopo Monti, sono cambiate le mappe e le bussole della politica del Paese.
Siamo entrati in un’epoca geopolitica diversa.Nulla resterà come prima.” IVO DIAMANTI
E’ davvero paradossale. Difronte ad una crisi che ogni giorno si fa sempre più dura e temibile i Sindaci si riuniscono in modo unito e compatto per difendere un livello di potere istituzionale che non ha più senso di esistere. Sono fuori dal mondo e dalla realtà.
“Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e Paesi che non esistono più. Comunque, irriconoscibili, rispetto al presente. Come l’Italia pre-unitaria. Oppure l’Europa prima della fine della Yugoslavia e dell’Urss.
Ma, dopo Monti, sono cambiate le mappe e le bussole della politica del Paese.
Siamo entrati in un’epoca geopolitica diversa.Nulla resterà come prima.” IVO DIAMANTI
A parte che si chiama ILVO e non IVO, a parte questo.
Io credo che ormai l’opinione pubblica, tra cui molti frequentatori di questo forum, abbia eletto le province come simbolo del “risanamento”, sperando così di evitare altre mannaie come l’aumento dell’IVA (che prima o poi ci sarà ugualmente), e dimenticando che, a meno di soffocare nel sonno 250 mila persone, i risparmi saranno minimi.
A me sembra solo che in questo momento sia in atto una serie di guerre di campanile in giro per l’Italia (Pisa-Livorno su tutte) con le quali alcune realtà locali provano ad approfittarne per mutare la “geopolitica locale” – permettetemi questa orrenda espressione – affermando la propria supremazia su altre realtà vicine, allo scopo di valorizzare il proprio patrimonio (a partire dalle abitazioni: il prezzo delle case di MC crollerà dopo aver perso il capoluogo) e poter tirare a campare ancora per un po’, a spese dei territori vicini. Questa è l’unica logica che muove queste gente, e non certo la volontà di risanare i conti dello Stato.
Quindi penso che, nel Paese delle 100 città questo provvedimento del Governo, pur dettato da urgenze di cassa, è stata una sciagura.
Quello che sostengo da sempre. Senza una “rivoluzione” della carta costituzionale ogni altra manovra sarà vana. E tutti li, a proteggere il proprio orticello dagli attacchi esterni. Ma saranno veramente da considerare “attacchi”?
una riunioneper discutere come coordinare il servizi, accorpare i comuni per raggiungere una dimensione decente, per smettere la lotta per la proliferazione delle sedi scolastiche (con donazioni di soldi pubblici per mantenere quello che non si puo’ mantenere)?
Tutti uniti ..unitissimi,,quando si tratta di salvare la poltrona…destra , sinistra ,centro…tutti amici alla grande merenda..dobbiamo salvare le poltrone poichè è vero oggi ci sei seduto tu…ma domani potrei esserci io….ma perchè non hanno lo stesso atteggiamento quando devono discutere su importanti problemi dei cittadini?Uomini “politici” se volete la poltrona…andate all’Ikea e la comprate…le poltone pagate dal popolo sono esaurite…
2 mila miliardi di debito pubblico…40.000 euro a testa…un primato europeo e tra poco anche mondiale, solo che la medaglia d’oro non si vince…il premio è il certo il fallimento del sistema…
carissimi italiani, per far teminare questo disastro..non serve votare uno o l’altro e questa ne è la prova.
E’notizia di ieri, l’italia avrà bisogno di aiuti economici come la Grecia,li avremo ma ad una condizione..che il sig. Monti si decida a fare quelle riforme che aveva promesso (tagliare il sistema amministrativo politico di questo paese) cosa che ancora non ha fatto, che non vuol fare o non riesce a fare,
Ma come si può pensare che la Germania Francia Olanda…. paghino i nostri debiti, anzi che paghino le nostre Caste…..è veramente ridicolo e ancor peggio che molti Italiani lo pretendano….che persone ridicole…è proprio vero l’italia è piena di morti viventi…e cmq prepariamoci perchè la cena è finita da tempo, l’oste vuol chiudere e dobbiamo pagare il conto….saluti