di Alessandra Pierini
E’ appena arrivato a Macerata Francesco Micheli, da lunedì scorso direttore artistico della stagione lirica maceratese e si è subito messo al lavoro, senza trascurare la scoperta di Macerata e della sua gente. Ha visitato lo Sferisterio, il teatro Lauro Rossi e i resti romani di Ricina per avere un quadro completo delle possibilità di azione che questa terra riserva. Non ha l’aria del pensatore autoreferenziale, non è concentrato su se stesso ma piuttosto è aperto al mondo che lo circonda e a tutti coloro con i quali entra in contatto. La sua curiosità rispetto ai luoghi e alle persone emerge dai suoi occhi piccoli ma scuri e vivaci. La sensibilità dell’artista gli ha fatto già avvertire la preoccupazione nei confronti del futuro del festival. «Ho avvertito da subito un grande interesse e una certa ansia di dare risposte a tante questioni» spiega.
Proprio nel teatro romano di Ricina, luogo ricco di storia e di tradizione, abbiamo intervistato Micheli, per la prima volta dal suo arrivo.
Il primo impatto con la città è stato molto positivo: «Sono della Val Brembana e non spicchiamo per calore umano. Qui ho trovato la stessa schiettezza delle mie parti ma a braccia aperte». Come mai il Cda dell’associazione Sferisterio ha scelto proprio lui? «Credo che Macerata rispecchi la situazione globale anche meglio di New York. La crisi è un momento di trasformazione ma io faccio un mestiere che è compromesso dalla tradizione. Credo che Macerata debba essere consapevole del passato ma va traghettata nel terzo millennio». I componenti del consiglio di amministrazione sono rimasti affascinati dal progetto di questo regista under 40 che tra l’altro affida una delle regie ad una donna: «Nel mio progetto – sottolinea – non c’è niente che non sia in linea con questo territorio. Credo che la forza della nostra nazione sia nella provincia e il progetto crede nella vocazione internazionale del festival, oltre a puntare sui giovani». Micheli non firmerà nessuna regia: «Ho troppo rispetto della missione di direttore artistico per comprometterlo con un altro mestiere. Il direttore artistico deve essere il padrone di casa e non potrei farlo dirigendo le opere».
La nuova stagione lirica maceratese non si chiamerà SOF (Sferisterio Opera Festival) come in passato: «In questo nome che mi ha divertito manca un aspetto. Lo Sferisterio è una perla ma si valorizza se incastonato in un diadema che è la città, perciò credo che la perdita del nome Macerata vada recuperata». Francesco Micheli parla anche con gratitudine di Pier Luigi Pizzi, direttore artistico dello Sferisterio fino all’ultima stagione: «Pizzi mi lascia un’eredità immensa. Il suo “Orlando Furioso” resta un esempio e vorrei fare un festival che oltre ad onorare Josef Svoboda sia l’incarnazione di un grazie a Pier Luigi Pizzi»
Francesco Micheli ha incontrato il sindaco Romano Carancini e il presidente della Provincia Antonio Pettinari con Luciano Messi, responsabile amministrativo dell’associazione Sferisterio
Il neo direttore artistico ha incontrato nel tardo pomeriggio, per la prima volta congiuntamente, il presidente ed il vice presidente dell’Associazione Sferisterio, Romano Carancini e Antonio Pettinari. L’incontro si è svolto nell’ufficio di quest’ultimo, in Provincia, dove domani alle 15,30 tornerà a riunirsi il Consiglio d’amministrazione dell’Arena.
Quello di oggi è stato un incontro di reciproca conoscenza, durante il quale i contenuti del progetto di sviluppo dello Sferisterio delineato dal CdA e del progetto artistico presentato da Micheli sono stati appena accennati. Questi temi saranno infatti oggetto di approfondimento in seno al Consiglio d’Amministrazione già nella seduta di domani a cui prenderà parte lo stesso direttore artistico.
Se la candidatura di Micheli è spuntata all’ultimo ma si è poi rivelata vincente, Nazzareno Antinori, invece, tenore maceratese, pur avendo presentato un progetto prima dell’inizio del SOF 2011, non è stato preso in considerazione nella rosa dei candidati. Sarà Filippo Davoli a dargli l’occasione di presentare il suo progetto a “Venanzetti Cultura” sabato 7 gennaio alle 18 nel Caffè Venanzetti. «Esiste anche una forma per dire “no, non c’interessa; comunque grazie” – spiega Filippo Davoli – l’oblio, la dimenticanza, una sorta di sciatteria anche in queste cose, non possono invece che mortificare gli interlocutori, oltre che dare una pessima immagine dell’istituzione. Perché, in definitiva, Antinori resta il grande artista che il mondo conosce ed ama, e non sarà certo la piccola maleducazione maceratese a diminuirne il prestigio. Presenteremo dunque al Venanzetti il sogno mancato di Nazzareno Antinori, oltre a rendergli il nostro abbraccio ideale. Perché, al di là di tutto il resto, lo merita di suo».
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Lei in poche battute ha riacceso i riflettori sulla città. Sono sicuro che Lei e’ un professionista dal notevole spessore umano e non ho dubbi che il Suo nome sia il frutto di una scelta e non di un compromesso.
Il momento delle polemiche e’ alle spalle, ora si pensi solo al bene della città e del Festival.
Un consiglio: nel decennale dalla scomparsa del grande Svoboda si potrebbe istituire l’omonimo premio da assegnare ad un giovane artista talentuoso.
Le auguro di realizzare il Suo sogno e verro’ senz’altro a renderle il meritato tributo.
Buon lavoro, direttore!
Filippo perchè non ivniti il neodirettore che è un ragazzo e a anche bravo la Venanzetti a presentare il suo programma e incontrare i cittadini che possono rivolgergli domande senza l’ufficiosità e la “scorta” del padrino Carancini e della madrina Pettinari??? che dici???
Lo vedo giovane e disponibile… cmq ripongo in lui la mia massima fiducia!!!
Finalmente spazio ai giovani…. era ora!!!
Auguri neo-direttore!!
@ Failla
Non credo che Micheli sia personaggio imbavagliato da scorte, e tanto meno credo che Pettinari possa svolgere il ruolo della madrina (anche perché ha pure i baffi).
Purtroppo non ho suoi recapiti per invitarlo già sabato prossimo, all’appuntamento col maestro Antinori, il quale – come egli stesso ha dichiarato – non ha niente contro il neodirettore ma molto (e come dargli torto?) contro l’atteggiamento dei nostri rappresentanti.
Sì, sarei contento di invitare Micheli sabato prossimo: potrebbe avere anche un aggiuntivo taglio di lettura progettuale sull’esistente e – essendo Micheli un regista – spunti importanti dal punto di vista musicologico e melico. Il che, per un teatro lirico come lo Sferisterio, non guasta.
Temo però che lui (se non è un lettore di poesia e di critica letteraria) chiederebbe ai suoi mentori chi è costui che lo invita e verrebbe presumibilmente sconsigliato ad accettare. Sarebbe normale che le cose andassero così, non pensi?
Sicché, direi, facciamolo ambientare, sperando che gli uffici lo mettano in condizione di impostare le cose come le sente e le pensa. Aspettiamo che senta Macerata un po’ sua. Inevitabilmente, io credo, ci incontreremo. E dopo si vedrà.
Nel contratto di direttore artistico c’è una clausola “diffida da quella gentaglia che commenta su CM…”
tu cmq invitalo (passa da Zallocco e fatti dare i recapiti) e faccio sapere se accetta, dopotutto lui vuole il contatto coi maceratesi, quale occasione migliore?
Poi riservaci due sedie tra il pubblico, una a me una a Cerasi per i conti. 🙂
Finalmente una scelta intelligente, buon lavoro.