Chiamiamola città di Matteo Ricci

LA PROPOSTA

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di Matteo Zallocco

Entrando in città non si può non notare il cartello “Macerata – Città della Pace”. Il 31 marzo 2003 il consiglio comunale ha infatti scelto questa definizione per il capoluogo dopo la decisione dell’allora presidente degli Stati Uniti Bush di andare in guerra contro l’Iraq.
Città della Pace è però un appellativo che c’entra poco con Macerata e spesso viene utilizzato in chiave ironica: “Macerata città della pace… eterna” perchè non succede mai niente commenta qualcuno, “perchè allora non chiamarla città delle Fosse?” ironizza qualcun altro riferendosi allo storico quartiere adiacente al Rione Pace.
Torniamo ad essere seri. Cronache Maceratesi vuole sostenere la proposta lanciata su queste colonne dal professor Filippo Mignini, direttore dell’Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l’Oriente: “Macerata si dovrebbe presentare come città di Matteo Ricci anziché città della pace per rendere il giusto omaggio a questo straordinario personaggio”.
Padre Matteo Ricci è la figura che più di ogni altra rappresenta la collaborazione tra i popoli, lo scambio di conoscenze tra le diverse culture e quindi implicitamente racchiude in sè il concetto di pace.

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Prima di arrivare al Rione Pace il cartello d’ingresso alla città è sparito ….sarà un segno del destino?

E’ fuori discussione che il figlio più illustre di Macerata è lui, quel Matteo Ricci diventato di grandissima attualità in tutto il mondo solo negli ultimi tempi dopo secoli di ingiustificato anonimato. Basterebbe cambiare la segnaletica per un’operazione di immagine e un doveroso tributo al più grande maceratese di tutti i tempi.
Chiunque verrà a Macerata saprà che questa è la città di Matteo Ricci.
Sarebbe un rinoscimento importante, un gesto simbolico a costo zero e secondo noi ancor più caratterizzante ed efficace rispetto a quella statua che ha monopolizzato il dibattito in questi ultimi giorni non tanto per la realizzazione in sè, bensì per il metodo proposto, con il Vescovo che ha scelto il luogo (piazza Vittorio Veneto),  l’artista (Cecco Bonanotte) e ha trattato il costo (600.000 euro) senza pensare a un bando pubblico e ad una Commissione che scelga il progetto migliore.
Cambiare il generico richiamo alla pace con quello a Matteo Ricci secondo noi sarebbe un gesto semplice ma  particolarmente significativo per chiudere l’anno dedicato alle celebrazioni del IV centenario dalla morte del grande gesuita.
A Macerata c’è un assessore alla nonviolenza (Federica Curzi), non mancano e non mancheranno le iniziative a favore della pace, ma in quei cartelli alle porte della città vorremmo leggere Matteo Ricci.
Non chiediamo certo di cambiare il nome della città come fece Corridonia, l’unico comune in Italia che ha modificato per ben tre volte il nome: si chiamava Montolmo, poi Pausula, prima di voler rendere omaggio all’illustre cittadino Filippo Corridoni.
Chiudiamo stasera il nostro sondaggio sulla statua  (143 sì, 534 no), il 79% di chi ha votato non la vuole. Un risultato – crediamo – maturato  soprattutto per il modo in cui è stata posta la questione, come si può leggere nei tantissimi commenti arrivati questa settimana. Ora, prima di presentare ufficialmente la proposta di chiamare Macerata “Città di Matteo Ricci” all’Amministrazione e al Consiglio comunale chiediamo a voi cittadini se siete d’accordo.



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