Il Gruppo Kos avvia la riorganizzazione:
«Più qualità assistenziale e tempi ridotti,
applicato il contratto del 2022»

NELLE MARCHE riguarda la rsa di Montecosaro e il Santo Stefano di Porto Potenza. Il personale lo scorso 2 maggio aveva manifestato lamentando carenza di personale e contratto bloccato dal 2008

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Il Santo Stefano

 

Il Gruppo Kos ha avviato una riorganizzazione aziendale a livello nazionale che prevede l’applicazione della stessa modalità organizzativa e dello stesso approccio al paziente in tutte le regioni. Nelle Marche coinvolte le strutture di Montecosaro (rsa) e Porto Potenza (Santo Stefano). Proprio a Porto Potenza il 2 maggio scorso, c’era stata la protesta dei dipendenti del gruppo che lamentavano mancanza di personale e contratti bloccati dal 2008.

«Anche in regione sono stati attuati i medesimi cambiamenti, accuratamente tarati in base alle normative regionali vigenti, all’osservazione in loco della loro fattibilità, ai benchmark con altre strutture e alla salvaguardia della qualità clinica per i pazienti – scrive in una nota il Gruppo Kos -. Contemporaneamente è stata implementata la qualità assistenziale, grazie all’introduzione di innovazioni strumentali e ausili tecnologici che consentono di diminuire il tempo delle operazioni sanitarie, migliorando sia la qualità delle prestazioni del personale assistenziale che il benessere dei degenti».

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Protesta dei lavoratori Kos al Santo Stefano lo scorso 2 maggio

Il Gruppo Kos ha deciso di applicare al proprio personale impegnato nelle residenze sanitarie assistenziali il contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale dipendente del settore assistenziale, sociosanitario e delle cure post intensive, sottoscritto il 13 settembre 2022 dall’associazione dei datori di lavoro Confcommercio Salute Sanità e Cura con l’assistenza di Confcommercio Imprese per l’Italia e dalle Organizzazioni sindacali Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. «In un momento di congiuntura complessa – conclude la nota – il Gruppo Kos decide di investire sul proprio personale, di valorizzarne la professionalità e di sostenerne le aspettative, anche economiche, attraverso una risposta reale e concreta alle esigenze delle proprie operatrici e operatori».

 

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