Elena Leonardi, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia e parlamentare
«Il ritardo nella costituzione del gestore unico è evidente, così come è evidente che la responsabilità sia di quegli amministratori pubblici che negli ultimi 17 anni – cioè da quando è iniziata la concessione di gestione del servizio idrico – hanno impedito la costituzione di questo soggetto». Così la coordinatrice regionale di FdI e parlamentare Elena Leonardi e il coordinatore provinciale Massimo Belvederesi replicano alle accuse piovute in questi giorni conseguenti all’aumento delle tariffe dell’acqua deliberato dall’Ato3. L’assembla, cioè l’organo che decide gli obiettivi del servizio idrico è composto da tutti i sindaci della provincia di Macerata, oltre ad alcuni sindaci di quella di Ancona (Castelfidardo, Osimo, Numana, Sirolo, Filottrano). Nei giorni scorsi tre sindaci, quelli di Montecassiano, Treia e Montelupone, avevano puntato il dito contro gli aumenti e in particolare contro la mancata applicazione della normativa che vorrebbe un unico gestore del servizio idrico in provincia al posto dei sei attuali.
«Attualmente – dicono Leonardi e Belvederesi – dopo la modifica dei rappresentanti di alcune amministrazioni nei comuni dell’Ato, a seguito delle elezioni amministrative, è partita la spinta per la costituzione del gestore unico del servizio idrico. Cinque delle sei società: Apm, Atac, Acquambiente Marche, Assem, Assm si sono già incontrate più volte e hanno deciso di intraprendere un percorso che a breve le porterà a costituire il gestore unico nella forma di una società consortile. Il progetto è aperto anche ad Astea o alla sua controllante Cma (società interamente pubblica) perché l’obiettivo è quello di unire tutte le società pubbliche dell’Ato in una società che mantenga pubblica la gestione dell’acqua e, allo steso tempo, consenta di non penalizzare gli altri servizi gestiti dalle sei società. Queste, infatti, sono tutte multiservizi e gestiscono: il servizio idrico, la produzione di energia elettrica, le farmacie dei comuni cui fanno capo, il trasporto pubblico urbano, la distribuzione del gas, i parcheggi ed altri servizi pubblici locali».
«La società consortile sarà partecipata da tutti comuni dell’Ato e dalle sei società pubbliche in modo da mantenere l’indiscusso presidio pubblico del servizio idrico – sottolineano Leonardi e Belvederesi – Altro obiettivo che potrà essere conseguito con la costituzione della società consortile, attraverso la gestione degli altri servizi delle sei società pubbliche, è la conservazione del personale dipendente che garantirà l’esperienza specifica in ogni territorio in cui è attualmente ripartito il servizio idrico. Il percorso è stata avviato e, dunque, non servono le polemiche su ciò che non è stato fatto negli anni passati, soprattutto se provengono anche da coloro che, di quegli anni, sono stati protagonisti, mentre è opportuno che tutti i comuni intervengano per nominare rapidamente il presidente dell’Ato e diano il loro contributo per la costituzione della società consortile dell’Ambito».
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Da Simone Pugnaloni, sindaco di Osimo, riceviamo: «Il gestore unico può accumunare solo chi detiene l’attuale affidamento fino al 2024, quindi la consortile la possono semmai costituire Centro Marche Acque, S.I.I. Marche ed Unidra. Conosco Elena Leonardi , mi dispiace che qualcuno la metta in mezzo a queste polemiche per le quali forse non conosce la materia od è tirata per la giacchetta da qualche suo compagno di partito. Atac, Apm , Acquambiente , Assem ed Assm non possono fare alcunchè, tanto più senza Centro Marche Acqua.
Sembrerebbe che piu’che ragionare in favore delle comunità amministrate che attendono davvero il gestore unico, la destra al governo nazionale e regionale voglia far prevalere la sua forza sulla sinistra. Per fortuna c’è la legge che è chiara, solo chi ha l’affidamento oggi può riaverlo e può averlo unificandosi. L’unica strada percorribile è l’unificazione di Cma (Astea, Acquambiente) , S.I.I. Marche (Apm, Atac) e Unidra (Assem, Assm, Valli Varanensi che racchiude i comuni della montagna). La destra fa confusione non so per conto di chi e ci porterà alla gara con la scomparsa di tutti gli attuali gestori se non capirà che per unire l’acqua non contano i rapporti di forza, ma conta l’unità di intenti a prescindere dalle ideologie. Da sempre tutti sanno che unire queste tre forze porterà anche a rapporti di forza in termini patrimoniali dove ci saranno alcuni più forti degli altri, ma per fortuna per equilibrare strategie di governance ed investimenti c’è lo strumento dei patti parasociali. La scadenza dell’affidamento è vicina, la destra ora al governo nazionale e regionale si dia da fare per unire e non per dividere. Il sottoscritto, da anni impegnato in questo settore non può sottostare alle volontà della politica, ma vuole dare risposte concrete ai cittadini dei Comuni dell’Ato3».
Dovrebbe fare anche la tuttologa. Capisce tutto lei.