La simulazione della battaglia
di Monia Orazi
«Giorro gualdese da bisogno mosso/ Di Cànetra nel bosco taglia un legno:/ Di Norcia il guardian gli corre addosso/ Ma bravo Giorro lo fa stare a segno». Inizia così il poemetto che riassume la battaglia del Pian Perduto tra Visso e Norcia, storicamente documentata avvenuta il 20 luglio 2022, rievocata oggi pomeriggio a due passi dalla chiesetta della Madonna della Cona, simbolo della pace tra i due contendenti.
A suon di alabarde e spade, norcini e vissani hanno dato battaglia, impersonati dalla Militia Bartolomei e dalla compagnia Grifone della Scala. Come sia finita lo dice il poemetto, che continuava così: «Ogni norcin da questo fatto scosso/ D’armarsi contro Visso fa disegno:/ Norcia che ha più di forze vincer crede,/ Ma vince Visso che nei Santi ha fede».
In occasione della rievocazione il sindaco di Castelsantangelo Mauro Falcucci ha promosso il primo forum sulla montagna per riproporre l’approvazione di una legge per rilanciare la montagna italiana. Di fronte a parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, sindaci, Falcucci ha detto «Serve una Carta della Montagna per allargare gli orizzonti non solo nel segno della conservazione ambientale o microeconomia di un insieme chiuso, ma un orizzonte ampio di politiche diversificate, non solo di livello regionale ma anche nazionale.
Un momento del forum per il rilancio della montagna
Il primo auspicio è che ci sia una legge operativa sin da subito e non come la 97 del 1994 mai applicata, sono 28 anni di attesa. Gli obiettivi di questa legge sono il ripopolamento, una strategia e fondi di sviluppo per la montagna italiana, professioni legate alla montagna, sanità e scuole di montagna, servizi di telefonia ed accesso ad internet, salvaguardia dei pascoli, incentivi per diversificare le attività di agricoltura e silvicoltura, rifugi, incentivi per favorire le imprese giovani, applicare la misura “Io resto in montagna”, agevolazioni fiscali prevedendo per le zone colpite dal sisma aree esenti da Iva, come Livigno, per qualche lustro».
«Il punto nodale è il forte calo demografico – ha detto l’assessore regionale Guido Castelli – servono politiche pubbliche di contrasto alla denatalità. Un altro problema su cui si è affossata la strategia nazionale per le aree interne è la questione dei requisiti minimi per il mantenimento dei servizi. Ci batteremo per la zona economica speciale. Per aggiornare il modello di sviluppo montano occorre affrontare la questione dell’approvvigionamento idrico e dell’energia, che possono valorizzare al meglio l’economia della montagna. La grande sfida è realizzare i progetti del Pnrr, dai comuni in sei mesi sono pervenuti 272 progetti per un totale di 220 milioni di euro».
Presente il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini che ha assicurato: «Il mio mandato sarà pieno sino al prossimo 31 dicembre, non si può abbandonare il lavoro svolto perché è caduto il governo. Il tema della montagna dovrebbe diventare prioritario nell’agenda politica, per realizzare leggi concrete. Per il testo unico sulla ricostruzione ci siamo quasi, insieme alla nuova piattaforma digitale che sostituisce il Mude, potremo discutere solo di qualche aggiustamento di norma. Sarà attuato il programma di rigenerazione urbana del fondo complementare sisma con 500 milioni di euro, sono stati stanziati 400 milioni per il nuovo programma delle opere pubbliche, 300 milioni di euro per le chiese. Mi auguro si possa ragionare con il nuovo parlamento in un contesto di riforma».
Il governatore Francesco Acquaroli d’accordo sul rilancio della montagna: «altrimenti non si rilanciano nemmeno le Marche. Dobbiamo interrompere la spirale negativa di spopolamento e perdita di servizi, la programmazione politica ha la possibilità di progettare la rinascita, mettendo in campo risorse e traducendole in fatti.
Non basta ricostruire, occorre considerare la capacità attrattiva del territorio, vi sono tante opportunità di sviluppo, per l’agricoltura ed il turismo, i progetti spesso si infrangono contro le logiche di campanile, occorre mettere in campo una programmazione di natura complessiva, senza ambientalismo ideologico, no all’atteggiamento museale per cui nulla deve essere toccato. Occorre accogliere le esigenze di chi vive e vuole valorizzare questo territorio. Abbiamo 100 milioni di euro di fondi europei per i borghi, 400mila euro per un singolo comune possono avere un grande impatto».
Nel forum moderato dal giornalista Mario Sensini, Emanuele Tondi ha parlato della necessità di mettere in sicurezza il territorio montano per favorirne lo sviluppo. Andrea Spaterna, presidente del Parco nazionale dei Sibillini, ha evidenziato l’impegno dell’ente per la mobilità sostenibile e del turismo come volano di sviluppo, integrandoli con politiche di tutela dell’ambiente mentre il docente di Unimc, Giuseppe Rivetti, ha evidenziato la necessità di una zona economica speciale, con l’esenzione da alcuni tributi, per un cospicuo numero di anni, che non sia in contrasto con sistemi europei, con regime fiscale più favorevole. Dal pubblico il consigliere regionale Romano Carancini ha ricordato la legge regionale sulla rievocazione della battaglia del Pian Perduto. L’architetto Fabrizio Romozzi ha aggiunto che il piano di area vasta, seppur definanziato è ancora in vigore e ha valenza urbanistica.
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