Uno dei rendering del progetto Eurobuliding
Porto Dubai, la Eurobuilding raddoppia e presenta un secondo ricorso al Tar. Dopo aver impugnato la delibera di Consiglio comunale del 3 marzo scorso con cui il progetto era stato dichiarato “assolutamente irricevibile”, i legali di Umberto Antonelli contestano ora più nel merito tutto il procedimento adottato dal Comune per arrivare al no e in particolare uno dei nodi principali riguarda la mancata pubblicazione all’Albo pretorio della domanda di concessione demaniale presentata il 21 gennaio 2021. E a cui avrebbe dovuto far seguito, secondo la società, la convocazione da parte del sindaco di una conferenza dei servizi entro 60 giorni.
Contestazioni che già erano contenute in parte nel primo ricorso. Qui i legali della società avevano denunciato che l’amministrazione comunale avrebbe asservito «la gestione tecnico-amministrativa dell’Ente a scopi meramente politico-propagandistici, in vista delle prossime elezioni». Un comportamento secondo la società «assolutamente illegittimo e viziato da incompetenza assoluta e da eccesso di potere».
L’imprenditore Umberto Antonelli
Con questo secondo ricorso la partita si riapre dunque definitivamente. E si riapre in piena campagna elettorale, a pochi giorni dal voto e con una pesantissima spada di Damocle rappresentata da una possibile maxi richiesta di risarcimento danni. La società aveva chiesto una concessione per 90 anni per una superficie totale di 198mila metri quadrati di area a terra e di 292mila metri quadrati in acqua. Con annessi 10 palazzi da 8 piani all’interno dell’area portuale, un investimento totale di 38 milioni di euro. E se in un primo momento il sindaco uscente Fabrizio Ciarapica e parti della maggioranza sembravano voler favorire il progetto («E’ un’idea che proietta la città nel futuro» disse il primo cittadino a febbraio 2021, cioè poco dopo la presentazione ufficiale da parte della Eurobuilding) poi dopo la protesta dei cittadini, delle categorie che lavorano nel porto con conseguente petizione da migliaia di firme, è arrivata la marcia indietro. Con un procedimento amministrativo che ora però è finito nel mirino della società.
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