Mirella Paglialunga
«In questi mesi di campagna elettorale mi sono impegnata, e continuo in tale direzione, a costruire un programma per la prossima Amministrazione comunale, attraverso scelte definite in approfondimento comune tra le liste che compongono la coalizione di centrosinistra, e in costante coinvolgimento fatto di confronto e discussione pubblica e trasparente con i cittadini». Queste le parole della candidata sindaca di centrosinistra Mirella Paglialunga, che fa il punto sulla campagna elettorale in corso e interviene soprattutto sul dibattito in corso che si è accesso dopo la pubblicazione (da parte della candidata sindaca Silvia Squadroni) del fuori onda del post Consiglio del 20 ottobre 2020 e delle due assise saltate in appena quattro giorni il 22 e il 25 aprile perché la maggioranza non è riuscita a garantire il numero legale. In ultimo, era stato il sindaco Fabrizio Ciarapica a parlare di macchina del fango e gossip, riferendosi ai suoi avversari che lo avevano attaccato. E ora la Paglialunga, dopo la conferenza stampa in cui, assieme ai suoi alleati, aveva attaccato il primo cittadino con parole non proprio tenere (leggi l’articolo), torna sulla sua linea soft.
E lo fa con due precisazioni. «La prima – spiega la candidata sindaca del centrosinistra – riguarda i criteri e l’etica del confronto politico. Per quanto esso possa essere intenso e combattuto, per me si deve sempre escludere l’uso di strumenti di offesa e insulto personale, tanto meno con carattere ricattatorio, e rinvio a dinamiche occulte e “non dette”. In tal modo si può cercare di raccogliere consenso, ma non si sollecitano le migliori qualità della partecipazione dei cittadini, che deve innanzi tutto essere “libera” e non “catturata”. La seconda sottolineatura riguarda le stesse forme della partecipazione dei cittadini. Specialmente attraverso i social e le discussioni che si generano su alcune piattaforme si ricava la sensazione che a volte un programma di amministrazione pubblica sia “pensato” come la semplice raccolta dei desideri e degli interessi personali. Altre volte si ricava forte la sensazione che le persone vogliano rimanere dietro le quinte per una sorta di timore ad essere identificate o collocate entro i perimetri di appartenenze politiche che preferiscono far rimanere in ombra. Decidendo di accettare la proposta di candidarmi a sindaco per la coalizione di centrosinistra ho pensato a quale avrebbe dovuto essere il mio contributo personale per la politica e l’amministrazione cittadina».
La pulizia della spiaggia della coalizione di centrosinistra nell’area protetta Tre Case
«La prima risposta che mi sono data riguarda l’impegno trasparente, l’ascolto, la cura degli interessi globali e non parziali e ho altresì ricordato una frase per me guida di Jfk “non chiederti solo cosa la città può fare per te, ma soprattutto quanto sei disposto a fare tu per la tua città”. A Civitanova – aggiunge Paglialunga – dobbiamo costruire un nuovo metodo di amministrare la città: la partecipazione di tutti i cittadini, l’informazione, l’ascolto, la trasparenza, la rendicontazione sociale saranno gli strumenti propedeutici alle decisioni politiche che verranno attuate con la competenza, la serietà e la disponibilità di una squadra di governo a disposizione, con gentilezza, della città. Il principio di “cittadinanza generosa” condurrà i futuri amministratori a comprendere priorità collettive, compresenza di interessi e preoccupazioni, ricomposti in una idea e un programma di “bene comune” che sia effettivamente realizzabile dalla direzione politica eletta a guida della Amministrazione. Vorrei, attraverso questa mia nota – conclude – che si comprendesse che tale modo di intendere sia l’impegno politico, sia le modalità di definizione e di realizzazione di un programma per il futuro di Civitanova, rappresentano per me vincoli, prima di tutto etici, e poi necessariamente politici che intendo comunque osservare e rispettare. Li propongo anche a tutti i contendenti, per quanto aspri possano essere il conflitto e le differenze di opinione con loro».
Rimanendo sempre nella coalizione di centrosinistra, Marco Cervellini, candidato consigliere nella lista “Ascoltiamo la città” propone la gestione pubblica dell’area protetta Tre Case. «Questo perché – spiega – dopo il lavoro di sensibilizzazione ecologica e di conservazione dell’habitat fatto da Legambiente il patrimonio naturale dell’area è diventato un valore per la comunità, riconosciuto e utile per la qualità della vita di tutta la città. Gestire continuativamente e direttamente l’area significherebbe quindi: mantenere le opere di delimitazione per proteggere l’habitat dunale fatte in passato; poter pianificare adeguatamente prima dell’inizio della stagione balneare quella manutenzione ordinaria utile a garantire un adeguato servizio di trasporto pubblico per raggiungerla (evitare le file di macchine lungo la Statale) in attesa della ciclovia regionale che dovrebbe passare preferibilmente sulla carreggiata della SS16, un accesso facilitato (è possibile liberare l’accesso dalla sabbia, ma sempre ricordando che essendo un’area protetta non è possibile estirpare le specie vegetali tutelate) e una fruizione in equilibrio fra la conservazione della natura e l’uso elioterapico; la creazione di una rete attiva di educazione ecologica con le scuole che potrebbe contare su un laboratorio naturale».
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Mirella Franco
«La nostra non è una spaccatura rispetto a nessuna delle coalizioni né di sinistra né di destra, ma la scelta di distaccarsi da una serie di partiti, tutti (e finte liste civiche), che non hanno fatto nulla per impedire lo scempio che si è compiuto in questi due ultimi anni sulla pelle viva dei cittadini». Sono invece le parole della consigliera Mirella Franco, ex capogruppo Pd ora candidata a sostegno di Paolo Squadroni, che risponde alle parole del sindaco Fabrizio Ciarapica durante la conferenza stampa del centrodestra unito (leggi l’articolo). Il primo cittadino, infatti, nella conferenza stampa di venerdì aveva parlato di un centrosinistra spaccato e aveva citato proprio lei. La Franco non ci sta, rispedisce le accuse al mittente e spiega la sua scelta di aver lasciato i dem come forma di protesta contro le misure imposte durante i due anni pandemia e avallati a suo dire da tutti i partiti.
«Ciarapica – dice – non provi a pronunciare il mio nome per sostenere la tesi di divisioni e spaccature in casa di altri. Cos’è esattamente che non gli è chiaro in quanto è avvenuto negli ultimi due anni che ha spinto un gruppo di persone come noi a ribellarsi e a prendere distanza dalle proprie pregresse eventuali appartenenze politiche, di qualunque genere? Solo una persona con scarse capacità analitiche non comprenderebbe che la critica che io ho mosso al mio ex partito e che mi ha spinto ad uscirne certamente non assolve tutti gli altri partiti, da destra a sinistra, passando per il Movimento, finta opposizione meloniana compresa, tantomeno il partito nel quale milita il nostro primo cittadino pro tempore. Mai come si è dimostrato oggi si era verificata una tale compattezza di intenti nel sostenere misure restrittive e discriminatorie che nulla avevano di sanitario. Posso assicurare che i miei compagni di viaggio, a partire dal nostro candidato sindaco, condividono esattamente la mia stessa opinione».
«Se, come appare evidente, qualcuno ha perso il contatto con il mondo reale e gradisce qualche delucidazione, con dovizia di esempi, non ha che da chiedere e saremo tutti ben lieti di fornirgliela – aggiunge Franco – Non provi a tirarmi in ballo soprattutto un esponente di un partito che esprime la prestigiosa figura di Renato Brunetta che ha esternato, avvalendosi di ostentata mimica e velato sadismo, la sua soddisfazione per l’introduzione dell’obbligo del Green Pass per i lavoratori, parlandone in termine di giusto “costo fisico, psichico e monetario” a carico dei cittadini colpiti dal provvedimento, e mai parlandone in termini di misura sanitaria. Io inviterei tutti i politici aspiranti ad amministrare la nostra città alla coerenza e alla serietà, evitando i giochini che ormai sinceramente hanno stancato un po’ ed evitando soprattutto di assolvere sempre se stessi denigrando gli altri: è ora che alzate gli occhi dalla punta delle vostre scarpe. Per quanto riguarda la “bandiera lilla – città accessibile” il sindaco in carica – conclude – non ha proprio niente da spiegare sul tema dell’accessibilità ai suoi cittadini, dopo che ha messo in programma la distruzione di una delle due (sole) spiagge libere accessibili della città, che al contrario attendeva da anni di essere completata?».
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Il gazebo di ieri di Vinicio Morgoni
Infine il candidato sindaco Vinicio Morgoni, che ieri era al molo con un gazebo. «In questa corsa elettorale, da più parti siamo stati definiti il quarto polo – dice – Come a dire che c’è un polo principale favorito alla vittoria, uno secondario che lo tallona, un terzo polo di belle speranze e un quarto ritenuto residuale perché non appoggiato da forse organizzate e strutturato finanziariamente come i 3 poli che precedono. Sarebbe triste, però se a fare politica fossero solo le forze politiche economicamente forti e quindi capaci di soffocare la voce della vera alternativa emergente. In realtà la coalizione che si riconosce intorno a me non si riconosce nel quarto polo bensì nel Quarto Stato. Ben diverso dai poli che esprimono ancora la medesima classe dirigente e modalità comportamentali da 30 anni a questa parte. Siamo il primo polo civico. E ci riconosciamo nel Quarto Stato perché come agli inizi del Novecento incarniamo la voglia di cambiamento antropologico positivo, di crescita, di giustizia sociale, vicini alla gente comune che oggi non è composto solo da operai ma si interseca tra diverse classi sociali. A tutti loro ci rivolgiamo e chiediamo fiducia e vogliamo dare speranza. Stiamo lavorando ad un progetto innovativo per rendere Civitanova indipendente energeticamente, capace di consentire l’accesso gratuito alle utenze per alcune categorie perché riteniamo quello dell’accesso alle fonti di riscaldamento e illuminazione fondamentale per la vita quotidiana. Lo stesso dicasi della gestione dei rifiuti. Una città grande come Civitanova deve avere un suo impianto di smaltimento rifiuti. Ma c’è ancor di più. La partecipazione politica. O i concittadini capiscono e rispettano la scelta di chiunque oppure siamo destinati a perdere quello che tanto alacremente e con la vita i nostri bisnonni hanno conquistato, e cioè la democrazia, la libertà e la pace», conclude.
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Certo che quest’anno le elezioni sono uno spasso..la settimana scorsa con la storia del video, tutti col fucile spianato pronti a cavalcare l’onda, adesso che hanno notato che l’onda non porta da nessuna parte e sulla cresta sono in troppi chi fugge di qua, chi fugge di là e si è passati alla gentilezza più sincera….
Ma che ce stete a coglio.à???
Mica si sa se ridere o se piangere….
Chi si opponeva al green-pass, si opponeva opure ai vaccini obbligatori: ambedue hanno dimostrato che era una idea di apprendisti stregoni, direi una soluzione inutile, ma che hanno irregimentato le masse, secondo i canoni delle dittature
Oggi, gli stesso stregoni ci fanno dichiarare guerra alla Russia, fregandose nelle conseguenze psico-fisiche. Lo fanno in nome di loro teorie ideologico-umanitarie bugiarde, spendibili per particolari interessi, che non sono quelli delle masse umane.
Sarebbe ora che si guardasse la realtà parlamentare, nella quale ognuno ha un suo ruolo, quale è quello di mantenere la poltrona, affinchè tutto cambi perchè nulla cambi. Ossia, rimanere legati al potere che ti comanda e ti dà da mangiare. Però una risposta in difesa della Carta Costituzionale dobbiamo darla. Non basta più darla mobilitandosi nelle piazze, come la davano i no-vax e i no green-pass, e che oggi la danno i no-war. La cosa cominia ad essere deludente, perchè non produce un effetto politico. Non vedo molti politici nelle piazze. Salvo il Senatore Paragone e pochi altri. Soprattutto non vedo la Lega e Fratelli d’Italia. Occorrerà allora dare una copertura politica alla protesta, in previsione pure agli effetti della nostra dichiarazione di guerra alla Russia, che ci costa gas e materie prime, e pure commesse. Come già denunciano i nostri imprenditori, i quali non volteggiano sulle parole, tenendo i piedi per terra. Tanto sono solo loro che producono ricchezza e occupazione.
Sono parecchi mesi che invio messaggi di tal genere, in “alto”, ai rivoltosi, ma ho l’impressione che continuino a guardarsi il “dito” personale, invece che all’obiettivo “luna” collettivo. Chiacchiere sulle piazze e nulla sulla formazione politica unitaria da presentare alle elezioni comunali, regionali e nazionali.
La Lega sta scendendo, e andrà peggio. Dicono che è il prezzo che si paga quando si è al potere. Di questo passo la Lega ritornerà al 4 per conto. La Meloni pensa in grande, ma finirà come la Le Pen. Il nuovo che avnza è ormai nelle piazze e sta riunendo tutti, da sinistra a destra, in nome di una nuova Resistenza. Che non è più quella dell’ANPI, ormai rievocazione storica per giovani rivoluzionari in pantofole. Il nemico è ben visibile: in Italia, in Europa e nell’intero scacchiere mondiale. La risposta è solo quella di un popolo organizzato politicamente per la sua propria difesa.
Tutto continua più o meno come sempre. La mareggiata che ha colpito Ciarapica ha raggiunto Macerata catapultando lì la rete dove sono rimasti impigliati i tre del famoso video. È molto importante e da sottolineare la meschinità di chi strombazza di una nuova bandiera immeritata in quanto probabilmente ottenuta con l’inganno non riferendo che per ottenerla bisognava dimostrare di aver fatto qualcosa di importante per i disabili e non comportarsi come denuncia la Sig. Franco. Da Savona dovrebbe partire un’altra mareggiata forza nove a strappare quella bandiera Lilla di cui ha il coraggio di farcisi pubblicità. Vergogna totale per chi è riuscito a passare il segno pure falsificando, predicando ma soprattutto oltraggiando persone in difficoltà che bisognerebbe aiutare e non togliere addirittura annientando ciò che era stato fatto in precedenza.
Sign. Rapanelli personalmente posso anche essere d’accordo con lei. La mia paura più grande sta nel fatto che certi tipi di reset ho il dubbio, possano darli solo una guerra che, forse egoisticamente, non vorrei proprio far vivere oggi ai miei figli.