di Alessandra Pierini (foto di Federico De Marco)
Ha chiuso la campagna elettorale in casa “sventolando” il tricolore Francesco Acquaroli, deputato di Fratelli d’Italia e candidato del centrodestra per la presidenza della Regione, che questa sera ha radunato i suoi a Porto Potenza, nella piazzetta della stazione. Una candidatura la sua arrivata dopo mesi di tira e molla tra i leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
Acquaroli, 46 anni, originario di San Girio, frazione di Potenza Picena a cui è sempre rimasto legato, ha iniziato da giovanissimo la carriera politica. Eletto consigliere regionale nel 2010, è diventato sindaco di Potenza Picena dal 2014 per poi dimettersi nel 2018 quando è stato eletto deputato. Prima della chiusura ufficiale e della partecipazione all’evento promosso da Sandro Parcaroli, candidato sindaco di Macerata per il centrodestra, Acquaroli è passato nella redazione di Cronache Maceratesi per un’intervista al fotofinish.
Acquaroli, ieri ad Ancona Giorgia Meloni l’ha definita “uno che non alza la voce”. E’ una scelta fatta ad hoc per questa campagna o un suo modo di fare?
«Sostanzialmente i toni alti non servono, di solito si usano a nascondere altro. Nel mio caso è anche una questione di indole. Certo è che quando c’è bisogno, so tirare fuori la voce e farmi sentire».
I suoi avversari l’hanno accusata di non avere facoltà di parola e che al suo posto parlano i leader nazionali Giorgia Meloni e Matteo Salvini, molto presenti tra l’altro in questo ultimo mese nelle Marche.
«Da candidato presidente ho fatto almeno 30 confronti, comizi infiniti, presentazioni delle liste, è chiaro che quando viene il leader nazionale non lo supero. Basta andare sulla mia pagina Facebook per avere almeno 50 interventi e opinioni. Non sono uno che non si esprime, né che non prende posizioni chiare. Gli avversari anziché guardare me potrebbero raccontare 25 anni di governo di centrosinistra. Noi portiamo avanti la nostra proposta. Abbiamo preso dati economici e statistiche e le abbiamo commentate cercando delle soluzioni alle questioni che abbiamo identificato»
Lei ha più volte assicurato che si batterà per velocizzare la ricostruzione. A Potenza Picena gli esponenti del Pd la accusano di non essere riuscito a ricostruire un vicolo. Cosa risponde?
«La mancata apertura del vicolo è un rammarico, ci dispiace che non sia stato ancora riaperto nonostante gli sforzi di tutti. I soldi furono stanziati addirittura nel 2017 poi purtroppo le procedure si sono incagliate ma l’amministrazione non ha responsabilità dirette. A fronte di un vicolo non riaperto ci sono decine di opere: abbiamo riaperto e messo in sicurezza una scuola, ne abbiamo cantierato una nuova con un fondo di 7 milioni e ci vogliono tante amministrazioni per farlo. Ci sono poi altre due scuole in progettazione, oltre all’ illuminazione e a decine di altre opere e progetti. Tra l’altro quasi tutto a fondo perduto con minima compartecipazione del Comune».
Perché non votare Mangialardi?
«Io ragiono al contrario, so perché devono votare me. Non mi interessa parlare male degli altri. Mi interessa far capire la differenza tra gli altri e la nostra alternativa fatta di visioni, di proposte, politica al servizio dei territori e non territori al servizio della politica».
Matteo Salvini, pur avendo partecipato a diverse iniziative nelle Marche, non ha mai pronunciato il suo nome. Da cosa dipende?
«Ci conosciamo e ci siamo confrontati. Quando stiamo insieme sul palco e non serve che ci nominiamo. Sono letture giornalistiche, poi è vero che c’è una competizione normale tra partiti, Salvini fa giustamente gli interessi della Lega, ma io sono il candidato presidente di tutti».
Le Marche sono date dai media nazionali come regione già assegnata al centrodestra. Cosa ne pensa?
«Che i marchigiani devono andare a votare, che i sondaggi non fanno punteggio e invito tutti ad andare a votare per una alternativa che crei una visione che possa restituire alla nostra regione il posto che le compete per servizi, qualità della vita e competitività».
Come pensa di fare con gli assessorati? Ha già avuto richieste da Lega e Forza Italia?
«Per parlare di assessorati bisogna vincere e questo è ora il mio unico pensiero. Genericamente il modello di riferimento è premiare chi ha un rapporto col territorio, chi lo conosce e lo rappresenta ma se ne parlerà dopo le elezioni. Finora su questo non ci siamo confrontati, legittime ambizioni ma non se ne è parlato perché sappiamo che è una partita difficile e non bisogna distrarsi. L’unico sondaggio che conta è quello delle urne lunedì sera».
Lei è molto amico di Diego Fusaro. Come sono i rapporti con il movimento Vox?
«Ho molta stima di Diego Fusaro, tengo a lui e alla famiglia ma capisco che lui ha fondato un partito ed è giusto che abbia le sue ambizioni politiche».
A Macerata lei è stato molto vicino al candidato del centrodestra Sandro Parcaroli. Che ne pensa?
«E’ una persona per bene che ha dato una disponibilità importante e può portare concretezza ed entusiasmo in città, oltre ad una dose di esperienza che in pochi possono vantare. per concludere voglio aggiungere una cosa. I danni che ha fatto la politica nelle Marche si vedono perché mentre i dati economici e le previsioni sono pessimi, c’è un sistema di imprenditori che cerca di resistere. La politica non solo non gli ha consentito di ripartire ma non ci ha parlato neanche».
Mangialardi ci crede: «Io sono avanti, Acquaroli non lo fanno neanche parlare»
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Non aprire un vicolo è meglio che aprirlo “cieco” che è quello dove si infileranno tutti. Con tutte le promesse fatte da una parte detta sinistra, l’altra detta destra e l’estrema destra di Salvini d’appoggio. Ha ben ragione chi dice che le promesse devono essere poche e poi qualcuna fatta. Comunque dare per scontati i risultati non va bene e poi di solito ci sono le Procure che in genere fanno un sunto di come sia andata ogni cinque anni. Non sarà facile mettere d’accordo le destre; una con il tricolore ci festeggia, l’altra ci si pulisce il fondo schiena. Cercano di rubarsi voti a vicenda dopo aver spidocchiato o spiluccato o rosicato quelli di Forza Italia, che ancora va presentando il peggio del peggio e a Civitanova ne abbiamo l’esempio più lampante. Non riesce a tenere pulito neanche il Corso principale e vie adiacenti e vuole dedicarsi personalmente alla “ricostruzione “ e non parliamo delle grandi città spesso ingovernabili… ma anche Civitanova, miracolosamente ci è diventata. E poi dopo non averne fatto mai nessun accenno sul terremoto e distruzione e macerie e truffe, raggiri ed imbrogli lì perpetrati per tre anni , per non sentirsi da meno di tanti altri che cercano con tutte le balle possibili di raggiungere Ancona per farsi poi gli affari propri e quelli di chi spinge. La destra parla agli imprenditori e magari non parla ai sindacati? Niente di nuovo, non parla neanche agli operai se non per slogan, prima i parrucchieri, prima giardinieri, salumieri, operai vari. La sinistra non parla proprio più in maniera credibile, non lo fa da anni, sono sempre quelli quindi che cosa dovrebbero cambiare. Poi quanto parla per bocca della De Micheli, mi viene da pensare che tutta sta voglia di vincere non ci sia. Poi c’è Mangialardi, che a differenza di tutti gli altri, diventa credibile solo quanto comincia a parlare male di tutti. Probabilmente è perché ha ragione. Se poi lui è meglio o peggio lo diranno le urne. Un consiglio: meglio votare uno di Potenza Picena che uno di Pesaro come fecero a Civitanova e Macerata regalandoci in parte anche loro Ceriscioli.