Sono 15 i nuovi casi di coronavirus nelle Marche. E’ quanto ha comunicato il Gores nel primo bollettino di giornata, dopo l’esame nelle ultime 24 ore di 810 tamponi nel percorso nuove diagnosi e 317 nel percorso guariti. I casi sono stati registrati: 5 in provincia di Ascoli Piceno, 4 in provincia di Pesaro Urbino, 4 in provincia di Ancona e 2 con provenienza da fuori regione. «Questi casi – specifica il Gores – comprendono rientri dall’estero, soggetti sintomatici e asintomatici contatti di casi positivi». Questi ultimi dunque si vanno ad aggiungere ai 258 casi registrati nelle Marche dal primo luglio, un’accelerazione di contagi dopo i mesi di discesa che ha portato il totale a 7.041 da inizio pandemia.
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Le sedicenti autorità – quelle che fanno scrivere che un locale è chiuso perché il gestore, andato in ospedale per tutt’altra cosa, ha ricevuto un tampone (il cui inventore afferma chiaramente che NON deve essere usato come mezzo diagnostico) che ha scoperto qualcosa e che, prima, hanno violato la Costituzione angariando il cittadino sovrano con provvedimenti chiaramente incostituzionali, vedasi, per ultima, la sentenza del Giudice di Pace di Frosinone che ha annullato le cosiddette multe – mettano nero su bianco in un documento pubblico e da loro firmato, fondamentalmente:
1. quale tipologia di tampone è stata usata, con tutti i dettagli tecnico-scientifici sull’affidabilità della modalità di test;
2. cosa è stato trovato da quel tampone, con tutti i dati qualitativi e quantitativi;
3. tutte le referenze scientifiche disponibili che portano ad adottare determinate decisioni e non altre.
Questo perché la Costituzione e le leggi italiane prevedono alcuni criteri per l’adozione di provvedimenti aventi forza di legge e, ancora di più, per i provvedimenti amministrativi, fra cui la proporzionalità, l’economicità, l’efficacia, l’imparzialità, la pubblicità e la trasparenza.
E, infine, il metodo scientifico si deve basare sui fatti.
Ovviamente, è difficile.
Basti pensare che il governo, dopo essere ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Lazio che obbligava il governo medesimo a rilasciare entro 30 giorni i dati del sedicente Comitato Tecnico Scientifico che il governo ha detto essere stati alla base delle decisioni assunte, ha rilasciato una parte minimale dei medesimi documenti dai quali, peraltro, già si rilevano le assurdità di gestione della faccenda.
Figuriamoci quel che ci sarà scritto nel resto.