Gianfelici attacca Ricotta:
«Asfaltature e tagli del nastro?
Solo ordinaria amministrazione»

MACERATA 2020 - La candidata sindaca del Popolo della famiglia mette nel mirino il suo competitor del centrosinistra e la giunta: «Usano ancora il vecchio metodo della strumentalizzazione politica»

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Lauretta Gianfelici

 

«Non ci si può vantare di quanto è stato realizzato in ciò che dovrebbe -e di fatto lo è- rientrare nelle buone pratiche ordinarie di una giunta comunale e di un buon sindaco. Significa usare ancora il vecchio metodo della strumentalizzazione politica, il farsi pubblicità non per reali iniziative a favore del cittadino in tutti i suoi bisogni primari, specie oggi con l’economia e il lavoro in caduta libera verso il precipizio, ma sulla scelta di indossare abiti costosi sulla pelle dei cittadini che poi dovrebbero anche dire “bravi” e votare di nuovo a loro favore, nonostante in 10 anni di governo abbiano provocato solo la morte dell’anima e il buio della vita vera nella città che gli aveva accordato fiducia». Così Lauretta Gianfelici, candidato sindaco del Popolo della famiglia a Macerata, commenta l’operato della attuale amministrazione, in particolare per quanto riguarda gli ultimi tagli del nastro su alcune opere di restyling o interventi, l’ultimo dei quali quali in viale Martiri della Libertà.  «La politica è sempre più in misura senza precedenti un tiro alla fune tra la velocità di movimento del capitale e dei soldi richiesti e spesi sulle spalle dei cittadini, della dittatura finanziaria e di chi lucra – con l’autorizzazione di chi ha governato- e la funzione dei poteri locali mistificata, senza servizio alla società civile, a tutti i suoi cittadini e famiglie, ma obbediente ad altre logiche lontane dal bene comune e difficili da convertire. Nonostante tutti si proclamino cattolici. E in una Civitas Mariae. Nessuna definizione e realizzazione di una politica ʺconcertataʺ, orientata allo sviluppo del territorio e di tutte le sue ricche potenzialità, in cui anche i giovani possano tornare a progettare la loro vita. Dunque una città che torni ad essere mamma, sulle orme di come ci insegna Maria, non sulle pretese camuffate ed egoistiche»

FabioSebastianelli-e1556457110323-325x325Aggiunge Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale per le Marche del Popolo della Famiglia: «La consuetudine di asfaltare prima delle elezioni, vizio antico di chi, non avendo fatto nulla di concreto e utile per la città, confida che un lieve bagliore, nemmeno un luccichio, possa far sembrare oro ciò che non lo è. Sfatiamo questo mito: il tesoretto per asfaltare le strade (e non solo) che ogni Ente territoriale utilizza, deriva dalle multe per le violazioni stradali e, per legge, deve e può essere utilizzato esclusivamente per tutto ciò che ruota attorno alla sicurezza stradale. Per cui i comuni quei fondi non devono trovarli, li hanno già e per opere previste dalla legge, quindi dovute.
Stabilito dunque che l’asfaltatura delle strade è dovere di ogni Amministrazione comunale e che nulla toglie ai fondi che dovrebbero essere destinati al bene della città e dei suoi abitanti: quanto e come il Comune ha speso per aiutare le famiglie e le imprese cittadine? O per migliorare la sicurezza, il decoro urbano e favorire il turismo? Sono convinto che i maceratesi, anche alla luce di quanto esposto, sapranno premiare, all’interno delle urne, chi essendo cittadino come loro e non “cacciatore di posti di potere” vuole renderli veramente partecipi e protagonisti della vita della città».

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