Ospedale unico, si allarga il coro dei no:
«Illogico concentrare tutti i servizi»
«Scelta inadeguata e troppo costosa»

SANITA' - Le prese di posizione del sindaco di Matelica Massimo Baldini e del coordinamento civitanovese di Forza Italia sul progetto del presidio provinciale alla Pieve di Macerata. Il coordinatore provinciale di FI Sacchi però si discosta: «Non è il momento di formulare ipotesi campanilistiche»

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Massimo Baldini sindaco di Matelica

 

«C’è bisogno di un servizio sanitario vicino alla gente organizzato in maniera tale che possa sopportare ogni eventualità, che sia in grado di garantire ogni tipo di servizio. Ciò che sta accadendo ce lo insegna, sarebbe illogico concentrare tutti i servizi sanitari in un unico ospedale provinciale, ma sarebbe logico distribuire servizi in più plessi sanitari, come già abbiamo. Tutto ciò farebbe spendere meno danaro pubblico». Sono le parole del sindaco di Matelica Massimo Baldini, che critica il modello sanitario previsto dalla Regione, specie la realizzazione di un ospedale unico alla Pieve di Macerata. La sua, in questi giorni di emergenza dovuta alla pandemia da Coronavirus, non è l’unica voce che si è levata per contestare il progetto di un grande presidio provinciale, sullo stessa linea erano già intervenuti i sindaci di Civitanova, Camerino, Tolentino e Belforte.  «Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, la nostra vita sicuramente cambierà, le nostre abitudini, i nostri modi di fare – commenta Baldini – Cambieranno le nostre necessità e le esigenze non saranno più le stesse; avremo bisogno di più sicurezze e maggiori garanzie. Sto parlando del servizio sanitario nazionale che in Italia è già migliore rispetto a tante altre parti del mondo. Nonostante tutto c’è necessità di rimodularlo alla luce di quanto sta accadendo. Sarebbe opportuno adeguare le strutture già esistenti, alcune delle quali non sono costate nulla allo Stato, ed adattarle a specifici servizi. Investire sulla sanità affinché possa essere presente e funzionale su tutti i territori anche quelli con meno popolazione. Presidi ospedalieri con reparti idonei e specialistici a garantire servizi eccellenti come c’erano una volta. L’attuale emergenza sta dimostrando quanto siano fondamentali le strutture periferiche, qualcuna ancora da sistemare dopo il terremoto del 2016 come quella di Matelica e che oggi poteva essere più funzionale. Alla luce di tutto questo penso sia necessario rivedere il piano sanitario regionale e costruirlo in maniera organica pensando alle esigenze di tutto il territorio regionale».

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Il rendering del progetto di ospedale a La Pieve

Stessi concetti, grossomodo, quelli espressi dal coordinamento di Civitanova di Forza Italia. «Prendiamo atto- dicono gli azzurri – che il Dipartimento di Programmazione Economica ha approvato il piano economico relativo all’Ospedale Unico da realizzare alla Pieve. Sarà contento Ceriscioli, il grande protagonista dell’operazione, e lo saranno anche l’assessore maceratese Sciapichetti che l’ha sempre esaltata, e il consigliere regionale civitanovese Micucci, al quale, interessa sempre avallare a scatola chiusa qualsiasi decisione venga calata dall’alto, anche se irrazionale e poco rispondente alle dinamiche socio-demografiche del territorio. Ribadiamo la nostra totale contrarietà a che un grande ospedale venga costruito a 30 chilometri dalla costa, in un’area di collina da espropriare e da bonificare e con tutte le infrastrutture di servizio da realizzare e i costi conseguenti che si impennano in modo esponenziale. Una scelta più costosa e per locazione del tutto inadeguata rispetto ad un’area vicina all’uscita dell’A-14, servita da un sistema stradale adeguato e facilmente raggiungibile sia da sud-nord che da ovest-est. Sorprende soprattutto la scelta della location lasciata ad un algoritmo e non a razionali valutazioni socio-politiche, metodo che lascia aperto il sospetto che l’algoritmo sia solo un pretesto in mano a chi ha il potere di decidere non in base alla reale domanda del territorio ma ai giochetti di parte. Forza Italia prende anche atto e sostiene senza riserve l’iniziativa congiunta dei sindaci Ciarapica e Sborgia che chiedono alla Regione di pensare più all’emergenza in atto che non a un assetto sanitario deciso in fretta e senza le doverose valutazioni, e di rivisitare tutta la programmazione una volta cessata l’emergenza. Quello che resta incomprensibile per Forza Italia e per la stragrande maggioranza dei civitanovesi è il motivo per Il quale Ceriscioli, Sciapichetti e Micucci esaltino la centralità di Civitanova solo quando c’è da ospitare un grande hospital-Covid 19 e la stessa centralità invece per loro non conta niente quando si tratta di realizzare un ospedale unico».

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Riccardo Sacchi

 

Riccardo Sacchi, coordinatore provinciale di Forza Italia, specifica però «la posizione del comitato di Civitanova è stata espressa unilateralmente e senza alcun confronto con il partito. La linea del coordinamento provinciale di Forza Italia, in una materia di tale rilevanza politica ed economica, potrà essere espressa solo in un momento successivo all’uscita dall’emergenza sanitaria ed economica, tenendo ben presente che le scelte già effettuate da tempo dalla Regione Marche e dagli Enti preposti hanno già visto ampiamente completato il relativo iter burocratico e amministrativo.
Usciti da questa situazione drammatica senza precedenti, il mondo non sarà più lo stesso, sarà pertanto imprescindibile coinvolgere gli operatori sanitari, gli addetti ai lavori e gli amministratori locali al fine di addivenire alla miglior sintesi possibile, consci dei gravi errori in materia di politica sanitaria commessi dal centrosinistra che governa questa regione da più di 20 anni, formulando la miglior proposta programmatica insieme agli alleati di centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali, tenendo nel debito conto la necessità di un improcrastinabile riequilibrio tra costa ed entroterra», anche alla luce «dei terribili eventi sismici del 2016 e della ricostruzione mai iniziata, nonché l’urgenza (mai attuale come oggi) della valorizzazione di strutture sanitarie periferiche. Dunque, non è certo questo il momento di formulare ipotesi campanilistiche. Questo è solo il momento dell’unità, della concordia, della solidarietà verso le vittime di questa terribile malattia e verso le loro famiglie, nonché verso tutti gli operatori della sanità. Altre argomentazioni risulterebbero difficilmente comprensibili».



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