La piazza di Visso
di Monia Orazi
Tre ordinanze sono l’ultimo atto da commissario straordinario del docente Unicam Piero Farabollini (ora sostituito da Giovanni Legnini), i cui contenuti erano stati concordati in parte nella cabina di regia dello scorso 19 dicembre (leggi l’articolo), ma sono state registrate solo in questi giorni.
Piero Farabollini
La numero 86 mette a disposizione 168 milioni di euro per il recupero del patrimonio edilizio abitativo pubblico danneggiato dal terremoto ed interessa una ventina di Comuni della provincia di Macerata, con 63 milioni di euro complessivamente stanziati, a cui si aggiungono altri 19 milioni di euro già approvati con decreto dell’ufficio speciale ricostruzione, grazie al secondo allegato della precedente ordinanza 27 del commissario, sull’edilizia residenziale pubblica. Gli interventi riguardano i Comuni di Apiro, Bolognola, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Cessapalombo, Cingoli, Colmurano, Esanatoglia, Fiastra, Fiuminata, Gagliole, Gualdo, Loro Piceno, Macerata, Matelica, Monte Cavallo, Monte San Giusto, Monte San Martino, Muccia, Penna San Giovanni, Pieve Torina, Pioraco, San Ginesio, San Severino Marche, Sant’Angelo in Pontano, Serrapetrona, Serravalle di Chienti, Tolentino,Treia, Urbisaglia, Ussita, Valfornace, Visso.
La seconda ordinanza, la numero 87 modifica le scadenze della presentazione dei progetti, confermando quanto già deciso nel dicembre scorso. I progetti per i danni lievi vanno presentati entro il 30 giugno prossimo, mentre la scadenza è il 31 dicembre 2020 per i danni gravi, termine massimo entro il quale presentare le schede Aedes ancora da periziare che i professionisti potranno presentare anche unitamente al progetto. Per edifici con danni lievi la scadenza per le Aedes è la stessa dei progetti, il 30 giugno. Nella stessa ordinanza si ribadisce l’anticipo del contributo del 50 percento, per delocalizzazione di attività produttive.
Filippo Sensi
La terza ed ultima, la numero 90 riguarda gli edifici cosiddetti “collabenti”, cioè già inagibili o ridotti a ruderi inservibili, al momento del sisma, dettando dei criteri per la loro ammissione a contributo, con lavori relativi ad esempio a togliere vegetazione dannosa, dare stabilità a muri, proteggere elementi di pregio, evitare infiltrazioni di acqua, interventi esterni per evitare il deterioramento dello stabile. Commenta così le ordinanze il consigliere comunale di Visso Filippo Sensi: «L’elemento positivo sta nell’ordinanza 86, perché nonostante le tante Sae realizzate e la situazione disastrosa, riceviamo periodicamente richieste di abitazioni per esigenze lavorative o per la formazione di nuovi nuclei familiari. L’elemento negativo è che l’ordinanza 90 riguardante ruderi ed edifici collabenti, non tratta la presenza di molti fabbricati che ad oggi non hanno accesso al contributo e che spesso sono in aggregato con altri oggetto di contributo. In sostanza la gran parte di ruderi e collabenti non verrà finanziata, cosa in linea generale giusta, ma con evidenti problemi nel caso siano inclusi in aggregati».
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