Patrizia Terzoni
«Imbarazzata non-risposta da parte della Giunta regionale sulla mia denuncia relativa alla distrazione dei fondi europei ottenuti per le aree del sisma e spesi a pioggia fuori dall’area del cratere. Qui non servono chiacchiere vuote, Ceriscioli modifichi immediatamente in auto-tutela quelle delibere sulla spesa di 10 milioni di euro per il turismo che invece di essere dedicati alla rinascita delle aree terremotate andranno in altri territori. Mi spiacerebbe essere costretta a presentare esposti a Corte dei Conti e Commissione europea per l’uso distorto dei fondi comunitari». Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione ambiente della Camera rincara la dose contro la Regione dopo aver già chiesto la modifica delle delibere con cui si assegnano i fondi Ue per il sisma a campagne promozionali generali per le Marche che dovrebbero essere finanziate con i fondi ordinari provenienti da Bruxelles.
«Sul Patto della ricostruzione da 1,7 miliardi, approvato l’anno scorso dalla Giunta, Ceriscioli sostiene di aver coinvolto addirittura 900mila persone avendo parlato con i cosiddetti portatori d’interesse e intervistato i sindaci. Veramente – sottolinea Terzoni -, negli incontri delle scorse settimane con il sottosegretario Vito Crimi proprio i sindaci con insistenza ci hanno chiesto di redigere un progetto complessivo di rilancio dello sviluppo economico delle aree del cratere.
Evidentemente gli amministratori erano ignari dei contenuti e della rilevanza del patto di Ceriscioli e dei diversi progetti proposti, senza alcuna pubblicità, da alcuni portatori d’interesse. Se uno va a vedere si tratta di una collazione di progetti di parte, decisi non si sa come nelle stanze delle associazioni di categoria. Qualcuno sarà sicuramente interessante, ma non è certo questo il modo di coinvolgere sindaci e cittadini peraltro su interventi da decine di milioni di euro con interessi anche di privati. A mero titolo di esempio, ci piacerebbe sapere come sia stato scelto il partner privato, la società Energogreen Renewables, per un intervento sull’eolico di grande taglia proposto da Confindustria da ben 162 milioni di euro con una richiesta di compartecipazione pubblica del 15%. A parte l’eventuale impatto sul territorio di pale da 160 metri di altezza, non mi risulta che esista un’unica azienda in Italia e in Europa che realizza impianti eolici. 900mila cittadini sanno di questa azienda? Vi è stato un bando pubblico? Non vorrei trovarmi a dover presentare anche esposti alle procure mentre i cittadini delle aree terremotate aspettano per l’inconcludenza di una Regione che cerca di piazzare un certo numero di progetti non condivisi, magari alcuni utili presi singolarmente ma senza una strategia generale», conclude Terzoni.
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Se cominciamo a chiederci perché questa ditta e non un’altra allora ci si dovrebbe chiedere anche perché la costruzione della nuova sede Inrca di Appignano dove hanno assistito all’inaugurazione del cantiere Ceriscioli e Sciapichetti, il primo governatore, il secondo assessore, sia stata affidata ad una ditta di Pesaro? Avrà vinto una gara di appalto. Ma alla fin fine l’importante è che si faccia e bene quel che si deve fare. Adesso per fare un esempio a caso, le Sae, se fossero state ben costruite con materiali efficienti fan c+++ chi costruisce. Ma se non è così, anzi è tutto il contrario beh allora possiamo anche perdere tempo a farci le stesse domande oramai secolari.
Vai Terzoni, non mollare.