di Marco Ribechi
(foto di Fabio Falcioni)
E’ ufficiale: lo Sferisterio può essere anche una discoteca. Lo ha dimostrato ieri sera Amii Stewart che insieme alla Gerardo di Lella Big Band ha fatto scatenare come nei migliori club europei gli spettatori maceratesi. Dopo il musical Mamma mia, che ha registrato il sold out per due sere consecutive (leggi l’articolo), è di nuovo Disco-Sferisterio. Il sound è quello inconfondibile della disco music anni ’70, proposto in maniera eccellente dai 22 elementi del gruppo, tutti provetti musicisti. Un viaggio agli albori della dance, quando i pezzi venivano ancora suonati strumentalmente senza troppe campionature ed effetti ad eccezione del wa-wa delle chitarre elettriche, segno distintivo di un’era. Fiati, chitarre, percussioni e voci per uno stile iniziato con Barry White e consacrato da centinaia di altri artisti. Tra loro anche Amii Stewart, contagiata per sua stessa ammissione dai ritmi disco anni 70. Una regina sul palco delle Sferisterio, bella, elegante, simpatica ed estremamente sensuale. Invidiabile nello spirito e nel fisico. Dopo i primi pezzi per scaldare gli animi, che hanno visto la band dare tributo a Donna Summer (Bad girl), Bee Gees (You should be dancing), Earth, Wind and Fire (September), Shocking Blues (Venus) e Abba (Waterloo), è finalmente arrivata la star più attesa che ha trasformato il concerto in una vera e propria festa.
E’ bastato un solo pezzo e poche parole in italiano per convincere immediatamente il pubblico ad alzarsi e occupare il corridoio centrale, fino al termine dello show. «All’opera bisogna stare seduti e composti – dice la cantante sottovoce – lo so bene, c’ero anch’io alla Turandot. Ma ora ci siamo solo noi, potete alzarvi e ballare». Così, con l’artista di Washington che trasmetteva un’energia contagiosa, tutti ma proprio tutti i presenti hanno iniziato a ballare come se fosse Carnevale, dimenticando le formalità per scatenarsi “in pista”. A fare da p.r. coinvolgendo le prime file lo stesso sindaco Romano Carancini coadiuvato dall’assessore alla cultura Stefania Monteverde. E tra un aneddoto e una battuta la Stewart, al suono della sua poderosa voce, ha sfoderato tutto il repertorio più classico della disco anni ’70, spendendo anche parole di elogio per il pubblico e l’arena. I will survive, Lady Marmelade, Upside Down, Let’s dance solo alcuni dei titoli dei grandi successi internazionali eseguiti dall’artista, quasi commossa nel salutare il suo pubblico.
Uscita di scena la star l’arduo compito di tenere alti gli animi è toccato a Gerardo Di Lella che però ha saputo scegliere i pezzi adatti per non far scendere l’attenzione dei presenti che anzi hanno continuato nelle loro danze tra selfie, urla di divertimento e occhiate ammiccanti che in una pista da ballo non possono mai mancare. Non stupirebbe se nella bolgia non fosse avvenuto anche qualche flirt tanta era la carica emotiva dei presenti. Una notte che ha avuto l’unico difetto di non registrare il classico tutto esaurito a cui l’arena quest’anno si era ormai abituata. In ogni caso lo spettacolo di alto livello c’è stato e il divertimento lo stesso. Al termine i musicisti hanno scattato soddisfatti delle bellissime foto dal palco per avere un ricordo dello spettacolare colonnato dello Sferisterio: «Un posto che tutto il mondo deve conoscere» dirà di Lella salutando tra i calorosi e scroscianti applausi che si tributano solo ai vincitori.
Desideravo tanto esserci!!
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Finalmente, nell’ultima foto, un meraviglioso ritratto dell’artista che da sempre popola i nostri social, naturalmente a destra Amii Stewart