A sinistra il cantante Cuomo Rivers degli Weezer. A destra il Pinkerton dello spettacolo in scena allo Sferisterio, interpretato dal tenore Antonello Palombi
di Leonardo Giorgi
Se B.F. Pinkerton dopo aver abbandonato Madama Butterfly fosse tornato in America per scrivere un album rock sugli sbagli commessi, che tipo di canzoni avrebbe cantato? Forse è questa una delle domande che frullava in testa nel 1996 a Cuomo Rivers, leader della band Weezer, pietra miliare del rock alternativo. E’ da queste idee che in quell’anno nacque uno dei dischi più misteriosi e acclamati dalla critica di sempre: “Pinkerton”, un tributo distorto e malinconico all’opera di Puccini (in scena per l’ultima volta in stagione allo Sferisterio questa sera alle 21), dove il frontman degli Weezer ha raccontato la sua depressione usando numerose immagini e citazioni dell’opera. Un album dalla storia travagliata, che il cantante per anni non ha voluto suonare dal vivo per il ricordo di quel periodo oscuro.
La copertina dell’album Pinkerton degli Weezer, 1996
Dopo essere improvvisamente balzati in testa alle classifiche di tutto il mondo con il loro primo disco nel 1994 (intitolato proprio “Weezer”, conosciuto oggi come “Blue album”) grazie a singoli come Undone e Buddy Holly, i componenti del gruppo avevano avuto molte difficoltà a gestire il successo. La canzone Buddy Holly, in particolare, divenne così popolare da essere inserita dalla Microsoft nel disco di installazione di Windows 95 per dimostrare le capacità multimediali del sistema operativo. Tra i musicisti della band, quello più frastornato dalla popolarità era il cantante e chitarrista Cuomo Rivers. Il successo lo portò a una forte depressione e al pesante uso di alcool e antidepressivi. Deciso a ritrovare la serenità decide a sorpresa di iscriversi all’università di Harvard. Paradossalmnete, gli studenti del college, che rappresentavano una fetta importante del pubblico dei Weezer, si ritrovarono a lezione con il loro idolo. Sono in questi mesi che Rivers comincia a pensare al secondo album. L’idea originaria era quella ambiziosa di un concept album ambientato nello spazio. Il progetto non riuscì a decollare e maggior parte dei demo registrati rimasero inutilizzati. Rifugiatosi negli studi e offuscato dalla forte depressione, Rivers sembra ormai vicino a far sciogliere la band dopo le milioni di copie vendute del primo lavoro.
Cio-Cio-San e Pinkerton nello spettacolo in scena allo Sferisterio
E’ a questo punto che il cantante ha l’illuminazione. Si ricorda di un rito che faceva ogni sera dopo ogni singola data del tour che ha seguito la pubblicazione del primo album: Rivers tornava nella sua stanza, e in completa solitudine, ascoltava un’opera lirica italiana che gli dava «voglia di esplorare la musica, per via della sua profondità, della sua tristezza e tragedia». Quell’opera era Madama Butterfly. «Quando ascoltavo l’opera di Puccini – ha raccontato Rivers nel 2010 a Rolling Stone – ero infatuato della storia di quella ragazza. Mi resi conto di come gli eventi della mia vita stavano accadendo e come per certi versi ricordavano quello che succedeva nell’opera». Gli Weezer ricominciano allora da capo per il loro album e tengono solo quattro canzoni per il futuro disco, le prime quattro che compariranno nella track list: Tired of sex, Getchoo, No other one e Why bother?. E’ dalla quinta canzone in poi che l’album si avvicina alle tematiche pucciniane. Sei canzoni tra amore, dolore, tristezza, ironia, sesso e tragedia che suggeriscono finalmente agli Weezer il titolo del loro capolavoro: Pinkerton.
Cuomo Rivers paragona il marinaio Pinkerton a una rockstar che trova una donna in ogni posto diverso in cui “approda”
In quelle sei canzoni, il cantante Rivers, ha raccontato negli ultimi anni, mette la sua parte oscura, «la mia parte Pinkerton. Lui è questo marinaio americano che viaggia per il mondo e si ferma in un porto esotico straniero. E lì prova a trovare una fidanzata temporanea per poi ripartire con la nave per la prossima città. Quindi ho pensato tra me e me “wow, non è questo il sogno di ogni rockstar?”. Collegando il mio lavoro a quello di Puccini, questo ha arricchito tutta la cosa e l’ha legata alla tradizione». Pinkerton come una moderna rockstar quindi. Ma il Pinkerton degli Weezer prova un rimorso continuo. Nella delicata canzone conclusiva dell’album, chiamata non a caso Butterfly, Cuomo “Pinkerton” Rivers pensa alle sue azioni dopo aver lasciato il Giappone. Il Pinkerton moderno racconta “Ieri ho preso la giara di mia mamma e ho catturato una farfalla / Quando mi sono svegliato oggi e ho controllato il mio animaletto fatato, questo si era seccato, non c’era più dolore nel suo cuore”. Pinkerton poi, citando il dialogo tra Butterfly e l’americano che chiude il primo atto dell’opera, ricorda come “Ogni volta che appendo una cosa che voglio / Questa scivola via, il fantasma scivola via”. E’ un Pinkerton pentito che alla fine chiede scusa. “Ti ho detto che sarei tornato / quando il pettirosso fa la nidiata / Ma non tornerò mai / Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace”. Tra i tanti riferimenti alla Madama Butterfly, il più originale tra le canzoni dell’album è forse quello contenuto nella canzone Across the sea. Ispirato dalla lettera di una fan giapponese, il cantante degli Weezer sogna una storia alla Butterfly al contrario. Lui, un Pinkerton del rock, che ogni sera cambia donna e città, non aspetta altro che l’arrivo di quella ragazza nipponica che, con la sua purezza e la bella calligrafia, lo passa salvare dall’affollata solitudine che sta vivendo. “Perchè sei così lontana da me? Ho bisogno d’aiuto e tu sei lontana dall’altra parte del mare“. E’ Pinkerton, in questo caso, che aspetta invano la giovane Cio-Cio-San.
(Foto di scena allo Sferisterio di Alfredo Tabocchini)
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