Una Ferrari per guidare lo Sferisterio

MACERATA - La nomina potrebbe essere ufficializzata entro Ferragosto. Le candidate più probabili sono la cremonese Cristina Ferrari (avvistata in città all'Arena e al Lauro Rossi) e Barbara Minghetti, numero uno del Teatro sociale di Como

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Cristina Ferrari

 

di Maria Stefania Gelsomini

La nomina del nuovo direttore artistico del Macerata Opera Festival è imminente, e il nome del successore di Francesco Micheli verrà annunciato a giorni, probabilmente prima di Ferragosto, entro la fine della stagione. Intanto, mentre sta giungendo al termine la terza settimana di programmazione, fervono gli incontri e i confronti nelle segrete stanze dell’Associazione. Bocche cucite e candidati top-secret, ma si fanno sempre più insistenti le voci che a guidare lo Sferisterio, almeno da qui al 2020 (anno di fine mandato del sindaco Carancini), potrà essere una donna. Due i nomi che circolano e che sembrano più papabili di altri: in pole position la cremonese Cristina Ferrari, che nei giorni scorsi è arrivata a Macerata ed è stata avvistata allo Sferisterio e al Lauro Rossi. La Ferrari, con un diploma in pianoforte e uno in canto al Conservatorio, dal 2012 è il direttore artistico della Fondazione Teatri di Piacenza ed ha, come Micheli, il pallino per l’educazione dei giovani all’opera. Ha ricoperto in precedenza altri ruoli simili a Genova, Mantova e Busseto, ha partecipato in qualità di giurata a numerosi concorsi di canto ed è stata direttore artistico di concorsi internazionali canori e musicali (come quello delle Voci Verdiane e il Premio Paganini).

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Barbara Minghetti

 

Il nome della seconda candidata in corsa pare sia quello di Barbara Minghetti. Numero uno dell’Aslico, Teatro Sociale di Como, la Minghetti ha ufficializzato proprio qualche giorno fa, a fine luglio, il suo abbandono al vertice del teatro lombardo. Con una laurea in filosofia, un tesserino da giornalista pubblicista e un passato professionale in vari uffici stampa nell’editoria e nel mondo dell’opera, ha collaborato con il Teatro Regio di Parma ed è stata giurata in numerosi concorsi lirici. Vista la formazione e le esperienze lavorative di entrambe, potrebbero forse essere scelte anche per ricoprire il ruolo (mancante e fondamentale) di direttore musicale? O quest’ultimo spetterà a una figura nuova e distinta?

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Francesco Micheli, alla sua ultima stagione da direttore artistico

 

Su altri eventuali curricula non è ancora trapelato nulla. E invece, vista l’incidenza di questa nomina nel futuro della lirica maceratese, sarebbe di primario interesse sapere quanti sono i curricula al vaglio, come sono arrivati sul tavolo dell’associazione Sferisterio, chi li ha sponsorizzati: insomma conoscere come è stata selezionata la rosa dei candidati (o, come sembra più corretto, delle candidate). Se il percorso comparativo, come è stato definito dal sindaco Carancini, condivisibile o meno, è ormai una certezza assodata (e anzi, dichiarata apertamente in anticipo), quello che sconcerta in questi giorni è il silenzio assoluto non solo dell’opinione pubblica, di quella Macerata che viene ormai dipinta come affezionata allo Sferisterio e alle sue sorti, ma, cosa ancor più grave, della politica maceratese. Maggioranza e opposizione fanno rima con indifferenza e mancanza di discussione. È come se l’argomento non interessasse a nessuno. Nessuno che esprima un parere o ponga delle domande, nessuno che abbia voglia di approfondire, nessuno che abbia voglia di capire cosa sta succedendo, e perché. Un silenzio che stona fra le note altissime di Verdi e Puccini.

 

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