di Federica Nardi
(foto di Fabio Falcioni e Andrea Petinari)
“Quando sono arrivato la prima volta a Macerata ho visto una città diffidente e sfiduciata nei confronti dello Sferisterio. La stagione doveva reinventarsi e ora la macchina lavora a pieno ritmo. Al mio successore dico: fai quello che va fatto. È tempo di strutturare l’associazione Sferisterio e di trovare nuovi fondi”. Sono queste le ultime parole di Francesco Micheli da direttore artistico dell’arena maceratese a conclusione della terza Notte dell’opera. Ieri Micheli ha salutato la folla in piazza della Libertà tra danze, musica, e giochi di parole che hanno mescolato cinese e dialetto marchigiano, ricordando che il Vincerò della Turandot è la promessa di “vedere un’alba che ci renda sicuri di vincere dopo un anno così buio. Una vittoria sulle difficoltà che insieme sarà più facile conquistare”. La Notte dell’opera è un format ormai consolidato e anche se la sensazione di presenti e commercianti è che questa edizione dedicata all’Oriente (che ha acceso di rosso la città e ha visto ben due dragoni sfilare lungo le mura nella tradizionale parata che dà il via alla serata vera e propria – leggi l’articolo), sia stata meno frequentata rispetto a quella dell’anno scorso, già spuntano idee per rilanciare una festa che rappresenta un unicum a livello nazionale. La vera pecca, come puntualizza Paolo Tanoni di Romcaffé, è che “le persone arrivano alle 10 e a mezzanotte è finito tutto”.
Insomma una macchina organizzativa imponente (con tutte le realtà coinvolte, compresa Università di Macerata, Accademia di Belle Arti, associazioni di categoria e commercianti), che però si esaurisce in appena due ore. “La notte dell’opera dovrebbe essere come gli aperitivi europei, distribuita in due o tre giorni”, dice Tanoni. Un’idea che potrebbe essere raccolta dallo stesso Micheli se, come ha fatto intuire il sindaco Romano Carancini, resterà alla guida della macchina organizzativa pur non più in qualità di direttore artistico. La risposta di pubblico in ogni caso è stata anche quest’anno notevole. A partire dalle 20 la città si è popolata di visitatori che hanno invaso le arterie principali (corso Cavour e corso Cairoli in primis), chiusi al traffico e ripensati come grandi piazze aperte alle degustazioni e agli spettacoli che hanno puntellato le vie della città.
I personaggi di Aida, Turandot e Madama Butterfly si sono trasformati in figuranti e maschere. Confartigianato Benessere ha regalato un nuovo look ai passanti con il Backstage show: acconciature e make up con ventagli, paillettes e colori dell’Oriente per dare un tocco speciale alla serata. La sfida dell’Oriente è stata accettata anche dai commercianti di via Garibaldi, corso della Repubblica e piazza Mazzini che hanno addobbato le vetrine e le strade con nastri e lanterne rosse. Nella città di padre Matteo Ricci il ponte con la Cina è molto più che immaginario. La Notte dell’opera è stata infatti l’occasione per una delegazione della città di Taicang di visitare Macerata e di far conoscere l’arte del Kung fu e della musica orientale nella cornice dello Sferisterio, dove si sono esibiti i ragazzi e le ragazze del Taicang Kungfu school new district number 3 e di Rose art music.
Samuele Spissu Miguel Benitez bravi ☺
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Visto tutto sto rosso e cineserie, Michele li potrebbe chiedere all’Istituto Confucio i fondi.